La nuova “corsa allo spazio” del Sud-Est Asiatico

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Turismo, comunicazioni e difesa sono le nuove frontiere della tecnologia spaziale

Articolo di Tommaso Magrini

Turismo spaziale e tecnologia satellitare sono il futuro del Sud-Est Asiatico. Thailandia e Vietnam si sono infatti lanciate in una nuova “corsa allo spazio” che proietterà la Regione al centro delle dinamiche dello sviluppo del settore. 

La Geo-Informatics and Space Technology Development Agency tailandese si prepara a mettere in orbita nel mese di agosto un satellite industriale, sviluppato con il sostegno del Regno Unito. Entro i prossimi cinque anni, inoltre, il Paese del Sud-Est Asiatico è intenzionato a lanciare altri due o tre satelliti interamente home made.

Si tratta di progetti molto ambiziosi quanto importanti per lo sviluppo tecnologico della Thailandia, dal momento che l’impiego di satelliti sviluppati nazionalmente offrirebbe al Paese più ampia libertà nel raccogliere e gestire dati scientifici, che nel caso di Bangkok verrebbero utilizzati per veicolare il settore agricolo verso un approccio più tecnologico e funzionale.

In più il Paese sta valutando la possibilità di costruire un proprio sito di lancio. Se il budget a disposizione e lo sviluppo tecnologico lo consentiranno, la struttura potrebbe essere costruita in meno di dieci anni. Intanto la previsione del governo è che l’economia spaziale sia destinata a crescere di circa 9 miliardi di dollari entro il 2030, diventando una delle industrie di punta del Paese.

La Thailandia inoltre sta valutando l’impiego della tecnologia spaziale per scopi di difesa. Inoltre, sta considerando di vietare i siti di produzione per satelliti militari stranieri e relative apparecchiature nel territorio nazionale.

Ma la Thailandia non è l’unica nazione del Sud-Est Asiatico con ambizioni spaziali. Anche Hanoi si sta muovendo nella stessa direzione, avendo approvato un piano per la costruzione di uno spazioporto turistico entro il 2026. Un progetto da 30 trilioni di dong, secondo i media locali, all’incirca 1,3 miliardi di dollari. La struttura sarà costruita sull’isola di Phu Quoc, già famosissima destinazione turistica, e il primo lancio è previsto per il 2030.

Thailandia e Vietnam sono quindi in concorrenza con i due giganti dello spazio: Cina e Stati Uniti. Ma non partono affatto svantaggiati. I Paesi del Sud-Est Asiatico hanno infatti un vantaggio geografico non indifferente: la posizione vicino all’equatore permette di usare un minore quantitativo di energia per il singolo lancio, abbattendo di conseguenza i costi.

Anche le Filippine non si sono lasciate sfuggire la ghiotta occasione e hanno firmato un accordo con SpaceX, l’azienda di Elon Musk, per la fornitura dei servizi internet di Starlink. L’azienda, infatti, spera di migliorare le comunicazioni e il transito di dati nelle zone montuose e più remote dell’arcipelago, soprattutto per facilitare le operazioni di soccorso in caso di necessità. L’aumento di condizioni climatiche estreme ha infatti incrementato l’interesse per il business dei satelliti, essendo il Sud-Est Asiatico una delle aree più colpite dal cambiamento climatico, con inondazioni e prolungati periodi di siccità che si verificano su larga scala. In questo senso i sistemi di monitoraggio dei satelliti potrebbero aiutare a mitigare le conseguenze di tali fenomeni.

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