Singapore

Startup italiane a Singapore

Con un ecosistema innovativo in crescita e un ruolo chiave nel commercio globale, Singapore offre opportunità senza pari per le aziende italiane

L’innovazione italiana mette un piede in Asia. Passando da Singapore. Il 7 novembre ha segnato il ritorno del Global Startup Program nella città-Stato, che punta a essere un catalizzatore per l’innovazione e la collaborazione tra l’Italia e la regione del Sud-Est asiatico attraverso i Paesi ASEAN. Organizzato dall’Italian Trade Agency (ITA) in collaborazione con il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il programma rappresenta un’opportunità per otto startup italiane di varie aree, tra cui fintech, healthtech, blockchain, health & fitness, sostenibilità e hrtech. L’evento, ospitato dall’Accelerator Tenity Singapore, offre alle startup la possibilità di rafforzare le proprie capacità tecniche, organizzative e finanziarie durante il processo di incubazione. Le otto startup innovative italiane, tra cui Brain & Fitness Italy, Carchain, Coffeefrom, Fairtile, Hacking Talents SRL SB, iWise, Sensosan Sell e Wibiocard. Dante Brandi, ambasciatore d’Italia a Singapore e nel Brunei, ha sottolineato l’importanza di questa partecipazione, definendo il programma come un catalizzatore per l’innovazione e la collaborazione e il rafforzamento dei legami tra Italia e Singapore. Brandi ha evidenziato il ruolo chiave di Singapore nelle strategie commerciali globali dell’Italia nella regione ASEAN, con cifre significative di esportazioni e investimenti italiani. Singapore, scelta come sede ideale, rappresenta un trampolino di lancio cruciale per le startup italiane. Con un ecosistema innovativo in crescita e un ruolo chiave nel commercio globale, Singapore offre opportunità senza pari per le aziende italiane. Ilaria Piccinni, vice commissario al commercio per Singapore e Filippine presso l’Agenzia per il commercio italiano, ha sottolineato la sinergia e l’energia nell’ecosistema delle startup di Singapore, evidenziando il potenziale delle startup italiane di prosperare e avere un impatto significativo. Con una vasta gamma di attività programmate fino al 1 dicembre 2023, il programma si propone di consolidare ulteriormente la presenza e l’influenza delle startup italiane nel panorama globale dell’innovazione. Singapore e l’ASEAN rappresentano uno snodo nevralgico per raggiungere l’obiettivo.

Sempre più ricchezza a Singapore

 Il numero di family office – società che gestiscono le vite e i patrimoni dei clan più ricchi – è salito a 1.100 alla fine dello scorso anno, da appena 400 nel 2020

Articolo di Tommaso Magrini

Singapore è sempre più ricca. Il patrimonio gestito dall’industria del risparmio gestito della città-Stato è raddoppiato in soli sei anni, raggiungendo circa 4.000 miliardi di dollari e circa l’80% di questo patrimonio è estero. BlackRock Inc. si sta espandendo a Singapore, così come l’Ontario Teachers’ Pension Plan. Anche le banche svizzere si stanno espandendo: gli uffici di UBS Group AG dominano un intero isolato in un quartiere commerciale di primo piano, con uno staff di 3.000 persone, una palestra privata e un bar per il cappuccino. La rapida ascesa della gestione del denaro è frutto di un progetto ben preciso. Nel 2020 il governo ha introdotto un nuovo tipo di struttura giuridica, chiamata società a capitale variabile, che fornisce incentivi fiscali e legali alle società di hedge fund, venture capital e private equity che si stabiliscono a Singapore, in modo simile ai programmi di hub offshore. A partire dallo scorso ottobre, più di 600 società hanno usufruito del nuovo programma. Alcuni dei più grandi gestori di denaro del mondo si sono stabiliti a Singapore, tra cui Marshall Wace, Citadel Enterprise Americas di Griffin e D.E. Shaw. Point72 Asset Management del miliardario Cohen ha ampliato il suo team di Singapore di oltre il 50%, arrivando a 100 persone. Complessivamente, gli asset degli hedge fund sono cresciuti del 30% nel 2021, raggiungendo i 191 miliardi di dollari.  Il numero di family office – società che gestiscono le vite e i patrimoni dei clan più ricchi – è salito a 1.100 alla fine dello scorso anno, da appena 400 nel 2020. Tra gli incentivi ad aver contribuito ci sono le modifiche fiscali del 2019 e un programma che prevede una corsia preferenziale per la residenza per gli ultra ricchi. Singapore sta beneficiando anche della volontà di parecchie aziende che cercano una diversificazione nella regione o una base per operazioni asiatiche più ampie oltre la Cina continentale e Hong Kong.

Un centro di aspirazioni condivise

Pubblichiamo qui uno stralcio del discorso di insediamento di Tharman Shanmugaratnam, nuovo Presidente di Singapore

Ho dedicato la mia vita a servire Singapore, la nostra casa. Niente potrebbe essere più significativo per me. Il mio più grande privilegio è stato quello di lavorare attivamente sul campo, settimana dopo settimana, per più di due decenni. Ascoltare le speranze e le preoccupazioni delle persone, aiutarle a superare le difficoltà della vita e condividere le loro gioie. (…) Una società equa e inclusiva va ben oltre le politiche governative. Riguarda tutti noi. Riguarda il rispetto e l’amicizia che ci portiamo l’un l’altro. Indipendentemente dal nostro background e dai nostri risultati scolastici. Indipendentemente dalla razza, dalla religione o da qualsiasi altra differenza. E si tratta di sapere che se un gruppo del nostro popolo perde la speranza, tutti noi avremo meno speranza come singaporiani. Ora più che mai dobbiamo approfondire la nostra solidarietà come singaporiani, in modo da sollevarci a vicenda. (…) Le sfide che il nostro Paese deve affrontare aumenteranno. Siamo in un momento di transizione, sia a Singapore che a livello internazionale. Stiamo entrando in una nuova era, più difficile e più complessa. Il mondo è sempre più diviso e instabile. Le crisi globali – economiche, geopolitiche e ambientali – stanno scoppiando più spesso. Metteranno alla prova tutti i Paesi, soprattutto quelli più piccoli come Singapore. A casa nostra, a Singapore, stiamo diventando una democrazia con opinioni più diverse. Lo considero inevitabile e salutare, e l’ho detto più volte. Ma la nostra vera sfida come singaporiani è garantire che questa diversità di opinioni non ci porti a una società più divisa, come molte altre. Dobbiamo essere una democrazia con più spazio per le diverse opinioni e una società civile fiorente. Ma per essere fiduciosi nel nostro futuro, dobbiamo anche essere una società con un forte centro di aspirazioni condivise e di rispetto per tutti i cittadini.(…) Possiamo e dobbiamo rafforzare una cultura del rispetto per tutti i singaporiani negli anni a venire. Non dobbiamo mai diventare solo un altro piccolo Paese. Ho sventolato la bandiera di Singapore a livello internazionale per molti anni e lavorerò attivamente per rafforzare le partnership esistenti e costruirne di nuove. (…) Nei molti anni trascorsi al governo come ministro, sono rimasto fedele ai miei ideali di giustizia sociale e di inclusione e ho lavorato continuamente, anno dopo anno, per creare consenso su modi pratici e sostenibili per migliorare la vita dei lavoratori e dei cittadini comuni. Sebbene il Presidente sia distinto dal Governo e non faccia politica, non rinuncerò mai a questo scopo nella mia vita e all’indipendenza mentale nell’adempimento dei miei doveri. Passeremo attraverso alti e bassi. Ma siamo ancora un luogo unico, dove possiamo lavorare insieme per rendere il futuro migliore per tutti.

Chi è il nuovo Presidente di Singapore

L’ex vicepremier Tharman Shanmugaratnam, 66 anni, ha ottenuto il 70,4% dei voti

Articolo di Tommaso Magrini

Venerdì 1° settembre si sono svolte le elezioni presidenziali di Singapore. Oltre 2,5 milioni di singaporiani si sono recati alle urne in 1.264 seggi elettorali in tutta l’isola. Secondo i risultati finali, Tharman Shanmugaratnam, 66 anni, ha ottenuto il 70,4% dei voti, mentre i suoi colleghi candidati Ng Kok Song e Tan Kin Lian, entrambi 75enni, hanno ottenuto rispettivamente il 15,72% e il 13,88%. Il margine con cui l’ex vice Premier Tharman ha vinto è stato quindi sorprendente e inaspettato per alcuni analisti, visti i recenti scandali che hanno afflitto il Partito d’Azione del Popolo (PAP) nelle ultime settimane e che, secondo loro, avrebbero potuto inficiare la sua candidatura. Così non è stato. Il vincitore ha un profondo rapporto col partito che da sempre domina la scena della città-Stato. E se davvero l’elezione era vista come barometro del sentimento pubblico, allora il PAP ha confermato la sua presa. Tharman è stato un politico popolare, avendo ottenuto diverse vittorie alle elezioni parlamentari, tra cui il più ampio margine di voti alle elezioni generali del 2020 come membro del PAP. Tharman si era dimesso dal partito e dai suoi incarichi di governo a luglio per candidarsi alla presidenza, dopo 22 anni di politica. Il ruolo del Presidente è in gran parte cerimoniale a Singapore, anche se la carica dovrebbe garantire controlli ed equilibri sul governo. Il Presidente ha poteri di veto su qualsiasi bilancio o transazione specifica che possa attingere alle “grandi riserve” nazionali. Il Presidente può anche porre il veto alla nomina o alla rimozione di funzionari pubblici di rilievo e dare ordine all’ufficio anti-frode di indagare su casi specifici anche quando il Primo Ministro non è d’accordo. Il Premier Lee Hsien Loong ha dichiarato di aver chiamato Tharman per congratularsi. “Gli ho assicurato la piena collaborazione del mio governo”, ha aggiunto Lee.

L’Ambasciatore Mario Vattani saluta Singapore

Il diplomatico lascia la città-stato. Pubblichiamo qui un estratto del suo commiato alla comunità italiana, effettuato in un video su youTube 

Nel momento in cui mi preparo a lasciare questa sede, tengo a salutare i membri della nostra comunità italiana a Singapore. Il vostro sostegno e la vostra presenza sono stati essenziali per sviluppare con Singapore questa partnership dinamica. Credo che siamo riusciti davvero a far conoscere meglio in Italia le opportunità offerte da Singapore, del resto le prove di ciò sono i tanti accordi firmati, le tante visite di alti funzionari che abbiamo accolto, dai responsabili degli esteri e dei trasporti fino a quelli per le infrastrutture, nonché le missioni del nostro ministero degli Interni, della Banca d’Italia e di tanti accademici. Con questo governo l’Italia guarda sempre di più al Sud-Est asiatico come regione di grande crescita per le nostre imprese e l’impegno aumenterà a Singapore vista la sua centralità geopolitica e economica. Ricorderete che proprio qui, il 1° maggio, è iniziata la primissima fase della campagna nell’Indo-Pacifico della nostra più moderna nave della Marina militare, la Francesco Morosini. Per noi Singapore è una vetrina importante, un Paese in grado di anticipare tendenze che saranno seguite dal resto di una regione che conta 600 milioni di abitanti e per questo motivo da quando sono arrivato ho cercato in tutti i modi di aumentare la nostra visibilità con eventi popolari come l’Italian Festival che quest’anno ha totalizzato qualcosa come 300 mila visitatori. Abbiamo aumentato la nostra presenza anche da un punto di vista strutturale. Dal settembre dello scorso anno siamo riusciti a trasferire l’Ambasciata in una nuova sede prestigiosa e centrale che ospita anche uno showroom a disposizione delle nostre aziende. Sappiamo che una caratteristica di Singapore è l’alta concentrazione di capitale e per questo lo scorso anno abbiamo lanciato il Global Sorta, portando con successo qui le nostre startup. Non a caso il nostro ministro degli Affari Esteri il presidente Antonio Tajani ha scelto proprio Singapore insieme a San Francisco e Tel Aviv per creare un Innovation Hub italiano. Singapore ha piani ambiziosi per il futuro e noi possiamo lavorare insieme per realizzarli. Ora la mia nomina a commissario generale per l’Italia all’Expo Osaka 2025 è una nuova sfida e sono sicuro che riusciremo a creare una vetrina eccezionale a Osaka per le aziende, creando nuove sfide per il futuro.

A Singapore si vola col Wi-Fi gratis per tutti

Dal 1° luglio Singapore Airlines diventa una delle prime compagnie aeree internazionali ad offrire la connessione gratuita e illimitata a tutti i passeggeri

Articolo di Tommaso Magrini

Navigare su Internet è diventato sempre più importante, anche mentre ci si trova in volo. Singapore Airlines, riporta il South China Morning Post, si è unita alla manciata di vettori che offrono il Wi-fi gratuito a bordo a tutti i passeggeri e, a partire dal 1° luglio, i clienti potranno navigare senza i soliti costi o limiti di dati. Internet in volo è stato a lungo un costo aggiuntivo scomodo e disordinato che di solito è più problematico di quanto valga, se disponibile, e di solito rimane un’esclusiva di coloro che pagano per un posto in prima classe o in business. Sebbene il tempo trascorso online sia diminuito rispetto alle chiusure per la pandemia di Covid-19, nel 2022 i 5 miliardi di utenti regolari di Internet hanno trascorso ancora più di sei ore al giorno navigando e scrollando, secondo We Are Social, un’azienda britannica che traccia l’uso del web e dei social media. Allo stesso tempo, il numero di passeggeri aerei è in ripresa. Secondo l’International Air Transport Association, nell’aprile 2023 il traffico globale di passeggeri è tornato al 90% del livello pre-Covid, il che significa che il mondo è sulla buona strada per tornare ai 4,5 miliardi di passeggeri trasportati nel 2019, l’anno prima dell’inizio della pandemia e dell’imposizione di restrizioni ai viaggi.

Da qui, vettori come Singapore Airlines puntano sul Wi-fi gratuito per convincere i passeggeri a scegliere la compagnia aerea con cui volare. Air New Zealand è la migliore compagnia aerea del mondo; Singapore è al primo posto in prima classe. “In un mondo sempre più iperconnesso come quello odierno, la connettività Wi-fi ad alta velocità in volo è uno dei requisiti più importanti per i nostri clienti”, ha dichiarato Yeoh Phee Teik, Senior Vice President Customer Experience della compagnia aerea. Per accedere al Wi-fi i passeggeri dovranno iscriversi al programma fedeltà gratuito della compagnia aerea, in modo simile a come operano alcuni dei pochi altri vettori che offrono il Wi-fi gratuito, come Qatar Airways e Delta Air Lines. Singapore Airlines ha dichiarato che l’offerta si applicherà a 129 dei suoi 136 aeromobili, ad eccezione di sette Boeing 737-800 NG che, a suo dire, “non sono abilitati al Wi-fi”.

No a protezionismo e arroganza

Pubblichiamo qui uno stralcio del discorso a Chatham House di Tharman Shanmugaratnam, Senior Minister di Singapore

Gli Stati Uniti e la Cina dovrebbero abbandonare l’arroganza di rivendicare la superiorità dei rispettivi sistemi politici e concentrarsi invece sulla collaborazione per portare avanti i propri interessi. Non ci sono santi nelle relazioni tra le superpotenze. Entrambe devono fare degli aggiustamenti. Entrambe devono evitare un senso di arroganza nei confronti della superiorità dei propri sistemi. Entrambe devono riconoscere che c’è molto in comune nel modo in cui cercano di migliorare le vite e di far crescere i redditi. Queste sono ottime ragioni per vedere da vicino e sviluppare regole per assicurare che il commercio sia equo, che gli investimenti siano equi e che la proprietà intellettuale sia protetta. Sono regole che possono essere sviluppate. L’assenza di una strategia di interdipendenza non significherebbe necessariamente che la Cina si spenga gradualmente. Alla fine si risolleverà comunque, ma quando finalmente ci arriverà saprà chi le ha reso estremamente difficile arrivarci. Questo rende il mondo pericoloso. Nel 2016 c’è stato un “cambio di passo” nella percezione della “minaccia” della Cina negli Stati Uniti. Non credo che questo cambio di rotta sia stato provocato da una nuova strategia della Cina o da un nuovo sviluppo della quota di mercato cinese o delle azioni della Cina in qualsiasi ambito. Si è trattato di politica interna. La politica è importante e credo che stiamo percorrendo una strada che ci porta alla politica del pessimismo e della lamentela e che deve essere corretta. La Cina non si sente ancora pronta a essere alla pari con gli Stati Uniti sulla scena centrale, ma vuole giocare un ruolo più importante nella definizione delle regole del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale, del commercio e di altri settori. E nemmeno gli Stati Uniti. È estremamente importante preservare le intese precedenti su Taiwan e preservare l’ambiguità costruttiva su Taiwan che dura da decenni sia da parte degli Stati Uniti che della Cina. Per quanto riguarda il commercio globale, se optiamo per un sistema protezionistico, che impone restrizioni e in cui le vostre azioni interne hanno ricadute negative sul resto del mondo, potreste essere in grado di preservare la superiorità relativa, almeno per un certo periodo di tempo. Ma quasi certamente a costo di una performance assoluta ovunque.

La corsa del fintech a Singapore

Sempre più attori regionali e internazionali guardano alla città-stato per lanciare banche digitali

Singapore ingrana la marcia sulle banche digitali. La deregolamentazione della città-Stato incoraggia le grandi società tecnologiche regionali come Grab (la superapp onnipresente nel Sud-Est asiatico) a entrare nel mercato, nella speranza di attirare i clienti più giovani e le piccole imprese. Sebbene si preveda che questo favorisca la concorrenza bancaria, le banche virtuali al dettaglio devono ancora portare le loro operazioni completamente online a causa delle persistenti restrizioni normative. Nel frattempo, operatori storici come Standard Chartered stanno digitalizzando i loro servizi a un ritmo sempre più veloce. GXS, una banca digitale posseduta in maggioranza da Grab, ha ampliato i servizi dopo la sua apertura a settembre. “Siamo una banca creata dai nativi digitali per i nativi digitali”, ha dichiarato l’amministratore delegato Charles Wong a Nikkei Asia. GXS si rivolge ai cosiddetti lavoratori della gig economy, come quelli che consegnano i pasti o danno passaggi ai pendolari tramite l’app Grab. La banca cerca anche di attirare coloro che hanno appena iniziato la loro carriera. Non sono previste spese di saldo minimo o di mantenimento del conto. Nel frattempo, Standard Chartered, una delle maggiori banche del Regno Unito, ha iniziato a gestire una banca digitale chiamata Trust Bank, che in quattro mesi ha attirato più di 400.000 utenti. Trust Bank è stata fondata insieme a FairPrice Group, gestore della più grande catena di supermercati di Singapore. Nel frattempo, Ant Group, l’affiliata fintech del gigante tecnologico cinese Alibaba Group Holding, ha ottenuto una licenza di commercio all’ingrosso digitale, che le consente di condurre transazioni per le aziende. L’Anext Bank di Ant, una banca esclusivamente digitale, permette alle aziende registrate a Singapore di aprire un conto aziendale online in un istante, anche dall’estero, una novità assoluta per la città-Stato. Il trend sembra destinato a proseguire. In un sondaggio condotto da Visa, l’88% delle PMI di Singapore ha dichiarato di voler effettuare almeno una parte delle proprie transazioni in formato digitale.

La nave militare italiana Morosini a Singapore

La modernissima nave militare Morosini si trova in questi giorni a Singapore. Una mossa che accresce la presenza dell’Italia nel Sud-Est asiatico, area sempre più strategica dal punto di vista economico e diplomatico

Articolo di Tommaso Magrini

L’Italia si proietta nel Sud-Est asiatico e nell’Asia-Pacifico. Non solo a livello commerciale e diplomatico, ma anche con la modernissima nave Francesco Morosini. La nave è giunta a Singapore lunedì 1° maggio e vi rimane sino a sabato 6 maggio. Fermata alla Changi Naval Base, ha partecipato alla International Maritime Defence Exhibition-Asia (IMDEX), prestigiosa vetrina internazionale in cui confluiscono le eccellenze mondiali nel settore della difesa, in particolare quella navale.

Il Morosini, 143 metri di lunghezza, 17,5 metri di larghezza, 6400 tonnellate di stazza, è la seconda Unità della Classe Thaon di Ravel ed è l’ultima tra le navi consegnate alla Marina Militare. Rappresenta la punta di diamante della cantieristica militare navale nazionale che, come noto, si colloca ai vertici a livello mondiale. L’unità, consegnata il 22 ottobre 2022 alla Marina Militare Italiana presso lo stabilimento Fincantieri di Muggiano, rappresenta d’altronde l’avanguardia della tecnologia italiana nel settore navale ed elettronico. 

La sua presenza è stata occasione anche per partecipare all’evento di apertura dell’Italian Festival Singapore è stato il palcoscenico per promuovere le eccellenze italiane in altri campi, tra cui la cultura e la ricerca scientifica. Dal 2 al 5 maggio, un concerto jazz, visite di scuole locali e lezioni in collaborazione con le università di Singapore daranno ai partecipanti la possibilità di toccare con mano tecnologie all’avanguardia e sistemi innovativi. Il Pattugliatore ha ospitato anche diverse iniziative promozionali e aperte al pubblico, tra cui diverse visite a bordo.

Si tratta di un passaggio importante per la presenza italiana a Singapore e in generale nel Sud-Est asiatico. Martedì 2 maggio, l’Ambasciatore d’Italia a Singapore e il Comandante della nave hanno tenuto a bordo una conferenza stampa nella quale sono state illustrate le peculiarità della nave e il suo impegno nella Campagna in Indo-Pacifico, in promozione dell’eccellenza italiana nel mondo. L’Ambasciatore Mario Vattani ha illustrato il significato della presenza della nave Morosini in questo quadrante, la sua importanza nei rapporti dell’Italia con Singapore e con i Paesi dell’area, e ha presentato gli eventi organizzati dall’Ambasciata a margine di questo appuntamento.

“La rilevanza geopolitica ed economica dell’Indo-Pacifico” ha dichiarato l’Ambasciatore Vattani “porta oggi l’Italia con lungimiranza ad accrescere la propria presenza nell’area. Da tempo l’Italia – che e’ partner di sviluppo ASEAN dal 2020 – realizza attività in vari coincidenti con i sette pilastri della Strategia UE per la cooperazione nell’IndoPacifico”. L’Italia è infatti impegnata nell’attuazione del Partenariato di Sviluppo con l’ASEAN. In tale cornice, diverse attività di capacity building sono state realizzate a favore dei Paesi ASEAN in molteplici settori: protezione dei civili nelle missioni di peacekeeping ONU, lotta al terrorismo e al crimine transnazionale organizzato, cybercrime, tutela del patrimonio culturale, gestione sostenibile delle coste, anti-pirateria e diritto del mare. Sono in programma nuove iniziative in materia di tutela ambientale, meccanizzazione agricola, formazione di magistrati, contrasto al crimine organizzato transnazionale. “Noi italiani riguardo a questa regione del mondo abbiamo una visione inclusiva”, ha spiegato Vattani “che mira a collaborare con tutti gli attori dell’area e le Organizzazioni regionali. Oggi lo facciamo a Singapore portando la nostra eccellenza tecnologica con la Nave Morosini, la più giovane unità della Marina Militare che rappresenta uno strumento di eccezionale flessibilità operativa, capace di svolgere una molteplicità di compiti sia militari, sia di protezione civile”.

Singapore, sempre più donne nei ruoli manageriali

Continua ad aumentare il numero delle donne nelle posizioni apicali del mondo imprenditoriale di Singapore. Secondo uno studio annuale del Council for Board Diversity, il 36% delle nomine nei consigli di amministrazione delle 100 maggiori società quotate alla borsa di Singapore è stato affidato a donne nel 2022, un record e un aumento rispetto al 23% del 2021. L’afflusso di donne fa seguito alle nuove regole che impongono alle società quotate a Singapore di dire di più sulle loro politiche di diversità nei consigli di amministrazione. Secondo il rapporto del CBD, alla fine del 2022 il 21,5% dei ruoli di amministratore era ricoperto da donne, rispetto al 18,9% della fine del 2021. Il rapporto rileva che il “pool di talenti” femminili di Singapore è in crescita. Tra tutti gli amministratori nominati per la prima volta nelle prime 100 società, le donne rappresentano il 45%, rispetto al 25-30% precedente. Numeri molto rilevanti e significativi, ma permangono tuttavia degli ampi margini di miglioramento. Oltre il 90% dei consigli di amministrazione di Singapore sono presieduti da uomini. Inoltre, solo il 7% delle prime 100 società ha un consiglio di amministrazione equilibrato dal punto di vista del genere, definito come composto per il 40-60% da uomini o donne. L’afflusso di donne nei consigli di amministrazione dimostra che Singapore si sta muovendo nella giusta direzione, ha dichiarato al South China Morning Post Mak Yuen Teen, professore dell’Università Nazionale di Singapore, che si occupa di corporate governance. Ma il fatto che ci siano ancora relativamente poche posizioni di leadership per le donne nei consigli di amministrazione “suggerisce che al momento vengono nominate nei consigli di amministrazione candidate relativamente meno esperte”. Ma di certo il percorso intrapreso da Singapore e dalla sua realtà imprenditoriale per garantire maggiore rappresentatività alle donne è quello giusto.

Singapore, un’isola calma in acque turbolente

Le ultime classifiche registrano l’avanzata della città-stato, il cui governo introduce nuove agevolazioni fiscali. I super ricchi dalla Cina alla Thailandia sembrano prediligerla per depositarvi i propri patrimoni

Per la prima volta dal 2010, anno in cui Vistra ha avviato le sue classifiche sulle giurisdizioni chiedendo a centinaia di dirigenti di servizi aziendali di valutare l’importanza dei centri finanziari globali, Singapore ha scavalcato Hong Kong.

Negli ultimi dodici anni, Hong Kong è sempre stata la più dominante delle due giurisdizioni asiatiche presenti nella Top Ten. Ma nel 2022 Singapore si è qualificata terza, dietro solo a Regno Unito e Stati Uniti, mentre a Hong Kong è spettato il quarto posto.

Si tratta di un vantaggio marginale: il 46% degli intervistati ha valutato Singapore come un centro finanziario molto importante per la propria organizzazione, mentre “solo” il 43% ha affermato lo stesso di Hong Kong. Tuttavia, le condizioni non sembrano favorire un’inversione di rotta.

“Singapore è un’isola calma in acque molto turbolente” ha affermato uno degli intervistati a Vistra, un avvocato privato con sede nel Regno Unito. Il suo sembra essere un riferimento alla turbolenza politica che ha afflitto Hong Kong negli ultimi anni e alla sempre più invasiva erosione del principio ‘un paese, due sistemi’ regolante i rapporti con Pechino. 

È infatti dalla capitale della Repubblica Popolare Cinese (RPC) che soffia un vento preoccupante per i cosiddetti super ricchi. La spinta di Xi a consolidare la sua leadership promuovendo alleati che hanno preso una posizione dura contro il settore privato, insieme alla prospettiva di possibili nuove tasse di successione, hanno spinto alcuni cinesi – particolarmente benestanti – a recidere almeno parzialmente i legami finanziari con il proprio paese, in quello che si potrebbe definire un esodo di ricchezza. Di fatto, la spinta di Xi alla “prosperità comune” sembrerebbe spingere gli investitori – che una volta abbracciavano la massima di Deng Xiaoping secondo cui diventare ricchi è glorioso – a riversarsi in luoghi più accoglienti per i propri patrimoni, come appunto Singapore.

Via dalla Cina

“Il settore privato in Cina è davvero in declino” ha affermato Drew Thompson, ricercatore senior in visita presso la Lee Kuan Yew School of Public Policy della National University of Singapore in un’intervista a Bloomberg. “Ciò accelera gli sforzi per migrare e mettere al sicuro la propria ricchezza all’estero”.

Non è chiaro se Xi sia intenzionato a fermare il deflusso di persone e capitali. La società di consulenza sulla migrazione degli investimenti Henley & Partners stima che soltanto nel corso del 2022 una coorte di circa 10.000 residenti facoltosi abbia cercato di prelevare 48 miliardi di dollari dalla RPC: si tratterebbe del secondo più grande deflusso di ricchezza e persone dopo quello russo.

A giocare un ruolo chiave nell’avanzata di Singapore sono poi state le normative anti-Covid. Mentre la città-stato è tornata rapidamente alla normalità nel 2022, inclusa la revoca lo scorso agosto dell’obbligo di mascherina all’interno – una delle ultime restrizioni rimaste – Hong Kong rimane, come il resto della Cina, uno dei territori con norme anti-Covid più stringenti al mondo. Anche in questo caso si parla di esodo. Secondo l’Ufficio dell’Unione europea per Hong Kong e Macao nel corso di quest’anno circa il 10% dei cittadini dell’UE residenti a Hong Kong ha lasciato la città e un numero crescente di dipendenti ha chiesto di essere trasferito altrove. La multinazionale americana di banche di investimento e società di servizi finanziari Citigroup ha trasferito silenziosamente una serie di banchieri azionari a Singapore e in altri mercati, e altrettanto hanno fatto gli amministratori delegati della JP Morgan nel corso di quest’anno.

L’ascesa di Singapore non dovrebbe però essere interamente attribuita alle recenti turbolenze o alle restrizioni legate al Covid. Anche il governo della città-stato ha i suoi meriti.

La reputazione di Singapore come bastione di sicurezza e stabilità a bassa tassazione l’ha resa un hub regionale per i ricchi, dalla Thailandia all’Indonesia. La città-stato è stata efficace nell’affermarsi per attività come gestione di fondi e pianificazione patrimoniale.

Per esempio, al fine di aumentare la propria attrattività come sede di fondi alternativi, nel 2020 Singapore ha introdotto la Variable Capital Company (VCC), una nuova struttura di entità societaria in base alla quale diversi organismi di investimento collettivo (siano essi aperti o chiusi) possono essere riuniti sotto l’ombrello di un’unica entità societaria e tuttavia rimanere separati l’uno dall’altro. La VCC offre maggiore flessibilità agli investitori e risparmi sui costi operativi e vantaggi fiscali, sfidando i principali domicili di fondi come le Isole Cayman o il Regno Unito.

La legislazione favorevole di Singapore

Negli ultimi anni Singapore ha inoltre cercato di attrarre una quota maggiore di clienti asiatici con un patrimonio netto in crescita. Le sue leggi sul Trust offrono riservatezza a disponenti e beneficiari, nonché esenzioni fiscali. La città-stato si è poi mobilitata per diventare un hub di talenti globali, con l’introduzione dell’Overseas Networks and Expertise (ONE) pass, un visto che consentirà ai suoi detentori e ai loro partner di lavorare nella città-stato per cinque anni.

Anche se Singapore non fornisce statistiche dettagliate sulla provenienza dei suoi flussi di ricchezza, l’aumento esplosivo dei family office, società di servizi che gestiscono il patrimonio di una o più famiglie facoltose agendo come centro di coordinamento per la gestione finanziaria e amministrativa, secondo Bloomberg sarebbe sintomatico dell’arrivo di molteplici nuovi tycoon, in particolare cinesi. Alla fine del 2021 il numero di questi uffici è quasi raddoppiato rispetto all’anno precedente. Michael Marquardt, la cui azienda IQ-EQ Asia aiuta a creare family office, ha affermato che il numero di richieste da parte di clienti cinesi è aumentato dal 25% al ​​50% da prima a dopo l’ultimo Congresso del Partito comunista cinese. Vikna Rajah, responsabile fiscale e fiduciario dello studio legale Rajah e Tann Singapore LLP, ha dichiarato lo scorso giugno che oltre il 30% dei clienti che ha supportato nella richiesta di esenzione fiscale proviene dalla Cina, inclusa Hong Kong.Non si tratta solo di scegliere Singapore come base per gli affari, ma di veri e propri ricollocamenti. Sean Shi Yonghong, co-fondatore della catena di hot pot del Sichuan Haidilao International, ha pagato 50 milioni di dollari per un cosiddetto Good Class Bungalow (GCB) nella città-stato lo scorso settembre e il suo socio in affari, Zhang Yong, che è l’amministratore delegato di Haidilao International, si era già stabilito a Singapore e ne aveva preso la cittadinanza nel 2018. Anche Sun Tongyu, uno dei cofondatori di Alibaba, vi ha acquistato un attico da 51 milioni di dollari. Altri importanti imprenditori cinesi che si sono già stabiliti a Singapore includono Zhang Yiming, fondatore di ByteDance Ltd; il criptomiliardario Jihan Wu e Cindy Mi fondatrice di VIPKid, un’azienda edutech di grande successo fino a quando Pechino non ha represso il tutoraggio online. Nuovi arrivati che hanno generato una serie di effetti a catena, dall’aumento delle vendite di auto di lusso ai prezzi alle stelle per ville e… abbonamenti di golf.

Intervista a Mario Vattani, Ambasciatore d’Italia a Singapore

L’Ambasciatore d’Italia a Singapore racconta l’attività della sede diplomatica nella città-stato, illustra i risultati raggiunti e le potenzialità da sfruttare

Intervista a cura di Lorenzo Lamperti

Ambasciatore Vattani, com’è stato l’impatto con Singapore e come si è evoluta l’attività dell’Ambasciata in questi mesi?

Ora che è passato un anno dal mio arrivo posso tracciare un primo bilancio. Abbiamo sfruttato i primi mesi in cui, a causa delle restrizioni anti Covid, era difficile avere incontri e svolgere attività verso l’esterno per lavorare su progetti strutturali. In particolare, abbiamo spostato la sede. Non si tratta di un semplice trasferimento, ma del simbolo della presa d’atto da parte dell’Italia della crescente importanza di Singapore in questa regione. Il Sud-Est asiatico avrà un ruolo sempre più strategico nei prossimi 20 anni e Singapore ha un’importanza speciale. Prima questa era una sede piccola con poco personale, all’opposto di quello che accade con le aziende internazionale che da tempo usano proprio Singapore come base d’accesso alla regione. L’apertura della nuova sede dell’Ambasciata si inserisce in una dinamica di maggiore presenza in cui c’è stata l’apertura dell’ufficio della difesa e quella della Banca d’Italia.

Quali sono i fattori che stanno rendendo Singapore sempre più centrale?

I fattori sono diversi. Certo, anche le dinamiche degli ultimi anni a Hong Kong hanno contribuito. Anche dalla Cina c’è un flusso costante di professionisti e aziende, soprattutto da Shanghai. Quando sono arrivato questo processo era già cominciato e quindi siamo riusciti ad ampliarci. Il vantaggio è quello di poter mostrare adesso ai singaporiani che c’è stato un cambio di passo e il risultato è che l’Italia ha una visibilità maggiore. Sia gli uffici della nostra rappresentanza, sia le stesse aziende. 

Quali iniziative sono state avviate dopo l’allentamento delle restrizioni pandemiche?

Abbiamo avviato un’azione visibile sul territorio. Per esempio è stato organizzato il primo Italian Festival, formula che avevo utilizzato già in Giappone dove lavoravo a capo dell’Ufficio Commerciale. L’idea di fondo è moltiplicare sotto lo stesso logo tutta una serie di attività senza limitarci alle aree di presenza più classiche dell’Italia, dal food al fashion fino al turismo. Abbiamo lavorato a eventi anche su scienza, tecnologia e ricerca. Stiamo cercando di far conoscere anche questi lati dell’Italia. Siccome Singapore non è un hub manifatturiero, non esiste un’intima conoscenza del nostro sistema produttivo e della nostra meccanica, al contrario di altri Paesi. Il Giappone importa alta tecnologia made in Italy da decenni, a Singapore invece conoscono soprattutto i nostri prodotti. Eppure qui abbiamo grandi aziende presenti in infrastrutture importanti come Mapei nella costruzione del porto. Tecnologia italiana è presente anche in Gardens by the Bay e nella metropolitana. Abbiamo approfittato del recente Gran Premio di Formula Uno, che qui ha rappresentato davvero il ritorno di Singapore sulla scena internazionale dopo la pandemia. Noi come Italia abbiamo fatto uno showcase in Ambasciata di tutte le aziende più importanti che sono legate al mondo della Formula Uno. Non solo la Ferrari, ma anche chi fa le infrastrutture o gli pneumatici. Anche chi si occupava delle luci era un’azienda italiana. 

Quanto è importante pilotare l’azione sull’agenda del Paese ospitante?

L’errore che si fa in Asia ogni tanto è arrivare qui guardandosi l’ombelico, invece bisogna usare il percorso opposto: guardare l’altro e adeguarsi a quello che fa, per fargli capire che quello che io faccio funziona anche per lui. Singapore poi è un Paese con una classe dirigente orgogliosa di quello che sta portando a termine, bisogna fargli capire che siamo il partner giusto. Ad esempio, durante la design week l’Italia è stato l’unico Paese presente con una mostra sui nuovi materiali e sulle startup italiane che riciclano in modo intelligente. Siamo stati l’unico Paese partner del Design Center di Singapore durante la Design Week. Ora grazie alla Farnesina abbiamo gli strumenti per avere un atteggiamento più propositivo: abbiamo una showroom, la sede è al centro del Financial District della città. C’è uno spazio che prende il nome di Sala Italia dove verranno adibite mostre. Anzi già è in funzione: è appena venuto qui Giordano Bruno Guerri per un incontro su D’Annunzio, anche la Pirelli ha fatto qui la sua mostra. Io ho firmato due decreti che mettono a disposizione delle aziende sia la residenza sia la Sala Italia 

Di recente è entrato anche in funzione l’accordo bilaterale di cooperazione scientifica e tecnologica. Quali vantaggi può portare?

L’accordo fu firmato nel 2016, ma mancava il protocollo esecutivo. Da quando siamo arrivati ci siamo messi in moto per riattivarlo. Ora è finalmente in funzione. Ci saranno diversi progetti legati anche alle startup su cui abbiamo terreno da recuperare. Il vantaggio di Singapore è che qui c’è un vasto hub di talenti ed è un laboratorio di ricerca dalle grandissime potenzialità. 

Singapore ha un ruolo rilevante anche a livello politico nell’area, oltre a quello economico e finanziario. 

Assolutamente sì, la classe dirigente è a un livello molto alto e il governo locale è ascoltato e rispettato ovunque. Singapore gioca una partita molto complessa, grazie alla sua stabilità e alla sua posizione strategica svolge un ruolo di garante un po’ per tutti. Aggiungo che per l’Italia è interessante anche trarre lezioni per la gestione di una società multi-identitaria in modo efficace. Così come si può osservare l’esperienza di Singapore nella lotta al terrorismo. Anche questi sono temi su cui è bene approfondire il dialogo bilaterale.