Il Vietnam conferma la sua leadership

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Al centro del XIII Congresso del Partico Comunista Vietnamita gli obiettivi di trasformazione del Vietnam in grande potenza internazionale

Il 2021 sarà un anno importante per comprendere la direzione che intraprenderanno i Paesi del Sud-Est Asiatico nel futuro, che appare incerto ora più che mai. Il Vietnam non fa eccezione e, contro ogni aspettativa, chiude l’anno della pandemia con un’economia in crescita di quasi il 3%, vantando una gestione esemplare dell’emergenza sanitaria. In questo contesto si è tenuto il XIII Congresso del Partito Comunista della Repubblica Socialista del Vietnam, conclusosi il 2 febbraio scorso, dopo la nomina dei principali organi di Partito.

Il Vietnam ha una struttura politica informalmente chiamata “a quattro pilastri”, che prevede altrettante posizioni di leadership dominanti: il Segretario Generale del Partito, il Presidente dello Stato, il Primo Ministro e il Presidente dell’Assemblea Nazionale. Dal 2018, tuttavia, a seguito dell’improvvisa morte del Presidente Tran Dai Quang, le cariche di Segretario Generale e Presidente dello Stato sono state accorpate in un unico pilastro. 

Al termine del Congresso, è emersa la figura di Nguyen Phu Trong, riconfermato per la terza volta alla carica di Segretario Generale e Presidente per il nuovo mandato 2021-2025, diventando il più longevo capo di partito nella storia del Vietnam. La rielezione dell’ex Segretario Generale, ormai 76enne, è stata una sorpresa per tutti, in primo luogo per Trong stesso, che aveva sostenuto la nomina del collega Tran Quoc Vuong. Tuttavia, come il Congresso Nazionale ha successivamente dichiarato, la scelta è ricaduta su una figura già nota e in grado di assicurare stabilità al partito e al Paese in un momento di profonda incertezza globale, tra crisi pandemica e recessione economica. Resta comunque possibile che Trong si dimetta nel corso del suo nuovo mandato, qualora si trovi un candidato adatto a ricoprire la carica.

Il secondo nome di rilievo all’interno del panorama politico vietnamita è Nguyen Xuan Phuc, riconfermato nuovamente alla carica di Primo Ministro. Resta, poi, al potere Nguyen Thi Kim Ngan, capo dell’Assemblea Nazionale dal 2016 e prima donna a ricoprire tale posizione.

Attraverso le parole “Solidarietà, Democrazia, Disciplina, Creatività e Sviluppo”, il Congresso Nazionale si è posto l’obiettivo di elaborare, sulla base delle risoluzioni approvate negli anni scorsi, le nuove linee guida che indirizzeranno l’azione del Partito nel prossimo quinquennio. Al centro dei lavori hanno trovato spazio vari temi, tra cui le capacità di leadership dei membri del Politburo, la trasparenza del processo politico e la fiducia del popolo nel Partito, nello Stato e nell’ideologia socialista. Nell’attuale situazione di emergenza, inoltre, il Partito si impegnerà a ricercare la prosperità del Paese e il benessere dei suoi cittadini, promuovendo l’agire solidale e l’unità nazionale. Restano in primo piano gli obiettivi di industrializzazione, modernizzazione, sicurezza nazionale e la creazione di un ambiente stabile e pacifico nella regione del Sud-Est asiatico, nonché la trasformazione del Vietnam in una grande potenza internazionale orientata al socialismo. Per la realizzazione del piano, il XIII Congresso Nazionale ha elaborato un complesso di 12 direzioni strategiche per lo sviluppo nazionale nel periodo 2021-2030. In tal senso, viene evidenziata la necessità di rafforzare – e costruire, qualora non fossero già presenti – delle istituzioni atte a promuovere lo sviluppo sostenibile del Vietnam, l’economia di mercato di stampo socialista, la trasformazione industriale, le imprese emergenti e la transizione digitale. Si chiedono, inoltre, importanti cambiamenti nell’area dell’educazione e della formazione di risorse umane qualificate. Il Capo di Stato si è, poi, raccomandato: di stimolare il progresso umano in tutte le sue sfaccettature, non trascurando, però, l’identità culturale vietnamita; di combattere con vigore contro i cambiamenti climatici, i disastri naturali e le epidemie; di prevenire i conflitti, salvaguardare la sovranità e l’integrità territoriale; di sfruttare le risorse naturali della terra e migliorare la qualità dell’ambiente; e infine, di attuare una politica estera caratterizzata tanto da indipendenza e autodeterminazione, quanto dedita al rafforzamento delle relazioni multilaterali e all’integrazione nella comunità internazionale.

Ma c’è di più. Si prevedono anche obiettivi a lungo termine, come la trasformazione del Vietnam in un’economia moderna a reddito medio alto entro il 2030 e il raggiungimento di un reddito elevato pro capite entro il 2045. Obiettivi indubbiamente ambiziosi, ma anche possibili per uno Stato che mostra una crescita costante del PIL, nonostante le avversità. Da non dimenticare, poi, la chiave di lettura offerta dal Presidente Trong, secondo cui tutto ciò diventa realizzabile solo attraverso l’amore per la patria, la resilienza e l’unità nazionale.

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