Con Jareeporn Jarukornsakul la logistica è un affare per donne

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Articolo a cura di Michelle Cabula

Jareeporn Jarukornsakul, imprenditrice di 53 anni al capo del WHA Group, figura nella lista dei 50 cittadini più ricchi in Thailandia nel 2020 stilata da Forbes. La sua è una storia di successo che coniuga imprenditoria femminile, attenzione alla sostenibilità e sinergia virtuosa tra settore pubblico e privato.

Dopo la laurea in Scienze della Salute alla Mahidol University e un master in Amministrazione Aziendale presso la Bangkok University, all’età di soli 26 anni, Jareeporn Jarukornsakul fa il suo ingresso nel mondo della logistica e nel 2003 co-fonda insieme al marito Somyos Anantaprayoon la WHA Group. Ad oggi ricopre congiuntamente le cariche di Presidentessa del consiglio amministrativo e di amministratrice delegata dell’azienda leader in Thailandia nel settore della logistica integrata, dello stoccaggio e della fornitura di impianti industriali.

Oltre al patrimonio netto da 480 milioni di dollari statunitensi (che le è valso il 48° posto nella classifica di Forbes dei 50 più facoltosi del suo Paese), a sorprendere è la presenza di Jarukornsakul tra le figure più influenti di un settore considerato ancora prettamente maschile. Nonostante il divorzio dal marito le sia costato una discesa nella classifica (insieme si aggiudicavano la trentaduesima posizione nel 2015), l’imprenditrice ha saputo imprimere una svolta all’attività aziendale sin da quando ne ha assunto la direzione sei anni fa, con l’obiettivo di convertirla in una multinazionale nel giro dii tre-cinque anni. Già nel 2016, in occasione dell’acquisizione della Hemaraj Land And Development Plc. (attiva nel campo dello sviluppo immobiliare industriale), Jarukornsakul si era detta determinata ad espandere il proprio business sia nel mercato domestico che nei mercati esteri, puntando su un’expertise sempre più articolata e completa.  

Sotto la direzione di Jarukornsakul, le attività della WHA Group si sono legate a doppio filo con l’iniziativa del Corridoio Economico Orientale (ECC), il progetto pilota del governo thailandese che mira a convertire le province della costa est – Chachoengsao, Chonburi e Rayong – in un hub regionale di innovazione tecnologica e industrialeattraverso lo sviluppo di infrastrutture pubbliche di trasporto e logistica. La società si impegna infatti al fine di intercettare su diversi livelli le esigenze delle industrie high-tech, muovendosi con un certo anticipo nei distretti commerciali designati a divenire in futuro sempre più attrattivi sotto il profilo degli investimenti.

Con un piano d’investimento del valore di 43 miliardi di bath (1,4 milioni di dollari circa) annunciato nell’agosto 2016, la Presidentessa ha inoltre reso chiaro l’intento della società di porsi come il primo fornitore di soluzioni logistiche, immobiliari e industriali complete nel contesto dell’ASEAN Economic Community. “Grazie a Hemaraj, giochiamo un ruolo cruciale nello sviluppo dei clusters automobilistici, elettronici e petrolchimici, e ci impegniamo a divenire dei partner attivi nello sviluppo delle industrie del futuro”, ha affermato.

Il lancio della WHA Industrial Zone – Nghe An nel febbraio del 2017 ha rappresentato “una chiara dichiarazione dell’impegno della società nel Paese e nella regione del Sud-Est Asiatico”, al punto che l’impresa pensa già a replicare. Tra i progetti futuri vi è la realizzazione di un’ulteriore zona industriale nei pressi di Hanoi che possa divenire una nuova base produttiva per le società cinesi, giapponesi e taiwanesi e gli investitori dell’ASEAN che intendono trasferire le loro attività per sfuggire ai danni economici derivanti dalla guerra commerciale USA-Cina.

Jarukornsakul ha definito il Vietnam “la nuova stella luminosa” dell’area, sottolineando come la sua posizione geografica, la sua economia in rapida espansione, la disponibilità di forza lavoro istruita e il suo coinvolgimento in numerosi accordi di libero scambio la rendano una destinazione privilegiata per gli investimenti dell’impresa, che già vanta 30 anni di esperienza sul territorio thailandese. Secondo quanto dichiarato sul sito della società, la WHA Industrial Zone – Nghe An si avvantaggiano delle infrastrutture esistenti per offrire il proprio contributo all’espansione economica e alla creazione di nuove opportunità lavorative nella regione di Nghe An, nel rispetto degli aspetti sociali, culturali e ambientali. 

Alla fine dello scorso anno, la WHA Group si è aggiudicata il “Thailand Sustainability Investment 2020”, riconoscimento conferito dalla Borsa valori thailandese (Stock Exchange of Thailand, SET) alle società particolarmente attente alle istanze ambientali, sociali e di governance (Environmental, Social and Governance, ESG). Il gruppo si è mostrato sensibile al tema della sostenibilità, nella consapevolezza che “la crescita e il progresso devono essere accompagnati dalla responsabilità”, come ha affermato Vivat Jiratikarnsakul, Direttore Operativo Industriale e Internazionale per l’azienda.

L’impegno sociale della WHA Group si è concretizzato nel virtuoso progetto Clean Water for Planet. L’iniziativa lanciata nel 2016 si sostanzia in una serie di collaborazioni con vari istituti scolastici e agenzie governative orientate a sensibilizzare sull’importanza di una corretta gestione e della tutela delle risorse idriche e a fornire acqua pulita alle comunità locali. Il programma prevede anche la fornitura di servizi di gestione delle acque reflue ai propri clienti: nel 2019 la compagnia ha annunciato il completamento di un impianto nel distretto di Pluak Daeng della provincia di Rayong pensato per trattare le acque reflue attraverso processi depurativi per via biologica. 

L’iniziativa fa propri i principi della Sufficiency Economy Philosophy (SEP) ideata dal defunto re Bhumibol Adulyadej, padre dell’attuale sovrano di Thailandia. Questo innovativo approccio allo sviluppo “implica che si agisca con moderazione e ragionevolezza e che si ricerchi sempre conoscenza e moralità nel proporre e attuare progetti di sviluppo”. Il modello di business promosso da Jarukornsakul si allinea perfettamente con le strategie elaborate a livello nazionale: un perfetto esempio di come stato e impresa possano muoversi all’unisono. Non a caso, nel 2021 il Bangkok Post la sceglie come “donna dell’anno” per il settore industriale, celebrandone le doti di leadership e visione strategica.

La risonanza della storia di Jarukornsakul si estende ben oltre i confini thailandesi, come dimostrano i numerosi riconoscimenti internazionali che l’imprenditrice può vantare. Tra gli altri, il suo nome compare nella lista Asia’s Power Businesswomen 2020, in cui lo staff di Forbes raggruppa le donne asiatiche in posizione di leadership che, a fronte della sfida pandemica, hanno saputo dare prova di resilienza e che si preparano plausibilmente a guidare le imprese verso la ripresa. 

Oltre a tracciare il ritratto di un’imprenditrice di successo, la storia di Jareeporn Jarukornsakul alla conduzione della WHA Group ci racconta di alcune virtuose pratiche di corporate social responsibility che stanno prendendo piede nell’area del Sud-Est asiatico. Sempre più spesso le imprese si impegnano in uno sforzo condiviso a fianco delle autorità governative e delle organizzazioni regionali con l’obiettivo di generare sviluppo locale e migliorare la connettività nell’area ASEAN. L’esperienza pionieristica di Jarukornsakul diventa anche fonte di ispirazione per le future generazioni di giovani imprenditrici e imprenditori i quali, sempre più sensibili ai temi della sostenibilità, saranno ben propensi ad abbracciare i valori dell’imprenditoria inclusiva e della condotta d’affari responsabile.

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