31° vertice ASEAN: il punto su tutti i temi toccati

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L’espansione degli scambi commerciali, le dispute nel Mar Cinese Meridionale, la lotta al terrorismo e la crisi dei rifugiati Rohingya sono stati al centro del 31mo vertice dell’Asean che si è chiuso il 14 novembre nelle Filippine. Nel solco delle ragioni che hanno portato alla fondazione dell’Associazione Italia-ASEAN, grazie anche al lavoro dell’Agenzia Nova, proviamo a fare il punto sui molteplici vertici che, tenutisi nel sudest asiatico, hanno toccato molti scenari globali.

Nel 50mo anniversario dell’organizzazione, il summit e gli incontri collegati – ai quali hanno partecipato come partner di dialogo gli Stati, Uniti, il Giappone, la Cina, l’India, l’Australia, il Canada – hanno evidenziato la rilevanza globale dell’area. “Collaborare per il cambiamento, coinvolgere il mondo”, del resto, e’ il titolo scelto per la celebrazione del cinquantenario, sotto la presidenza filippina.

Per quanto riguarda il commercio, il blocco Asean e altri sei paesi – Australia, Cina, Corea del Sud, Giappone, India e Nuova Zelanda – riuniti nella Regional Comprehensive Economic Partnership (Rcep) hanno concordato di concludere nel 2018 l’accordo di libero scambio, dopo aver mancato la scadenza per tre anni consecutivi. C’e’ un nuovo mandato a negoziare con piu’ flessibilita’ e le parti dovranno mettere sul tavolo le loro proposte riviste. Non e’ ancora chiaro, comunque, se sara’ fissata una nuova scadenza, soprattutto perche’ l’India e’ contraria a indicarla dopo i fallimenti del 2015, 2016 e 2017. Permangono, inoltre, gli ostacoli che da anni impediscono la conclusione delle trattative: in particolare, l’India e la Cina non sono d’accordo sulle rispettive riduzioni tariffarie, mentre l’Australia punta a ulteriori concessioni sui servizi. L’area Rcep ha una popolazione complessiva di 3,4 miliardi di persone, circa il 45 per cento di quella mondiale, e un prodotto interno lordo di 49.500 miliardi di dollari, pari al 39 per cento di quello globale.

Un altro fronte e’ quello dell’Asean + 3, comprendente l’Associazione delle nazioni del Sud-est Asiatico, la Cina, il Giappone e la Corea del Sud: a Manila i leader dei tredici paesi – che insieme rappresentano il trenta per cento dell’economia globale – si sono impegnati a rafforzare ulteriormente la cooperazione per contrastare l’ascesa del protezionismo nella regione e riaffermare l’adesione al multilateralismo economico. A cio’ si aggiunge che undici paesi, compresi alcuni membri dell’Asean – Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Peru’, Singapore e Vietnam – hanno appena raggiunto un accordo per procedere con il Partenariato trans-Pacifico (Tpp) nonostante il ritiro degli Usa, sospendendo alcune disposizioni dall’intesa originale. L’impatto del Partenariato e’ ovviamente ridimensionato: il cosiddetto “Tpp-11” rappresenta il 13,5 per cento del prodotto interno lordo mondiale e il 15,2 per cento del volume degli scambi; con la partecipazione statunitense le percentuali sarebbero salite rispettivamente al 38,2 e 26,5 per cento.

Di grande rilievo commerciale e’, infine, il Dialogo India-Asean, di cui ricorre quest’anno il 25mo anniversario. L’India e i paesi dell’Asean hanno una popolazione complessiva di 1,85 miliardi di persone e un prodotto interno lordo di 3.800 miliardi di dollari; gli scambi commerciali nel 2015-16 hanno raggiunto 65,04 miliardi di dollari; negli ultimi 17 anni gli investimenti esteri diretti dall’Asean all’India hanno superato i 70 miliardi di dollari, piu’ del 17 per cento del totale. Dopo l’espansione dei commerci degli ultimi anni, Nuova Delhi punta ad allargare la cooperazione dalla sfera economica a quelle politica e di sicurezza e socio-culturale. Il primo ministro indiano, Narendra Modi, nel suo intervento a Manila, si e’ impegnato in tal senso, dichiarando: “A breve termine l’Asia meridionale e sud-orientale saranno il motore dello sviluppo del mondo. La politica ‘Act East’ del governo indiano mette la regione al centro del proprio impegno”. Il leader indiano ha aggiunto che la trasformazione del suo paese sta procedendo in modalita’ “senza precedenti” e ha esortato i dieci Stati membri dell’organizzazione a partecipare alla storia della crescita dell’India.

Dal punto di vista politico il tema piu’ caldo e’ stato quello del Mar Cinese Meridionale, dove si trovano diverse isole contese, tra cui le isole Paracelso e le Spratly. Le rivendicazioni territoriali della Cina sulle Spratly, conosciute come Nansha in Cina, che si ritiene siano ricche di riserve di petrolio e gas, sono contrarie a quelle di Filippine, Taiwan, Malesia, Brunei e Vietnam. Anche le Paracel, in cinese Xisha, sono contese da Taiwan e dal Vietnam. Inoltre, gli Stati Uniti sono impegnati in attivita’ militari in prossimita’ delle aree controverse con navi che entrano nelle acque vicino alle isole, senza il permesso delle autorita’ di Pechino, per svolgere le cosiddette operazioni legate alla liberta’ di navigazione.

A Manila, il vertice Asean-Cina si e’ concluso con un’intesa ad avviare un negoziato per un Codice di condotta nel Mar Cinese Meridionale. “In seguito all’adozione da parte dei ministri degli esteri dei paesi membri dell’Asean e della Cina dell’Accordo quadro per un Codice di condotta nel Mar Cinese Meridionale, ad agosto, i leader hanno formalmente annunciato l’inizio di negoziati sul Codice di condotta nel Mar Cinese Meridionale”, si legge in un comunicato del ministero degli esteri filippino. Inoltre, i leader hanno accolto favorevolmente lo sviluppo del dialogo Asean-Cina in tre aree di cooperazione: politica e di sicurezza, economica, socio-culturale. I partecipanti, infine, hanno anche adottato la Dichiarazione per un decennio di tutela ambientale costiera e marina nel Mar Cinese Meridionale e il Comunicato congiunto sul rafforzamento della cooperazione anti-corruzione.

A margine del forum, il consigliere di Stato del Myanmar, Aung San Suu Kyi, ha incontrato i primi ministri del Giappone, Shinzo Abe, e dell’Australia, Malcolm Turnbull; il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, e il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, che si rechera’ domani in vista nel paese asiatico. Sull’emergenza rohingya Abe ha ribadito la posizione di Tokyo – chiedendo la fine delle violenze contro la minoranza musulmana nello Stato di Rakhine e condannando al tempo stesso gli assalti dei militanti alle caserme delle forze di sicurezza che hanno innescato la crisi alla fine di agosto – mentre Guterres ha chiesto alla leadership birmana di consentire quanto prima il rientro nel paese delle centinaia di migliaia di profughi fuggiti nel vicino Bangladesh.

A Manila, infine, e’ stato celebrato anche il quarantesimo anniversario del Dialogo tra Unione europea e Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico. L’evento, al quale hanno partecipato capi di Stato e di governo dell’Asean, il segretario generale Le Luong Minh e il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, si e’ concluso con una dichiarazione congiunta di impegno ad “accelerare gli sforzi” per la creazione di un “partenariato strategico”, rafforzando tutte le aree di cooperazione: “Accogliamo la recente adozione del piano d’azione Ue-Asean per il periodo 2018-2022 e la dichiarazione congiunta sugli accordi di Parigi”, recita il testo, che sottolinea il contributo che “le due organizzazioni regionali piu’ avanzate e di successo del mondo” hanno dato alla pace, alla sicurezza, alla stabilita’, allo sviluppo sostenibile del Sud-est asiatico, dell’Europa e del mondo. La dichiarazione riafferma anche “l’importanza del rafforzamento della connessione strategica e del partenariato economico con lo scopo di aumentare il commercio e gli investimenti tra le due ragioni, sulla base della trasparenza, dell’apertura e della sostenibilita’, a beneficio della popolazione”.

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