ASEAN e Taiwan nell’era Lai

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L’insediamento del nuovo presidente Lai Ching-te a Taipei e le possibili ripercussioni economiche e politiche nel Sud-Est Asiatico

Di Luca Menghini

Il 20 maggio, Lai Ching-te diventerà ufficialmente il nuovo presidente di Taiwan. Questo evento sarà di grande rilievo non solo per l’isola ma anche per il contesto geopolitico dell’intero Sud-Est asiatico. Taiwan si sta infatti preparando a un cambiamento significativo con l’insediamento del leader del Partito Progressista Democratico (DPP), noto per le sue inclinazioni verso l’indipendenza dell’isola dalla Cina. Lai ha ottenuto il 40,1% dei voti, superando i candidati del Kuomintang (KMT) e del Taiwan People’s Party (TPP). Nonostante la vittoria del DPP, il partito ha perso il controllo dell’assemblea legislativa, costringendo il nuovo presidente a cercare un consenso più ampio che lo porterà a moderare le sue politiche più estreme.

La perdita della maggioranza parlamentare potrebbe essere vista dall’ASEAN come un elemento di stabilità, in quanto potrebbe mitigare le politiche di Lai, riducendo così le tensioni nello Stretto di Taiwan. Questa area è di vitale importanza strategica, essendo un corridoio marittimo cruciale per il commercio globale. L’ASEAN, che tradizionalmente segue una politica di non interferenza e di consenso, ha reagito all’elezione di Lai con cautela. I Paesi membri, posizionati in una regione incrociata da svariate rotte commerciali e sfere di influenza di grandi potenze, cercano di mantenere un equilibrio per evitare conflitti. La stabilità dello stretto è essenziale non solo per la sicurezza regionale ma anche per l’economia globale.

Durante il periodo che ha preceduto le elezioni, le tensioni tra Taiwan e Cina sono cresciute, specialmente durante la presidenza di Tsai Ing-wen, che ha cercato di rafforzare i legami con gli Stati Uniti. La Cina ha risposto aumentando la pressione militare e diplomatica sull’isola, che considera una provincia ribelle da dover riunificare in futuro. Se la reazione dell’ASEAN e della maggioranza dei suoi paesi membri all’elezione di Lai è stata generalmente contenuta, con la maggior parte dei paesi che hanno evitato di prendere posizioni forti pubblicamente, lo stesso non si può dire per il presidente filippino Ferdinand Marcos Jr. Marcos è stato l’unico leader a distaccarsi da questa linea, esprimendo pubblicamente congratulazioni a Lai e riferendosi a lui come presidente, sottolineando la speranza di una collaborazione stretta e il rafforzamento degli interessi reciproci. Questa mossa non è stata vista favorevolmente dalla Cina, che, rivendicando Taiwan come parte del suo territorio, non riconosce a Lai il titolo di presidente. Ancora più critica è stata la reazione della Cina alle congratulazioni estese dagli Stati Uniti attraverso il Segretario di Stato Antony Blinken, accusando il governo statunitense di inviare “un segnale gravemente sbagliato alle forze separatiste per l’indipendenza di Taiwan”.

Sul fronte economico, la politica del Nuovo Corso verso il Sud, avviata dall’ex presidente Tsai Ing-wen a partire dal 2016, ha avuto l’obiettivo di ridurre la dipendenza economica di Taiwan dalla Cina, promuovendo la cooperazione economica con 18 paesi, inclusi i membri dell’ASEAN, sei stati del Sud Asia, l’Australia e la Nuova Zelanda. Questa iniziativa ha cercato di incentivare la cooperazione economica e commerciale, oltre allo scambio di talenti e risorse. Tuttavia, nonostante gli sforzi, le reazioni sono state miste, influenzate anche dalla cautela dei vari governi che cercano di non irritare la Cina. Il ministro degli Affari Economici di Taiwan, Wang Mei-hua, ha indicato come nel 2022 gli investimenti delle aziende taiwanesi nel Sud-Est e nel Sud Asia abbiano superato gli investimenti in Cina, raggiungendo i 5,2 miliardi di dollari. Questo incremento è stato spinto dalle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, ma la vicinanza geopolitica alla Cina continua a rappresentare un ostacolo significativo per un’espansione più libera delle relazioni commerciali di Taiwan.

Adesso, con l’insediamento di Lai, si prevede che l’impegno di Taiwan verso il Sud-Est asiatico continui ad aumentare e anzi si intensifichi ulteriormente, con una particolare attenzione alla cooperazione nell’industria ad alta tecnologia. Tuttavia, la crescente influenza della Cina nella regione rappresenta una sfida imminente. Un sondaggio recente ha evidenziato che la maggior parte dei paesi del Sud-Est asiatico favorisce la Cina rispetto agli Stati Uniti. La complessa situazione richiederà infatti a Lai di bilanciare attentamente la promozione degli interessi economici di Taiwan con la necessità di navigare le sensibilità politiche e diplomatiche del Sud-Est asiatico.

In conclusione, l’insediamento di Lai Ching-te come presidente di Taiwan rappresenta un momento significativo per la politica dell’isola. Confrontato con la perdita della maggioranza parlamentare e le crescenti tensioni con la Cina, Lai dovrà navigare un contesto geopolitico di crescente complessità, cercando di bilanciare le aspirazioni indipendentiste del suo partito con la necessità di mantenere stabilità e rapporti pacifici nella regione. Le sue politiche, in particolare il rafforzamento delle relazioni con i paesi del Sud-Est asiatico e oltre, saranno cruciali per la sicurezza e il progresso economico di Taiwan. In questo delicato equilibrio, la capacità di Lai di attuare una diplomazia efficace e di promuovere una crescita economica sostenibile, pur gestendo le pressioni esterne, definirà il successo del suo mandato e potenzialmente influenzerà l’ordine regionale del Sud-Est asiatico per gli anni a venire.

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