Nichel, l’oro indonesiano

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Giacarta ne è ricchissima e l’elemento ha assunto una rilevanza strategica per via dell’avanzamento della produzione di veicoli elettrici. Attirando l’interesse delle grandi potenze

Che vi sia unanimità verso l’esigenza di abbandonare i combustibili fossili entro il 2050 è un fatto ormai assodato, specie in seguito all’accordo storico della COP28. Tuttavia, quando si tratta di considerare il passaggio alle fonti di energia rinnovabile come un’opportunità di crescita sostenibile per le economie in via di sviluppo, l’unanimità lascia spazio ad una visione permeata sia di ottimismo sia di pessimismo. L’Indonesia, con l’utilizzo del nichel come driver della transizione green e il conseguente danno ambientale, ne è un esempio. 

Negli ultimi anni, il nichel (specie quello di classe1) ha assunto una rilevanza strategica per via dell’avanzamento della produzione di veicoli elettrici (EV), le cui vendite annuali raggiungeranno almeno 41 milioni entro il 2030, secondo l’IEA. Grazie alle sue eccezionali proprietà e all’elevata efficienza di riciclaggio, il nichel contribuisce all’economia circolare, e in senso lato al raggiungimento di vari SDGs. Non sorprende che l’Indonesia, quale più grande produttore di nichel al mondo con il 52% delle riserve totali a livello globale, ambisca a diventare un hub indispensabile per l’industria dei EV. In effetti, il paese presenta vantaggi in termini di costi e relativa facilità di sviluppo di nuovi progetti rispetto ad altri paesi produttori di tale metallo, tra cui Filippine, Russia e Australia. Inoltre, con l’adozione di normative che ne hanno vietato l’esportazione, il governo è riuscito ad attirare massicci investimenti, prevalentemente cinesi. 

Tuttavia, se è vero che il progressivo abbandono delle auto a gas è una parte rilevante della transizione energetica, è altrettanto vero che la lavorazione del nichel per l’utilizzo nelle batterie dei EV comporta un significativo impatto ambientale. Preme, infatti, sottolineare che la maggior parte della produzione indonesiana è costituita da nichel di classe2 che necessita processi di lavorazione per essere trasformato in classe1. E, purtroppo, le attività di estrazione e lavorazione hanno generato grandi volumi di rifiuti tossici, causato deforestazione e perdita di biodiversità. Fa discutere il fatto che il danno ambientale sia interamente a carico del luogo in cui si effettua l’estrazione mineraria, e in ultima analisi, delle comunità che vi vivono. Così come fa riflettere che questi impianti siano fortemente energivori, rifornendosi perlopiù da centrali elettriche a carbone. 

Ciò nonostante, lo sfruttamento del nichel rappresenta una significativa opportunità per l’Indonesia ai fini di sostenere la propria crescita economica, consolidare il suo ruolo di leadership nella regione e aspirare ad essere un high-income country. Trattandosi di un settore critico per gli equilibri industriali, il nichel influisce inevitabilmente sulle dinamiche geopolitiche, rendendo Giacarta una preda sempre più ambita da Pechino e Washington. Da un lato, la Cina quale leader mondiale nella produzione di EV, ha investito 8 miliardi di dollari nel 2022 accrescendo la sua influenza nel paese, quale crocevia tra l’Oceano Indiano e Pacifico. Effettivamente, molti operatori di raffinazione del nichel sono di proprietà della società cinese Jiangsu Delong Nickel Industry, così come è di proprietà sino-indonesiana il parco industriale Morowali (IMIP). Dall’altro, i legami strategici tra Washington e Indonesia sono stati elevati a un Comprehensive Strategic Partnership (CSP) nel novembre 2023, anche se rimangono ancora superficiali e mancano di una cooperazione economica. Infatti, l’assenza di accordi bilaterali di libero scambio tra gli USA e Indonesia e le conseguenti barriere commerciali renderanno difficile la realizzazione di programmi chiave per il CSP, tra cui proprio la possibilità di un accordo sui minerali critici. In conclusione, così come la sola transizione verso i EV non basterà a garantire uno sviluppo sostenibile, anche gli atteggiamenti persuasivi delle due grandi potenze nei confronti dell’Indonesia non basteranno ad ottenere l’abbandono della politica di non-allineamento perseguita dal presidente uscente Joko Widodo e, a quanto pare, anche dal prossimo leader Prabowo Subianto.

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