Nusantara, la scommessa della nuova capitale

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Il governo si è impegnato a finanziare il 20% dei costi dal bilancio statale, e per il resto punta su capitali privati, anche esteri. Ma la nuova capitale tarda ad attrarre investitori, sia nazionali che esteri

A cura di Annalisa Manzo 

Nel 2019 il presidente Joko Widodo “Jokowi” annuncia l’ubicazione della nuova capitale dell’Indonesia nella provincia di Kalimantan orientale, la parte indonesiana dell’isola del Borneo. Sarà costruita su 180.000 ettari di terreno già di proprietà del governo, riducendo così al minimo i costi di acquisizione, a cavallo di due distretti, Penajam Paser Utara e Kutai Kartanegara, vicino a Balikpapan e Samarinda, le due città più grandi della provincia. Balikpapan ospita raffinerie di petrolio e un porto, rendendolo uno dei principali centri economici. Samarinda è la capitale della provincia del Kalimantan orientale. Rispetto ad altre zone di Kalimantan precedentemente considerate, gran parte delle infrastrutture necessarie sono già presenti. Entrambe le città dispongono di un aeroporto internazionale e potrebbero essere collegate al resto dell’isola tramite autostrade e ferrovie. Kalimantan si trova geograficamente al centro del Paese ed è meno esposto a eruzioni vulcaniche, terremoti e inondazioni.
“Non possiamo lasciare che Giacarta e l’isola di Giava continuino a sopportare il peso sempre più grave della densità di popolazione, della subsidenza, del traffico e dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua”, ha detto Jokowi in un discorso trasmesso in diretta televisiva. “Il divario economico tra Giava e le altre isole dell’arcipelago ha continuato ad ampliarsi nonostante la politica di autonomia regionale lanciata nel 2001”, ha aggiunto. Il 54% degli oltre 260 milioni di abitanti dell’Indonesia risiedono a Giava e il 58% del PIL del Paese viene prodotto sull’isola, nonostante sia la più piccola delle cinque isole principali dell’Indonesia.

Il megaprogetto da 32 miliardi di dollari mira a creare una nuova capitale dal nulla. Il suo nome è Nusantara – in indonesiano significa ‘arcipelago’ – proprio per riflettere la geografia dello Stato-arcipelago più grande al mondo. La sua costruzione è stata pianificata in cinque fasi fino al 2045, anno del centesimo anniversario dell’indipendenza indonesiana. I lavori della prima fase sono iniziati nel 2022 e dovrebbero terminare entro quest’anno.

L’obiettivo primario dichiarato nel progetto Ibu Kota Negara Nusantara – in breve IKN – come è ufficialmente noto, è quello di creare un nuovo hub geograficamente più centrale per l’Indonesia e guidare la trasformazione economica della nazione, senza più centralizzare l’Indonesia attorno a Giava. Il governo stima che la popolazione della città raggiungerà i 60 mila abitanti nel 2024, per salire a 2 milioni entro il 2040.

Il trasferimento della capitale è attualmente in fase di sviluppo delle infrastrutture. Il Ministero dei Lavori Pubblici e dell’Edilizia ha garantito che il progetto dell’IKN sta procedendo secondo i piani. I lavori si stanno concentrando sullo sviluppo delle infrastrutture di base e degli edifici governativi. Lo sviluppo dell’area del governo centrale (KIPP, Kawasan Inti Pusat Pemerintahan), in particolare il Palazzo Presidenziale, che sarà il più grande complesso del KIPP, è fondamentale per costruire la fiducia del pubblico e attrarre investitori. Il palazzo coprirà il doppio della superficie occupata a Gicarta e sarà in grado di ospitare fino a ottomila persone per le attività cerimoniali del 17 agosto. Verranno poi costruite anche infrastrutture pubbliche, come luoghi di culto, strutture sanitarie, parchi, aree sportive, educative e commerciali, e gli alloggi per i funzionari. Questa zona sarà inoltre circondata da cinture verdi in linea con l’obiettivo di rendere la capitale una “smart forest city”, con il 65% del territorio ricoperto da foreste urbane, che contribuirà a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2045 attraverso l’utilizzo di energia rinnovabile. A partire da agosto, molti ministeri e agenzie governative apriranno uffici lì, e il governo prevede di trasferire 3mila dipendenti pubblici da luglio a novembre. Invece, le ambasciate e le sedi centrali delle imprese straniere situate a Giacarta si sono mostrate riluttanti a discutere il trasferimento. 

Riguardo gli investimenti, il governo si è impegnato a finanziare il 20% dei costi dal bilancio statale, e per il resto punta su capitali privati, anche esteri. Ma Nusantara ha tardato ad attrarre investitori, sia nazionali che esteri. SoftBank ha ritirato i piani citando preoccupazioni sulla sostenibilità economica. Il governo rivendica gli interessi di quasi 300 aziende in tutto il mondo, ma le trattative devono ancora concludersi. Pochi investitori sono disposti a impegnare fondi finché il successore di Jokowi – e le sue opinioni sulla nuova capitale – non saranno chiari. Anche per gli investitori stranieri è necessario assicurarsi che i piani di Nusantara vadano avanti dopo le elezioni. 

Jokowi ha fatto ogni sforzo per garantire che il suo successore continui il progetto, arrivando al punto di approvare una legge sulla nuova capitale all’inizio del 2022, sostenuta dal 93% dei partiti della Camera dei Rappresentanti. Un’altra garanzia è diventata chiara lo scorso ottobre, quando Prabowo Subianto, il 72enne Ministro della Difesa ed ex generale dell’esercito, ora alla guida del risultato preliminare delle elezioni presidenziali del 14 febbraio, ha annunciato che il suo compagno di corsa alle prossime elezioni sarebbe stato il figlio 36enne di Jokowi, Gibran Rakabuming, che intende portare avanti l’eredità di suo padre.

Lo scetticismo degli investitori stranieri riflette inoltre la constatazione che storicamente ci sono stati pochi trasferimenti di successo. Molti temono che Nusantara possa condividere il destino dei simili progetti portati avanti dai suoi vicini nel Sud-Est asiatico che hanno trasferito le loro capitali nell’era post coloniale. Nel 1999, ad esempio, la Malesia ha iniziato a trasferire i ministeri federali e le agenzie governative nella nuova capitale amministrativa, Putrajaya, 25 chilometri a sud di Kuala Lumpur, che rimane ancora oggi la capitale finanziaria e commerciale del Paese. Allo stesso modo, il Myanmar nel 2005 ha spostare la sua capitale amministrativa da Yangon a Naypyidaw, ma la maggior parte delle principali ambasciate sono rimaste a Yangon.

Sono in molti a dubitare che Nusantara riuscirà a sostituire rapidamente Jakarta come centro finanziario. Kalimantan ha industrie che potrebbero sostenere lo sviluppo, tra cui la silvicoltura, l’agricoltura e l’estrazione mineraria, ma Giava ha un’economia industriale e basata sui servizi. Non si sa se riuscirà a sostenere il ruolo di una vera capitale: connettività con altre città globali, creazione di conoscenza, servizi amministrativi. 

Nonostante dubbi e forti critiche, Nusantara Capital Authority ha affermato che la metropoli segue i modelli di Shenzhen e Dubai, due centri economici costruiti da zero, oltre agli altri riferimenti di Canberra, Putrajaya o Washington D.C. per diventare un centro dell’economia mondiale, nonché perno del governo e della crescita economica.

Se i piani andranno avanti, Jokowi e il suo successore riusciranno laddove i precedenti leader indonesiani hanno fallito. Tuttavia, l’enorme opera di deforestazione, i rischi per la biodiversità e la fauna selvatica, e l’eccessivo sfruttamento delle risorse minerarie della zona restano le maggiori preoccupazioni, oltre al pericolo della corruzione e dell’eccessivo indebitamento. Come affermato da I. M. Sukma, “un mega progetto infrastrutturale presenta due distinte possibilità: il potenziale di uno spreco di fondi in caso di abbandono completo, con il progetto già in corso, o il rischio di una città fallita, soprattutto date le continue sfide del governo per attrarre gli investimenti necessari per rendere il centro della ‘nuova Indonesia’ una realtà”. Staremo a vedere. Il futuro di Nusantara e del nuovo governo entrante è ancora tutto da scrivere. 

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