L’Indonesia punta sul settore elettrico

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Il Paese, maggiore produttore mondiale di nichel, vuole costruire un’industria che includerà la realizzazione di veicoli elettrici 

In Indonesia il settore dei trasporti ha contribuito per quasi un terzo alle emissioni di gas serra nel 2018, principalmente a causa della mobilità stradale. Il governo indonesiano si è impegnato dunque a ridurre le proprie emissioni di CO2 per raggiungere l’obiettivo dell’accordo di Parigi di mantenere la temperatura globale al di sotto dei 2 °C. A tal proposito, la diffusione dei veicoli elettrici (EV) è vista da molti osservatori come la principale strategia futura per ridurre le emissioni inquinanti. 

Al fine di fare chiarezza sulla materia, il Ministero dei Trasporti indonesiano ha già stilato una bozza di regolamento sui test che i veicoli elettrici dovranno affrontare prima di poter essere venduti nel Paese. L’adozione di linee guida avvenuta in tempi così rapidi è una buona notizia per i produttori di veicoli elettrici, sia domestici che stranieri, in quanto da tempo puntavano a questo mercato di oltre 200 milioni di potenziali consumatori. La spinta è arrivata dal Presidente Joko Widodo in persona, il quale sta puntando sull’accelerazione del programma EV per la mobilità.

Il regolamento delinea inoltre le varie iniziative che il governo prenderà per rafforzare l’industria domestica dei veicoli elettrici, tra cui l’obbligo per i prodotti finiti di avere componenti realizzati localmente. La realizzazione di 2.200 unità di veicoli elettrici, 711.000 unità ibride e 2,1 milioni di motociclette elettriche entro il 2025, renderà l’Indonesia meno dipendente dal petrolio, il cui import grava pesantemente sul bilancio pubblico. Tuttavia, Il colosso statale dell’elettricità Perusahan Listrik Negara stima che l’Indonesia necessiti di oltre 31.000 nuove stazioni di ricarica per veicoli elettrici entro il 2030 per raggiungere gli obiettivi prefissati, con un costo pari a 3,7 miliardi di dollari. L’Istituto per la Riforma dei Servizi Essenziali ha identificato la mancanza di stazioni di ricarica come uno dei fattori chiave che inibiscono la crescita delle auto elettriche in Indonesia. A questo si aggiungono gli insufficienti incentivi fiscali e gli alti costi di supporto dell’infrastruttura EV.

In compenso l’Indonesia è uno dei maggiori produttori mondiali di nichel, di cui il governo ha recentemente vietato l’esportazione: l’obiettivo è quello di incentivare le aziende straniere a investire nella produzione di prodotti finiti direttamente nel Paese, utilizzando il nichel indonesiano. Il CEO di Tesla Elon Musk, pur non essendo questa ancora presente nel mercato indonesiano, ha chiesto alle compagnie minerarie di aumentarne la produzione. La materia prima è indispensabile all’azienda californiana per raggiungere la produzione delle proprie celle della batteria a 200 GWh di capacità di produzione annuale nel 2023 e 3 TWh nel 2030.

Il Ministro dell’Industria indonesiano Agus Gumiwang ha mostrato interesse verso la proposta di Tesla, che ha già in programma la costruzione di una fabbrica di batterie in loco, più precisamente a Batang. È attualmente in corso una trattativa tra l’azienda californiana e il governo indonesiano per costruire una nuova impresa di estrazione e lavorazione di nichel nel Paese. Anche il Ministro Coordinatore per gli Affari Marittimi e gli Investimenti, Luhut Binsar Pandjaitan, ha confermato la disponibilità del governo indonesiano a concedere l’utilizzo delle riserve di nichel del Paese qualora l’azienda di Elon Musk dovesse decidere di investire nella costruzione di una fabbrica di batterie nel Paese.

Ormai consapevole della crescente importanza del nichel nello sviluppo di questo settore, l’Indonesia vuole dare vita anche a un’industria di batterie per veicoli elettrici, con l’obiettivo di mettere sul mercato le prime celle entro il 2023. A progettarle e costruirle sarà la “Indonesia Battery Holding”, una nuova azienda formata dalla compagnia petrolifera statale Pertamina, dalla società di distribuzione dell’energia Perusahan Listrik Negara e dalla compagnia mineraria Aneka Tambang. La fondazione di questa nuova società a forte partecipazione statale, metterà l’Indonesia in una posizione di forza nel mercato mondiale delle batterie.

Ad oggi, il punto debole di questa strategia è il difficile accesso alle tecnologie necessarie per la produzione su scala industriale. Per rimediare a ciò, il governo sta portando avanti una trattativa con l’azienda cinese CATL e la coreana LG Chem, due tra i più grandi produttori al mondo di batterie per veicoli elettrici. L’ingresso di questi player nel mercato indonesiano, porterà investimenti per ulteriori 20 miliardi di dollari da destinare allo sviluppo delle tecnologie mancanti. Le batterie per i veicoli elettrici prodotte in Indonesia, inoltre, non saranno destinate soltanto al settore dei trasporti, ma anche a quello dello stoccaggio di energia: gli esperti prevedono che la domanda aumenterà per entrambi gli utilizzi.

In conclusione, dato il mercato attuale dell’Indonesia, le normative esistenti e le deboli infrastrutture industriali, i veicoli elettrici dovranno affrontare sfide molto ardue per penetrare nel commercio automobilistico. Per raggiungere un’elevata quota di mercato e una significativa riduzione delle emissioni, sono necessari strumenti politici di supporto. Le nuove misure dovranno mirare a fornire incentivi per i veicoli elettrici e disincentivi per gli ICEV (internal combustion engine vehicle). Gli strumenti dovrebbero includere incentivi fiscali, sia iniziali che ricorrenti, incentivi non finanziari, incentivi normativi e la disponibilità di infrastrutture di ricarica pubbliche, strumenti indispensabili già adottati in altri paesi con un’elevata diffusione di veicoli elettrici.

A cura di Diego Mastromatteo

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