Gli ordigni inesplosi (UXO) sono una delle realtà del Laos e, nonostante la popolazione abbia trovato soluzioni per adattarsi alla situazione, gli UXO restano un problema di difficile risoluzione per il Paese
Il Laos detiene uno dei più critici primati del mondo: è il Paese con il maggior numero pro capite di ordigni inesplosi (UXO) avendo circa 80 milioni di UXO ancora sparsi sul territorio nazionale. Secondo il Ministero degli Esteri giapponese, più di due milioni di tonnellate di bombe sono state sganciate sul Laos durante gli intensi raid aerei nel periodo della guerra in Vietnam. Per la precisione, si stima che tra il 1964 e il 1973 l’aviazione militare statunitense abbia sganciato 270 milioni di bombe a grappolo sul Laos. L’obiettivo degli americani era quello di impedire agli alleati dei comunisti vietnamiti di vincere la guerra civile nel Laos e di bloccare i rifornimenti provenienti dal Laos e diretti verso il Vietnam. Secondo alcune stime, in Laos per nove anni di fila, ci sono stati bombardamenti ogni otto minuti, 24 ore su 24.
Di queste bombe circa il 30% è ancora inesploso rappresentando un grave pericolo per i cittadini del Laos. Infatti, nel paese, le vittime di questi ordigni inesplosi sono numerose ogni anno. Anche se il governo ha iniziato a tener nota delle morti causate dalle UXO solo dal 2008, il sito “Legacies of war” stima che nel Laos dalla fine della guerra, più di 20mila persone siano rimaste uccise o ferite dagli ordigni inesplosi. Molte volte le UXO esplodono perché vengono dissotterrate accidentalmente da contadini che coltivano i campi oppure in occasioni di normali momenti di vita quotidiana, come per esempio cucinando all’aperto nelle vicinanze di un ordigno.
Circa il 40% delle vittime degli UXO, tra l’altro, risultano essere bambini. Per esempio, nel 2021 un ordigno inesploso ferì Soupha, un bambino di 9 anni, e uccise due suoi amici. I bambini avevano iniziato a giocare con l’ordigno credendo fosse un pallone. Difatti, ciascuna bomba a grappolo infatti è usualmente composta da 200 sotto-munizioni. Questo implica che molte volte questi ordigni inesplosi hanno le dimensioni modeste di una pallina di tennis e per questo possono sembrare innocui, soprattutto agli occhi dei bambini.
Anche nei centri urbani i cittadini del Laos sono abituati a fare i conti con gli ordigni inesplosi. Per esempio, pochi giorni dopo l’inizio del 2023, alcuni specialisti dell’esercito laotiano hanno individuato ordigni inesplosi (UXO) nel centro della città settentrionale di Kasi. La squadra di artificieri ha dovuto isolare tutta la zona circostante per rimuovere la bomba a grappolo ritrovata.
La popolazione, quindi, ha dovuto imparare a convivere con queste bombe e mine inesplose, cercando in alcuni casi anche di trarne vantaggio. Per esempio, alcuni come Kommaly Chanthavong, fondatrice di una cooperativa che produce seta, hanno cercato di insegnare ai propri connazionali come disinnescare le bombe per coltivare in sicurezza i campi e piantare il gelso per nutrire i bachi da seta. Altri, usano questi ordigni inesplosi come se fossero una materia prima. La lok Phengparkdee, un ragazzo di 23 anni, raccoglie bombe inesplose (UXO) e ne ricava cucchiai. Il ragazzo rivela che questo strano mestiere gli è stato insegnato dal padre, che fin dal 1978 aveva iniziato a disinnescare e raccogliere bombe per trasformarle in cucchiai. In questo contesto si inserisce anche un’associazione italiana: la “No war factory”. Questa associazione acquista direttamente gioielli artigianali prodotti attraverso scarti bellici da alcune famiglie del Laos. Una volta che questi gioielli vengono importati in Italia in alcuni casi sono arricchiti di pietre e poi venduti. In questo modo l’associazione aiuta l’economia laotiana donando una parte dei profitti all’associazione MAG (Mines Advisory Group), che si occupa della rimozione degli ordigni nel Laos, sin dal 1994.
Purtroppo, nonostante gli sforzi che la popolazione ha fatto negli anni per adattarsi a questa situazione, gli ordigni inesplosi restano un problema di difficile risoluzione per uno dei paesi più poveri del mondo in cui le persone spesso vivono con meno di 1,25 dollari al giorno. Infatti, il 70% della popolazione vive nelle aree rurali dove molte volte intere aree importanti per la coltivazione sono rese inutilizzabili dalla presenza di decine di milioni di bombe inesplose. Inoltre, nonostante l’assistenza di Paesi come Giappone, Stati Uniti ed altri, il governo non ha abbastanza introiti per dar vita a una continua ed efficace campagna di rimozione delle UXO.