Il futuro dell’ASEAN Way

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All’interno del blocco dei Paesi del Sud-Est asiatico è nato un dibattito sui meccanismi decisionali dell’Associazione

Editoriale a cura di Valerio Bordonaro

Direttore Associazione Italia-ASEAN

Quello del consenso “è il principio fondamentale dell’ASEAN per una cooperazione reciprocamente vantaggiosa e per garantire la continuità dell’Associazione nell’integrare pienamente il blocco, così da realizzare la costruzione della comunità ASEAN”. È la cosiddetta “ASEAN way” caratterizzata da neutralità e pacifismo di cui abbiamo parlato diverse volte. E di cui parla anche il cambogiano Chun Sovannarith. Ovvero la chiave, a suo parere, dello “straordinario successo” dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico nel rendere la regione “stabile, pacifica, inclusiva, sostenibile, resiliente e prospera per oltre cinque decenni”. Da 55 anni l’ASEAN prende le proprie decisioni basandosi sul modello del consenso, citato 6 volte all’interno dei 55 articoli della Carta dell’associazione. Attraverso questo processo decisionale condiviso, alternativo al principio della maggioranza, si è dunque prodotto un meccanismo di integrazione e consultazione continua tra tutti gli stati membri. Ultimamente, però, circola un’idea che se applicata potrebbe apportare qualche modifica a questa storica unità d’intenti. Sul modello dell’“ASEAN Minus X” (una formula che permetteva ad alcuni stati del gruppo di non attuare delle politiche tariffarie e commerciali adottate in sede comune), c’è chi immagina la creazione di un modello di “maggioranza con super voto” volto a migliorare l’efficacia istituzionale dell’associazione nei casi in cui non si raggiungesse il consenso su questioni regionali o internazionali di interesse comune. Una posizione sulla quale può valere la pena aprire un dibattito, ma secondo Chun Sovannarith “bisogna chiedersi se un eventuale nuovo modello si adatti al contesto attuale o meno, considerando che il principio del consenso funziona già efficacemente per l’unità nella diversità dell’ASEAN, sotto il motto di una visione, un’identità e una comunità”. In tal senso, si può anche dire che questa idea “potrebbe non essere coerente con la natura stessa dell’ASEAN”, aggiunge esprimendo una posizione che si sposa con quella del governo cambogiano. Sulla base degli articoli della Carta dell’associazione, continua Chun, “la personalità giuridica dell’ASEAN deve prevalere di gran lunga sulla decisione politica, poiché la decisione dei leader è giuridicamente vincolata dal principio del consenso”. Al di là delle opinioni, va considerato che per cambiare il modello decisionale ed emendare la Carta servirebbe proprio il consenso di tutti gli stati ASEAN. 

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