Energia, quante opportunità in ASEAN

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Il blocco dei Paesi del Sud-Est asiatico raddoppierà la sua domanda di gas naturale fino a 350 miliardi di metri cubi entro il 2050

L’ASEAN raddoppierà la sua domanda di gas naturale fino a 350 miliardi di metri cubi entro il 2050. Anzi, ancora di più. Una tendenza davvero imponente che accelera di pari passo con l’abbandono della produzione di energia elettrica a carbone. A individuare i 350 miliardi di metri cubi di domanda nei prossimi tre decenni, è stato il segretario generale del Gas Exporting Countries Forum, Mohammed Hammel. Secondo le proiezioni, la quota di gas naturale nel mix energetico della regione dovrebbe crescere costantemente fino al 24% entro il 2050. I dati del GECF mostrano che la domanda di gas naturale dell’ASEAN si attesterà a 160 miliardi di metri cubi nel 2021, di cui 80 miliardi di metri cubi per la produzione di energia e 50 miliardi di metri cubi utilizzati dal settore industriale. Questi due settori continueranno a fare la parte del leone nella domanda di gas naturale del blocco nel 2050. Anche l’Indonesia, la Thailandia e la Malesia saranno i maggiori contributori alla domanda. Il carbone rappresentava il 24% del mix energetico della regione nel 2021, ma probabilmente scenderà al 13% nel 2050 con l’aumento della quota di energie più pulite. Secondo i dati del GECF, la Thailandia è il più grande importatore di gas naturale liquefatto (LNG) della regione e manterrà questa posizione nei prossimi decenni. La produzione di gas naturale dell’ASEAN continuerà ad attestarsi intorno ai 180 miliardi di metri cubi nel 2050 e la regione estrarrà il suo gas principalmente in mare aperto. Se abbinato alla tecnologia di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS), il gas naturale potrebbe abbattere ulteriori 735 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica solo nel settore energetico entro il 2050. Hidetoshi Nishimura, presidente del think-tank ERIA, ha affermato che il gas naturale può ridurre le emissioni grazie al suo uso esteso nella fase iniziale della transizione energetica pulita dal 2020 al 2030, applicando i combustibili esistenti e convenienti e le tecnologie energetiche. Nel lungo periodo 2030-2050, verranno impiegate molte tecnologie avanzate come la co-combustione con idrogeno e il CCUS (cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio). Il processo garantirà numerose opportunità sul fronte energetico per gli attori internazionali.

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