L’arte digitale in Asean passa dagli NFT

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Articolo a cura di Sabrina Moles

Anche nei dieci Paesi del Sud-Est asiatico sta prendendo piede il mercato decentralizzato e senza intermediari basato sulla blockchain. Ma gli NFT non tutelano solo i diritti d’autore nel mondo digital: per i lavoratori delle economie emergenti è una vera e propria alternativa di guadagno

Il treno dei token non fungibili (meglio conosciuti come NFT) è arrivato anche nel Sud-Est asiatico. Tra gli investitori d’arte sta già diventando lo strumento principale per tentare il successo in un nuovo settore d’investimento. Innanzitutto, chiariamo che cosa sono gli NFT: come dice il nome stesso, questo tipo di beni non sono fungibili, ossia intercambiabili. Questo significa che ogni NFT non è uguale all’altro, permettendo agli investitori di entrare in possesso di qualcosa di unico e irripetibile. Idealmente, qualsiasi cosa può essere registrata come NFT nella blockchain, che più precisamente si basa sul sistema fornito da Ethereum (la tecnologia dietro la seconda criptovaluta più diffusa dopo il Bitcoin). L’ecosistema creato da Ethereum è caratterizzato da una blockchain senza mediatori dove circolano, sono acquistati o venduti questi “contratti intelligenti”.

Non ci è voluto molto perché in tutto il mondo l’effetto NFT facesse notizia, diventando argomento di dibattito tra appassionati di criptovalute e investitori come uno strumento eccezionale in un mercato di scarsità. Uno dei maggiori usi che viene fatto degli NFT oggi, infatti, è sul mercato dell’arte digitale. Grazie a questa tecnologia vengono etichettati file di qualsiasi tipo, a cui viene attribuito un valore determinato (anche, ma non solo) dal loro essere un pezzo unico, da collezione. Le opere vendute come NFT, esattamente come avviene per quelle esistenti sui mercati dell’economia reale, possono valere migliaia, se non milioni, di dollari. Si tratta di una rivoluzione per il mondo dell’arte digitale, dove è sempre stato  facile contraffare e rubare le opere. Ma non solo: agli artisti rimane così più libertà di vendere le proprie opere senza dover passare dai canali tradizionali dei mediatori e delle esposizioni. Questo crea un sistema che non solo riduce i costi operativi, ma amplifica le opportunità di raggiungere il pubblico ideale. Come ha dichiarato ad Art Sg Shavonne Wong, fotografa di Singapore: “Gli NFT mi hanno dato uno spazio in cui posso davvero fare ciò che voglio, senza una direzione esterna. È un’esperienza molto liberatoria”. Infine, gli NFT stanno creando degli spazi per sperimentare una nuova esperienza artistica che oltrepassi i limiti della percezione e della concettualizzazione delle opere fisiche. “Con gli NFT, c’è una maggiore possibilità di esplorare l’approccio digitale che integro nel mio processo artistico e di mostrare più lavori in motion graphics”, racconta l’artista indonesiano Radhinal Indra. Per i più appassionati di questo nuovo mondo delle contrattazioni e investimenti digitali, gli NFT sono una vera e propria rivoluzione, che potrebbe presto sbarcare nel mondo della finanza tradizionale. Su questo mercato si stanno rapidamente moltiplicano le opportunità per gli artisti di guadagnare vendendo opere d’arte e pezzi unici come NFT.

Gli NFT, in quanto elementi creati e scambiati nella blockchain, possono essere prodotti attraverso le attività di mining – un processo bidirezionale dove chi offre sistemi hardware o contribuisce a far funzionare parte della blockchain ottiene in cambio altra criptovaluta. Il mondo del gaming è un’altra funzione degli NFT che sta spopolando nei Paesi ASEAN e in generale nelle economie emergenti, da dove proviene l’80% dei cosiddetti “miners”. Anche spendere una determinata quantità di ore al giorno su un videogioco equivale, infatti, a un processo di mining. Nel Sud-Est asiatico, per esempio, come racconta Nikkei Asia, il gioco Axie Infinity è diventato per tanti precari del mondo del lavoro un’entrata stabile. Come racconta uno degli intervistati, il filippino Gilbert Jalovaal, almeno due ore al giorno trascorse sulla piattaforma permettono di estrarre abbastanza NFT che convertiti in moneta locale o Ethereum raggiungono cifre di gran lunga superiori al suo salario mensile.

Sul vagone degli NFT stanno saltando tante realtà diverse, un’ambiente libero dove – almeno per ora – l’unico limite sembrano gli strumenti analitici per capirne appieno le potenzialità. La finanza decentralizzata, come si può definire il sistema basato sugli NFT, è un processo che si sta arricchendo proprio grazie a questa eterogeneità di contributi. Ci sono realtà come il Tropical Futures Institute, uno studio multidisciplinare con sede nelle Filippine, che fanno ricerca e partecipano all’ecosistema delle criptovalute nel mondo dell’arte dal 2015. A volte emergono storie di grande solidarietà e collaborazione, come il progetto della filippina Narra Gallery che ha creato un fondo virtuale dedicato agli artisti che desiderano avvicinarsi all’universo degli NFT. Gli acquirenti possono accedere al sito e acquistare le opere attraverso un’offerta in criptovalute: una sorta di asta virtuale.

È ancora presto per dire se l’entusiasmo del mondo dell’arte (e non) nei confronti degli NFT avrà un futuro, così come è prematuro vederne una larga diffusione in Asia. Per ora i Paesi ASEAN  offrono alcuni degli spazi più creativi in questo senso, e sarà interessante osservare come evolverà l’ecosistema NFT in questo parte di mondo. È solo l’inizio di una sperimentazione che sta avendo grande successo ma potrebbe esplodere come altre “bolle” del passato.

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