Sfide e opportunità per la malese Top Glove nell’anno del Covid-19

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Il più grande produttore mondiale di guanti in lattice ha collezionato profitti record quest’anno, ma ha anche chiuso 28 fabbriche a causa del virus 

Top Glove è un’azienda malese produttrice di guanti in gomma, specializzata anche in mascherine per il viso e altri prodotti. L’azienda possiede e gestisce 41 fabbriche in Malesia, Cina, Thailandia e Vietnam, e produce 220 milioni di guanti di gomma usa e getta al giorno, esportando in 195 Paesi con oltre 2.000 clienti in tutto il mondo. Due terzi dei guanti in lattice del pianeta sono realizzati in Malesia, con Top Glove che ne produce uno su cinque. I mercati più grandi dell’azienda sono il Nord America e l’Europa. 

“La richiesta urgente di materiale sanitario sembra diventata la normalità per Top Glove”, ha dichiarato ai giornalisti il Direttore esecutivo Lim Cheong Guan, aggiungendo inoltre che la domanda dovrebbe continuare a crescere. “Prevediamo che nei prossimi tre anni ci sarà ancora carenza di guanti”, ha aggiunto. “Il potenziale aumento della domanda è dovuto principalmente al fatto che le attuali scorte di guanti sono a livelli estremamente bassi nei magazzini dei nostri clienti”. L’azienda stima infatti che la domanda di guanti crescerà del 20% quest’anno, del 25% l’anno prossimo e del 15% dopo la pandemia.

A causa del forte aumento della domanda durante la pandemia, il valore dell’azienda si è moltiplicato di almeno sei volte quest’anno, alterando la composizione del mercato azionario della Malesia e diventando una delle società più quotate nel Paese. Nell’anno finanziario terminato il 31 agosto 2020, la domanda di guanti di gomma era così forte che l’azienda ha aumentando i guadagni dell’intero anno a oltre 1 miliardo di dollari, una cifra record che ha accresciuto in maniera significativa il valore delle azioni della società. Forte di questi risultati, nel novembre 2020, l’azienda ha anche donato un totale di $45 milioni al fondo governativo Covid-19 istituito per combattere la pandemia.

Tuttavia, nello stesso mese, un focolaio è emerso nello stabilimento di Meru, cittadina nel distretto di Klang a Selangor, lo stato più sviluppato della Malesia, costringendo la dirigenza ad optare per la chiusura temporanea di 28 stabilimenti nel Paese, facendo crollare del 10% il valore delle azioni della società. La settimana scorsa il valore delle azioni dell’azienda è diminuito ancora del 3,5%, ma è comunque aumentato del 337% dall’inizio dell’anno. Su 5.767 impiegati sottoposti ai controlli, ben 2.453 sono risultati positivi al virus, evidenziando la necessità di azioni drastiche per contenere i danni sul piano epidemiologico. La maggior parte dei casi positivi nel cluster sono operai, per lo più stranieri immigrati dal Nepal, che vivono spesso in condizioni igieniche precarie in grandi e affollati complessi abitativi.

Quest’anno infatti Top Glove è stata sotto i riflettori globali non solo per i suoi profitti da record, ma anche per le accuse di pratiche di sfruttamento del lavoro. A luglio, gli Stati Uniti hanno vietato l’importazione di guanti da due delle filiali dell’azienda a causa delle preoccupazioni sul lavoro forzato. Glorene Das, Direttrice esecutiva di Tenaganita, una ONG con sede a Kuala Lumpur, ha dichiarato alla BBC che “questi lavoratori sono vulnerabili perché vivono in appartamenti condivisi e affollati e svolgono un lavoro che non consente di praticare un rigoroso distanziamento sociale”.

Di fronte alle polemiche, il Ministro della Difesa malese Ismail Sabri Yaakob ha annunciato che le autorità inizieranno immediatamente a far rispettare le nuove regole sugli alloggi dei lavoratori e ad imporre multe di circa $12.300 per ogni dipendente che vive in alloggi non regolamentati. Inoltre, le autorità del Paese hanno testato tutti i lavoratori di Top Glove nelle fabbriche e nei dormitori interessati con l’obiettivo di circoscrivere al più presto il focolaio e limitare i danni. Secondo il Ministro del commercio internazionale e dell’industria Mohamed Azmin Ali infatti è necessario mettere l’azienda nelle condizioni di continuare la produzione, dal momento che Top Glove è una delle poche aziende in Malesia orientata alla produzione di materiale sanitario in plastica e una delle più importanti del mercato globale.

Malgrado questo ostacolo inaspettato, la presenza e l’attività di Top Glove continua ad avere grande importanza per la Malesia e per il resto del mondo che utilizza i suoi prodotti di qualità. L’azienda infatti ha messo da parte durante l’anno risorse sufficienti per espandere la capacità di produzione a 100 miliardi di pezzi nei prossimi cinque anni. La crisi globale di quest’anno ha messo a dura prova le decine di fabbriche produttrici di guanti in gomma sparse nel Sud-Est asiatico, ma allo stesso tempo le ha messe nelle condizioni di aumentare la produzione e svolgere un ruolo di primo piano nella battaglia al Covid-19. 

  A cura di Diego Mastromatteo           

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