Editoriali

Vaccini, Italia in aiuto dei Paesi ASEAN

Il sostegno sanitario al Sud-Est asiatico può aiutare anche una ripresa economica inclusiva e duratura in un’area di crescente interesse per il nostro Paese

Editoriale a cura dell’Amb. Giorgio Marrapodi, Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo

Da alcuni mesi il Sud-Est asiatico è interessato da una nuova ondata pandemica, caratterizzata da un incremento preoccupante dei contagi e dei decessi, specie tra le fasce più vulnerabili della popolazione. L’impegno delle Autorità locali nella lotta alla pandemia si scontra con la limitatezza dei mezzi a disposizione, specie in termini di dosi vaccinali disponibili. L’Italia, Partner di Sviluppo dell’ASEAN dal 2020, si è immediatamente attivata per l’inclusione del Sud-Est asiatico fra le aree beneficiarie in via prioritaria di donazioni di vaccini mediante la Covax Facility. Tale azione si è finora tradotta nella donazione da parte italiana di oltre 2,8 milioni di dosi al Vietnam e di quasi 800.000 dosi all’Indonesia, per un totale di oltre 3,5 milioni di dosi. Altre dosi saranno in arrivo nelle prossime settimane, sulla base delle più recenti allocazioni, e sulla base della segnalazione della regione del Sud-Est Asiatico come un’area prioritaria. Il nostro Paese sta lavorando alla donazione di dosi anche a favore di altri Paesi ASEAN. Le donazioni si inseriscono nel più ampio impegno dell’Italia a destinare entro la fine dell’anno 45 milioni di dosi ai Paesi a medio-basso reddito, annunciato dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, il 22 settembre scorso nel corso del “Global COVID-19 Summit”, a margine della 76esima Assemblea Generale dell’ONU. L’Italia “triplica” in questo modo l’impegno assunto lo scorso 21 maggio in occasione del Global Health Summit di Roma di donare 15 milioni di dosi entro il 2021 e conferma di essere in prima linea, anche in qualità di Presidente di turno del G20, nella lotta alla pandemia e nell’accelerazione della campagna vaccinale nelle aree più colpite, incluso il Sud-Est asiatico. Ciò nella piena consapevolezza che “no one is safe until everyone is safe” e che solamente attraverso una più equa ed ampia distribuzione dei vaccini sarà possibile creare le condizioni necessarie per un ritorno alla normalità e per una ripresa economica inclusiva e duratura, specie in un’area di crescente interesse per il nostro Paese e per le nostre aziende quale l’ASEAN.

Food e city diplomacy tra Italia e ASEAN

Prosegue la collaborazione tra Associazione Italia-ASEAN, Comune di Milano e Paesi ASEAN sul fronte della sostenibilità dei sistemi alimentari. Grazie alla sinergia con l’Ambasciata d’Italia in Thailandia, anche Bangkok ha aderito al Milan Urban Food Policy Pact

Editoriale a cura di Valerio Bordonaro, Direttore Associazione Italia-ASEAN

Il 19 ottobre si è aperto a Barcellona il settimo Global Forum del Milan Urban Food Policy Pact, un’iniziativa del Comune di Milano, nata come eredità dell’EXPO di Milano 2015. Fanno parte del network del MUFPP oltre 200 città da tutto il mondo e, per la prima volta, quest’anno prenderà parte anche una delle capitali dell’ASEAN, Bangkok. Dalla fine del 2019, l’Associazione Italia-ASEAN, condividendo l’importanza di lavorare al livello globale per la sostenibilità dei sistemi alimentari attraverso la City Diplomacy, ha avviato una collaborazione con il Comune di Milano per sensibilizzare i Paesi ASEAN nei confronti di questa sfida. 

Grazie ad un lavoro sinergico tra Comune, Associazione e Ambasciata d’Italia in Thailandia, si è arrivati quest’anno all’adesione al MUFPP da parte della municipalità di Bangkok, prima capitale di un paese ASEAN a entrare nel Patto. Il tema della sostenibilità dei sistemi alimentari urbani è considerato uno dei più importanti mezzi per la protezione dell’ambiente, come riconosciuto dal prestigioso premio internazionale Earthshot Prize assegnato a Milano per un progetto collaterale al MUFPP. Date le previsioni di crescita dell’area e le dimensioni di molte città del Sud-Est asiatico, l’Associazione continuerà a fare Sistema con Milano e il MAECI affinché nuove città dell’ASEAN sposino il patto e la sua filosofia.

Aukus e Quad visti dall’ASEAN

Si moltiplicano le iniziative multilaterali in Asia-Pacifico. Speranze e timori dei Paesi del Sud-Est asiatico

Editoriale di Alessia Mosca

Segretario Generale Associazione Italia-ASEAN

Da una parte Aukus e Quad, dall’altra RCEP e CPTPP. Le sigle e le iniziative multilaterali nell’area dell’Asia-Pacifico si stanno moltiplicando. Ne nascono di nuove, mentre quelle già esistenti ritrovano vigore. Una tendenza che dimostra ancora una volta la centralità di una regione in continua ascesa commerciale, tecnologica e geopolitica. Come ha detto il nostro Presidente Romano Prodi a “Mezz’ora in più”, “è il sigillo definitivo che l’unica cosa che conta è l’Asia”. Resta da capire se lo sviluppo potrà procedere su binari di sostanziale serenità oppure si acuiranno elementi di tensione. Tra i governi degli Stati membri dell’ASEAN, non tutti hanno accolto con favore la nascita del nuovo accordo Stati Uniti-Regno Unito-Australia. In particolare, Malesia e Indonesia hanno avvertito dei possibili rischi per la stabilità della regione dopo l’annuncio di Aukus. Giacarta ha espresso “profonda preoccupazione sulla corsa alle armi e sulle dimostrazioni di forza nella regione, riferendosi ai sottomarini a propulsione nucleare di cui sarà dotata l’Australia. Il Ministro della Difesa di Kuala Lumpur ha invece lanciato la proposta di aprire un dialogo tra ASEAN e Canberra per capire quali sono le intenzioni dell’accordo trilaterale. In controtendenza le Filippine, che dopo l’avvicinamento alla Cina operato negli scorsi anni dal Presidente Rodrigo Duterte hanno riallacciato i rapporti (anche difensivi) con gli Stati Uniti di Joe Biden. Manila ha accolto l’Aukus come una novità in grado di “bilanciare” i rapporti di forza nella regione e dunque di garantire maggiore stabilità. Il governo australiano, intanto, sostiene che non si tratta di “un’alleanza militare” e prova a rassicurare il Sud-Est asiatico sul suo sostegno all’infrastruttura regionale rappresentata dall’ASEAN. Il tutto mentre venerdì 24 settembre si svolge a Washington il primo summit fisico tra i leader del Quad, la piattaforma che unisce Stati Uniti, Australia, Giappone e India. Così come nel caso dell’Aukus, la maggior parte dei Paesi ASEAN vorrebbe che queste iniziative guardino al di là dell’aspetto difensivo e che includano semmai incentivi alla cooperazione commerciale, infrastrutturale, digitale o ambientale. Su queste tematiche i Paesi asiatici hanno dimostrato di saper dialogare, come in occasione della chiusura del negoziato sulla RCEP nel 2020. Essere “pro Asia”, e non contro qualcuno: ecco la chiave.

Indo-Pacifico, l’UE cerca una sua via

Gli Stati Uniti annunciano un nuovo patto difensivo con Regno Unito e Australia. Anche Bruxelles rilancia la sua presenza nell’Indo-Pacifico

Editoriale a cura di Valerio Bordonaro, Direttore Associazione Italia-ASEAN

Le prime reazioni provenienti dall’Unione Europea in merito al nuovo patto di difesa Aukus sono state sostanzialmente negative. L’accordo riunisce Stati Uniti, Regno Unito e Australia nell’area dell’Indo-Pacifico e prevede la condivisione delle tecnologie in materia di sicurezza informatica, intelligenza artificiale, sistemi subacquei e capacità di attacco a lungo raggio e prevede di dotare Canberra di una flotta di sottomarini a propulsione nucleare. Peter Stano, portavoce dell’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’UE, ha fatto sapere che Bruxelles non era stata avvertita preventivamente della decisione. A lamentarsi è stata soprattutto la Francia, visto che con la nascita di Aukus si è vista cancellare un contratto firmato nel 2019 per la fornitura all’Australia di 12 sottomarini convenzionali per un importo pari a 56 miliardi di euro. Il Ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian ha parlato di decisione “brutale”. Diversi funzionari comunitari fanno notare che si tratta, dopo il ritiro dall’Afghanistan, della seconda importante decisione strategica assunta da Washington senza consultare i partner europei. Da sottolineare anche la coincidenza di tempi tra l’annuncio dell’accordo trilaterale e l’attesa pubblicazione della strategia UE per l’Indo-Pacifico. Il documento, presentato dall’Alto rappresentante per la Politica estera Josep Borrell contiene molti spunti sull’area ASEAN. Si prevedono infatti la conclusione di accordi di partenariato e cooperazione (Pca) con Malaysia e Thailandia,  la valutazione di una possibile ripresa dei negoziati commerciali con Malaysia, Filippine e Thailandia e l’eventuale negoziazione di un accordo commerciale interregionale con l’intero blocco dei Paesi del Sud-Est asiatico. Si mira anche all’ampliamento della rete di partnership digitali con i partner indo-pacifici, nonché l’esplorazione della possibilità di nuove partnership digitali con Giappone, Corea del Sud e Singapore. Oltre a Quad e Aukus, l’UE può provare a ritagliarsi lo spazio per una presenza regionale con le sue specificità e votata alla cooperazione, non al contrasto. 

Editoriale | Commercio e sviluppo, l’Asia si parla

Si è svolto l’Eastern Economic Forum 2021, che ha riunito le economie dell’Asia Nord-orientale e a cui hanno partecipato anche diversi Paesi ASEAN

Editoriale di Lorenzo Lamperti, Coord. Redazione Associazione Italia-ASEAN

Russia, Cina, Giappone, Corea del Sud, Mongolia, Kazakistan, India, Cambogia, Thailandia e Vietnam. Sono alcuni dei Paesi che hanno partecipato all’edizione 2021 dell’Eastern Economic Forum, evento che si tiene ogni anno nella città di Vladivostok, non lontano dalla penisola coreana. Si tratta di un appuntamento tradizionalmente votato all’obiettivo di aumentare gli investimenti regionali e internazionali nell’Estremo Oriente russo, che negli ultimi sei anni sono quasi raddoppiati raggiungendo gli 80 miliardi di dollari. Ma l’Eastern Economic Forum partecipa anche al rafforzamento dell’integrazione regionale in senso esteso. All’edizione di quest’anno sono intervenuti anche Xi Jinping e Narendra Modi. Il Presidente cinese ha sottolineato la necessità di aumentare la cooperazione tra i diversi attori asiatici, concentrandosi su Belt and Road e il ruolo dell’Unione Economica Eurasiatica, con la quale la Cina ha firmato un accordo di libero scambio nel 2018. Il Primo Ministro indiano ha evidenziato la volontà di concludere positivamente i negoziati con l’UEE. Lo sguardo arriva anche al Sud-Est asiatico. Il Ministro dell’Industria del Vietnam, Nguyen Hong Dien, ha sostenuto la necessità di arrivare all’istituzione di una zona di libero scambio tra i dieci Stati membri dell’ASEAN e l’UEE, cosa che porterebbe alla creazione di un mercato da 11 trilioni di dollari di pil e con una popolazione di 850 milioni di persone. Diversi Paesi dell’area stanno d’altronde cercando di attrarre investimenti esteri. Tra questi l’Indonesia, che sta ampliando l’operatività delle sue 19 zone economiche speciali. La partecipazione contemporanea di leader di Paesi coinvolti in frizioni diplomatiche, come per esempio Cina e India, a eventi come al forum di Vladivostok non dovrebbe sorprendere più di tanto. L’accordo sulla Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) dovrebbe chiarire che i governi asiatici si muovono in maniera molto pragmatica quando si tratta di commercio e sviluppo economico. Una dinamica talvolta dimenticata in Occidente. Alla RCEP potrebbe tra l’altro unirsi anche la regione amministrativa speciale di Hong Kong, alla ricerca di un riposizionamento come hub chiave dell’Asia orientale.


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Editoriale | Thailandia, si rilancia il Made in Italy

Editoriale di Lorenzo Galanti, Ambasciatore d’Italia a Bangkok

La Thailandia e la maggior parte dei Paesi ASEAN stanno fronteggiando una ondata epidemica principalmente dovuta alla variante Delta del Covid-19 con le inevitabili misure che limitano l’attività economica e la mobilità, con un impatto negativo sulle prospettive di crescita per il 2021. Nel contempo, i Governi cercano di accelerare l’approvvigionamento di vaccini. La Thailandia, che ha una capacità di inoculazione molto elevata ma non partecipa a COVAX, sta diversificando i vaccini, originariamente circoscritti a Sinovac e AstraZeneca. Si punta a riaprire almeno parzialmente il Regno entro ottobre e a vaccinare il 70% della popolazione (50 milioni di persone) entro dicembre.

Nel frattempo, le stime di crescita dell’economia thailandese sono state riviste al ribasso dalla Bank of Thailand che prevede ora un modesto 0,7% per il 2021 e un rimbalzo del 3,7% l’anno prossimo. La ripresa del turismo non sarà rapida, date le limitazioni agli spostamenti internazionali ancora in vigore nei principali Paesi di provenienza come la Cina. Importante aumentare gli sforzi per l’attrazione di investimenti in settori innovativi, grazie all’infrastruttura IT e al 5G. La Bank of Thailand sta sviluppando un prototipo di valuta digitale per facilitare transazioni e consumi, la Retail Central Bank Digital Currency. Sul lato dei consumi, il mercato si è spostato molto online, sulle piattaforme digitali.

L’ufficio ICE Agenzia di Bangkok, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia, ha avviato un programma con Lazada Thailand, la piattaforma di e-commerce controllata da Alibaba, per un padiglione virtuale di prodotti autenticamente italiani. L’iniziativa prende avvio in questi giorni su LazMall (il portale dei marchi di qualità) e in una prima fase è dedicata ai prodotti alimentari, ma si amplierà al settore non-food. Nel contempo, è in corso una campagna offline promossa da ICE Agenzia presso gli store dei grandi magazzini Central (il primo gruppo thailandese di retail che in Italia controlla La Rinascente) per promuovere prodotti italiani, food e non-food, sugli scaffali. Un primo allentamento del lockdown a Bangkok deciso in questi giorni potrà stimolare una ripresa dei consumi. Il primo semestre ha visto un incremento delle esportazioni thailandesi grazie alla trazione dei principali mercati di sbocco (Cina e Stati Uniti) e all’indebolimento della valuta, il Thai Baht, ma anche un aumento delle importazioni, di cui ha beneficiato l’export italiano che è tornato, nel semestre, ai livelli del 2018. 

Editoriale | USA-Cina, a Sud-Est la sfida è (anche) digitale

Non solo geopolitica, in area ASEAN i colossi di Washington e Pechino si contendono un mercato in forte crescita

Editoriale di Lorenzo Lamperti, Coord. Redazione Associazione Italia-ASEAN

Mar Cinese meridionale, relazioni diplomatiche, strategia e geopolitica. Tutto vero, ma la rivalità tra Stati Uniti e Cina nel Sud-Est asiatico riguarda anche temi prettamente economici. In particolare, quella tra i giganti tecnologici dei due Paesi. Sì, perché il mercato digitale dell’area ASEAN sta vivendo una fortissima crescita, resa ancora più imponente e rapida dalla pandemia di Covid-19. Non è un caso che nell’area stiano investendo un po’ tutti i big: Amazon, Facebook, Google e Microsoft da una parte, Alibaba e Tencent dall’altra. Per esempio, come sottolinea il Nikkei Asian Review, sul cloud computing: Singapore è una delle principali sedi di data center a livello mondiale. L’azienda di Mark Zuckerberg ne sta costruendo uno, il suo primo in Asia, da 170 mila metri quadrati nella città-stato per un totale di circa un miliardo di dollari di investimento.

Non è certo l’unico caso. Amazon aprirà un nuovo centro a Giacarta entro l’inizio del 2022. Microsoft ha annunciato due impianti in Indonesia e in Malesia. Gli attori cinesi non stanno certo a guardare. Alibaba ha già tre data center attivi in Indonesia e ne aprirà uno nelle Filippine entro la fine dell’anno. L’azienda fondata da Jack Ma ha inoltre annunciato investimenti superiori a un miliardo di dollari nei prossimi tre anni nelle startup dell’Asia-Pacifico. Anche Tencent ha messo radici nel Sud-Est, con uffici sparsi per diversi Paesi dell’area. D’altronde le prospettive di crescita sono notevoli: 650 milioni di persone e un costante aumento della penetrazione di connessione e dispositivi digitali. Una traiettoria senza eguali al mondo che offre un ampio ventaglio di opportunità per e-commerce, fintech e intrattenimento online. Non è dunque un caso che esista una forte competizione per conquistare la fiducia della classe media locale.

Ma il Sud-Est non è solo un terreno di contesa tra i colossi tecnologici statunitensi e quelli cinesi. Le realtà locali stanno emergendo su scala regionale e attirano l’attenzione delle realtà internazionali. La super app di Singapore Grab, per esempio, usufruisce dei servizi cloud di Amazon e Microsoft. Alibaba e Amazon si contendono la fornitura di servizi all’indonesiana Tokopedia.