Spazio per Italia e UE nella rivoluzione green dell’ASEAN

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I Paesi del Sud-Est asiatico devono e vogliono accelerare sulla transizione green. Una grande opportunità da cogliere anche dalle imprese italiane

Editoriale a cura di Valerio Bordonaro

I Paesi del Sud-Est asiatico devono accelerare la transizione energetica e restare fedeli agli obiettivi per il contenimento del cambiamento climatico. Secondo un rapporto dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA), è necessario un investimento medio annuo di 210 miliardi di dollari da investire nei settori delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica e delle relative infrastrutture entro il 2050 per limitare un aumento della temperatura globale a 1,5 gradi C. Un investimento di questo tipo sarebbe più di due volte e mezzo l’importo attualmente pianificato dai governi dei Paesi ASEAN. La regione del Sud-Est asiatico ospita il 25% della capacità di generazione geotermica mondiale, ma la regione possiede anche importanti riserve di carbone. L’Indonesia, ad esempio, ha emanato un nuovo regolamento per l’energia pulita. Si tratta di uno dei maggiori esportatori mondiali di carbone, che alimenta attualmente il 60% circa del fabbisogno elettrico del Paese. La recente misura è pensata per diversificare il mix energetico e aumentare la quota delle energie rinnovabili al 23% entro il 2025. Finora si trova al 12% circa. Il regolamento stabilisce inoltre che non verranno costruite nuove centrali a carbone, anche se quelle già attive potranno continuare a rimanere in funzione. Le emissioni di queste centrali, tuttavia, dovranno essere contenute. Il governo ha anche stabilito un nuovo sistema di prezzi per le fonti energetiche pulite, per incoraggiare gli investimenti. Per aumentare gli investimenti, il governo fornirà anche incentivi fiscali, inclusi finanziamenti. Secondo il rapporto, se i Paesi del Sud-Est asiatico desiderano realmente contribuire alla lotta al cambiamento climatico, è necessaria un’azione collettiva e concertata: di recente i passi in tal senso appaiono concreti. Secondo IRENA la regione punta a ricavare il 23% della sua energia primaria da fonti rinnovabili entro il 2025. E gli investimenti sono in aumento, con ampi spazi di cooperazione anche per i governi e le imprese internazionali, a partire da Europa e Italia.

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