L’Indonesia di Prabowo e le sfide della sicurezza regionale

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L’approccio di politica estera del nuovo Presidente indonesiano contribuirà a determinare gli equilibri della regione

Di Alessia Caruso

A febbraio del 2024, il Ministro della Difesa indonesiano Prabowo Subianto ha vinto le elezioni presidenziali della più grande democrazia del Sud-Est asiatico. Assumerà formalmente l’incarico da ottobre, prendendo il posto del più volte rivale Joko Widodo. 

La presidenza di Prabowo si apre in un contesto di crescenti tensioni regionali, ponendolo di fronte a una sfida significativa nel posizionamento all’interno dello scacchiere politico. A 72 anni, il neo-eletto Presidente dovrà navigare con abilità in questo panorama geopolitico complesso. Sarà cruciale comprendere quale approccio di politica estera adotterà Prabowo. Le sue decisioni avranno, infatti, inevitabili ripercussioni sul ruolo e sull’equilibrio di potere all’interno dell’ASEAN. 

Negli ultimi anni, la tensione nell’area del Mar Cinese Meridionale è in drastico aumento. Secondo i dati disponibili, negli ultimi anni la spesa militare complessiva dei Paesi della regione è cresciuta del 6,2%, riflettendo la volontà di questi Stati di rafforzare la loro presenza e capacità di proiezione nella zona. Parallelamente, si è assistito ad un’intensificazione delle alleanze strategiche regionali. In particolare, gli Stati Uniti sono diventati sempre più attivamente impegnati, rafforzando i legami politici e militari con alleati come Giappone e Filippine. La combinazione di scontri, gli aumenti della spesa per la difesa e alleanze nella regione evidenzia come il Mar Cinese Meridionale sia diventato uno dei principali teatri di competizione geopolitica tra le grandi potenze nell’Indo-Pacifico. 

In qualità di Paese più popoloso e democrazia più grande del sud-est asiatico, l’Indonesia riveste un ruolo di primaria importanza nel complesso contesto geopolitico del Mar Cinese Meridionale. Mentre la tensione e i conflitti nell’area continuano a inasprirsi, gli occhi sono puntati sull’approccio che l’amministrazione del Presidente Prabowo adotterà per affrontare il contesto regionale sempre più teso.

Già durante il mandato di Widodo, la linea dell’Indonesia nei confronti della Cina è evoluta notevolmente, passando da un atteggiamento proattivo volto a promuovere la pace regionale, a un approccio passivo e non antagonistico, pur mantenendo ferma la difesa dei confini nazionali nell’area delle isole Natuna, territorio indonesiano rivendicato dalla Cina all’interno della sua controversa “Dash line”. Con Widodo, l’interesse a riscattare un ruolo nella bilancia di potere regionale, ha fatto spazio alla volontà di sviluppo delle infrastrutture locali, finanziate in larga parte dalla Cina.

Sebbene sia ancora presto per definire le modalità con cui Prabowo si proporrà nello scenario internazionale, una chiara indicazione è stata data dalla sua visita in Cina, dal 31 marzo al 2 aprile, su invito personale del Presidente Xi Jinping. In questa occasione il Presidente della Repubblica Popolare ha esaltato l’andamento delle relazioni bilaterali fra i due Stati, mentre Prabowo ha rinnovato il suo intento di perseguire la linea cooperativa di Widodo. L’intento è quello di rafforzare i rapporti economici, commerciali e di contrasto della povertà. Si tratta del primo viaggio di Prabowo da Presidente eletto, che decide così di definire fin da subito le priorità del suo mandato. In questa decisione si riflette l’andamento del legame economico costruito negli ultimi decenni fra le due potenze. La Repubblica Popolare è diventata il principale trading partner dell’Indonesia, rappresentando il 40% del suo export e il 55% del suo import, creando in questo modo un indubbio legame di dipendenza economica. La visita testimonia quindi l’importanza che Prabowo intende attribuire alla dimensione domestica ed economica all’interno della sua agenda, continuando la politica di acquiescenza del predecessore. La relazioni instauratasi fra i due Stati sembra a tutti gli effetti un accordo di mutuo scambio, tale per cui l’Indonesia assicura i propri interessi economici, mentre la Cina si assicura il tacito consenso della nazione più popolosa del Mar Cinese Meridionale, in un contesto in cui i rapporti bilaterali diventano sempre più determinanti. Nel descrivere i suoi rapporti di sicurezza e difesa con la Cina, Prabowo descrive la Repubblica Popolare come partner chiave nel garantire stabilità e pace alla regione. Così facendo, il generale indonesiano sembra ben disposto a cedere alla Cina il controllo della linea di sicurezza e difesa regionale, abdicando consapevolmente alla condanna delle scorrerie militari nelle acque territoriali di altri stati membri dell’ASEAN. Tuttavia, il rischio di questa strategia di passivismo securitario è quello che l’Indonesia abidichi del tutto al ruolo politico che le spetterebbe all’interno dell’equilibrio di forze della regione. Ruolo che prima della Presidenza di Widodo, l’Indonesia era ampiamente impegnata a riscattare. 

Importanti sono le implicazioni per la tenuta dell’ASEAN. Il rischio è infatti che l’incapacità, così come la mancanza di volontà, di prendere una posizione all’interno del dibattito regionale, contribuisca alla frammentazione della volontà politica, con il conseguente risultato che la regione diventi sempre più terreno di gioco per la rivalità fra Stati Uniti e Cina. L’assenza di posizionamento strategico della principale democrazia dell’ASEAN, in un contesto teso come quello del Mar Cinese Meridionale, rappresenta di per sé una presa di posizione a favore di una frammentazione sempre crescente.

In conclusione, il modo in cui il nuovo Presidente indonesiano saprà bilanciare gli interessi domestici, regionali e globali sarà cruciale per definire il futuro posizionamento dell’Indonesia nello scacchiere asiatico e le conseguenti ripercussioni sulla coesione dell’ASEAN.

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