Libero scambio UE-Filippine, scambi su fino a 6 miliardi

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Lo scorso 18 marzo, l’UE e le Filippine hanno annunciato la ripresa ufficiale dei negoziati, sospesi nel 2017. L’Accordo potrebbe aumentare in modo netto gli scambi bilaterali. Per Bruxelles, l’accordo si inserisce in una strategia politica e commerciale più ampia

Articolo di Sophia Ordoña (European Chamber of Commerce of the Philippines – ECCP), Pierfrancesco Mattiolo, Università di Anversa

In seguito a un incontro a Bruxelles il 18 marzo, il Vicepresidente della Commissione Europea e Commissario al Commercio, Valdis Dombrovskis, insieme al Segretario del Dipartimento del Commercio e dell’Industria delle Filippine, Alfredo Pascual, hanno annunciato la ripresa ufficiale dei negoziati per l’Accordo di Libero Scambio (ALS) tra l’UE e le Filippine. I partner inizieranno ora a preparare il primo round dei nuovi negoziati, previsto nel secondo semestre del 2024. 

L’annuncio non sorprende visto che la volontà di riprendere i negoziati era stata solennemente espressa a livello di leadership nel luglio 2023. La Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen, nel corso di una visita ufficiale alle Filippine, aveva manifestato l’interesse del blocco nell’alzare il livello della cooperazione con Manila. Il presidente delle Filippine Ferdinand Marcos Jr. aveva a sua volta espresso il suo appoggio a una rapida conclusione del trattato prima del termine del suo mandato, nel 2028. L’agenda economica di Marcos è orientata verso una decisa apertura del mercato nazionale: dopo aver liberalizzato le telecomunicazioni, i traporti e le energie rinnovabili, la conclusione dell’ALS segnerebbe un ulteriore, deciso, passo in questa direzione. In occasione dell’annuncio, il Vicepresidente Dombrovskis ha osservato che l’accordo commerciale potrebbe aumentare il commercio bilaterale fino a 6 miliardi di euro.

Il potenziale impatto dell’ALS però va ben oltre la sola dimensione dei rapporti commerciali bilaterali. Per l’UE la posta in gioco è anche politica. I negoziati con Manila si inseriscono in due più ampie strategie dell’Unione. Da un lato, Bruxelles vuole rafforzare il proprio ruolo nell’Indo-pacifico, una regione particolarmente delicata per i suoi interessi economici e strategici. La strategia europea conta di riuscire a concludere sia nuovi accordi di cooperazione politica con i Paesi ASEAN, sia nuovi ALS con Filippine, Indonesia e Tailandia, sulla scia di quelli già in vigore con Singapore and Vietnam. L’UE riconosce nelle Filippine un like-minded partner sul piano dei valori democratici, ma anche dello sviluppo sostenibile: i negoziati con Manila saranno meno condizionati da questioni legate alla sostenibilità, come la disputa sull’olio di palma, causa di forti tensioni tra Bruxelles e alcuni altri Paesi ASEAN. Inoltre, nel marzo 2024, l’UE ha ufficialmente avviato uno dei progetti principali del Global Gateway: il Programma per l’Economia Verde nelle Filippine (Green Economy Programme in the Philippines, GEPP). Questa iniziativa promuove l’economia circolare e le energie rinnovabili, sottolineando ulteriormente l’impegno di entrambe le parti nel promuovere la sostenibilità e la transizione verso un’economia verde.

Approfondire i legami con le Filippine – e con altri partner ASEAN – permette all’UE di proseguire nel suo sforzo di de-risking, ossia coltivare i rapporti con nuovi partner commerciali e mitigare i rischi politici ed economici legati al dipendere troppo da Paesi percepiti come ‘rivali’. Un altro quadro concettuale per leggere queste recenti mosse dell’UE è la dottrina dell’autonomia strategica aperta. Bruxelles cerca, anche con la sua politica commerciale, di proteggersi dalle ingerenze esterne, ma anche di far rispettare, sviluppando e impiegando le cosiddette ‘politiche autonome’, gli obblighi assunti dai partner a livello bilaterale e multilaterale, come l’Accordo di Parigi o i trattati OMC.  Allo stesso tempo, l’Europa vuole rimanere aperte alla cooperazione politica ed economica, per quanto possibile.

Per l’amministrazione Marcos concludere il trattato è una priorità. Attualmente il Paese beneficia dello Schema Generale di Preferenze Plus (GSP+), che garantisce maggiore accesso al mercato europeo a 6274 prodotti filippini azzerando i dazi all’ingresso. Questo regime preferenziale è stato esteso fino alla fine del 2027. Si prevede che le Filippine diventeranno un’economia a reddito medio-alto intorno al 2025. Tale “promozione” avvierebbe un periodo di transizione di tre anni, dopo il quale Manila perderebbe i benefici del GSP+. Se concluso prima del 2028, l’ALS sostituirebbe il GSP+ e consentirebbe quindi alle aziende filippine di mantenere l’accesso al mercato europeo senza dazi sui prodotti coperti dal trattato.

Dal punto di vista filippino, i settori che trarrebbero beneficio dall’accordo sono molti, ad esempio l’agricoltura e l’energia. Più nello specifico, l’abbigliamento vedrebbe un aumento degli impiegati tra i 120.000 e i 250.000 e delle esportazioni per 600 milioni di dollari nei primi due anni dall’attuazione dell’accordo. L’arcipelago è anche ricco di materie prime essenziali (ad esempio, nickel, rame e cromite) di importanza cruciale per le tecnologie verdi. Ma anche lo scambio di servizi potrebbe aumentare. Il settore IT filippino vale 50 miliardi di dollari ed è molto dinamico, quindi potrebbe espandere le sue quote di mercato in Europa.

Per le aziende europee, sarebbe conveniente avere maggiore accesso a un Paese è in crescita sotto ogni punto di vista: economico (il PIL è cresciuto del 7,6% nel 2022), demografico e sociale, con una classe media giovane e sempre più numerosa. L’Accordo potrebbe finalmente sbloccare un potenziale economico ancora inespresso: gli scambi bilaterali Bruxelles-Manila sono relativamente bassi quando confrontati a quelli tra Europa e altri Paesi ASEAN e solo il 4% degli investimenti europei nelle economie ASEAN è diretto verso le Filippine. Anche l’Italia ha un forte interesse alla conclusione del trattato. Le relazioni economiche tra Roma e Manila sono solide, nel 2022 valevano 1.24 miliardi di euro, e l’ALS aumenterebbe le opportunità in settori chiave come i macchinari agricoli, le infrastrutture e il tessile. 

I negoziati per l’ALS dovranno anche superare alcuni ostacoli. La tutela dei diritti di proprietà intellettuale è stato uno dei capitoli più delicati dei precedenti round negoziali tra Bruxelles e Manila, ma ora potrebbe essere più facile trovare un punto di incontro, dato che le Filippine non sono più nella watch list sulla proprietà intellettuale della Commissione Europea dal 2019. Il capitolo sulla proprietà intellettuale nel futuro ALS includerebbe, con ogni probabilità, regole più forti sulla tutela delle indicazioni geografiche (DOP, IGP,…) dei prodotti alimentari europei e italiani. Infine, nel corso della sua visita ufficiale Von der Leyen aveva indicato la necessità di un più profondo allineamento tra i due partner in materia di protezione ambientale e dei lavoratori. La Presidente della Commissione, e più recentemente il Vicepresidente Dombrovskis, hanno anche riconosciuto i progressi compiuti dal Paese sulla tutela dei diritti umani, e il dialogo bilaterale in corso mira ad affrontare le questioni ancora irrisolte. Questi ostacoli possono trasformarsi in opportunità se l’ALS riuscirà a includere regole efficaci in queste aree. Un accordo rappresenterebbe non solo una significativa opportunità economica, ma anche politica e sociale per entrambi i partner.

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