Editoriale | Commercio e sviluppo, l’Asia si parla

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Si è svolto l’Eastern Economic Forum 2021, che ha riunito le economie dell’Asia Nord-orientale e a cui hanno partecipato anche diversi Paesi ASEAN

Editoriale di Lorenzo Lamperti, Coord. Redazione Associazione Italia-ASEAN

Russia, Cina, Giappone, Corea del Sud, Mongolia, Kazakistan, India, Cambogia, Thailandia e Vietnam. Sono alcuni dei Paesi che hanno partecipato all’edizione 2021 dell’Eastern Economic Forum, evento che si tiene ogni anno nella città di Vladivostok, non lontano dalla penisola coreana. Si tratta di un appuntamento tradizionalmente votato all’obiettivo di aumentare gli investimenti regionali e internazionali nell’Estremo Oriente russo, che negli ultimi sei anni sono quasi raddoppiati raggiungendo gli 80 miliardi di dollari. Ma l’Eastern Economic Forum partecipa anche al rafforzamento dell’integrazione regionale in senso esteso. All’edizione di quest’anno sono intervenuti anche Xi Jinping e Narendra Modi. Il Presidente cinese ha sottolineato la necessità di aumentare la cooperazione tra i diversi attori asiatici, concentrandosi su Belt and Road e il ruolo dell’Unione Economica Eurasiatica, con la quale la Cina ha firmato un accordo di libero scambio nel 2018. Il Primo Ministro indiano ha evidenziato la volontà di concludere positivamente i negoziati con l’UEE. Lo sguardo arriva anche al Sud-Est asiatico. Il Ministro dell’Industria del Vietnam, Nguyen Hong Dien, ha sostenuto la necessità di arrivare all’istituzione di una zona di libero scambio tra i dieci Stati membri dell’ASEAN e l’UEE, cosa che porterebbe alla creazione di un mercato da 11 trilioni di dollari di pil e con una popolazione di 850 milioni di persone. Diversi Paesi dell’area stanno d’altronde cercando di attrarre investimenti esteri. Tra questi l’Indonesia, che sta ampliando l’operatività delle sue 19 zone economiche speciali. La partecipazione contemporanea di leader di Paesi coinvolti in frizioni diplomatiche, come per esempio Cina e India, a eventi come al forum di Vladivostok non dovrebbe sorprendere più di tanto. L’accordo sulla Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP) dovrebbe chiarire che i governi asiatici si muovono in maniera molto pragmatica quando si tratta di commercio e sviluppo economico. Una dinamica talvolta dimenticata in Occidente. Alla RCEP potrebbe tra l’altro unirsi anche la regione amministrativa speciale di Hong Kong, alla ricerca di un riposizionamento come hub chiave dell’Asia orientale.


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