Thailandia

UE e Thailandia verso il libero scambio

Dopo quasi dieci anni di stallo riprendono i negoziati per l’accordo tra Bruxelles e Bangkok. La firma può fare da apripista a quello più ampio tra i due blocchi

Finalmente. La Thailandia e l’Unione Europea hanno deciso di riavviare i negoziati per un accordo commerciale bilaterale, con l’obiettivo di concludere entro il 2025 un accordo che è stato bloccato per quasi un decennio. Era infatti dal 2014 che le trattative si erano interrotte, in coincidenza del colpo di Stato militare che aveva visto protagonista il Paese del Sud-Est asiatico. Gli alti funzionari di entrambe le parti inizieranno i colloqui a luglio in Thailandia. I negoziati riguarderanno il commercio di beni e servizi e gli investimenti in settori chiave della Thailandia in cui l’UE desidera aumentare la propria quota. Qualche esempio? Le energie rinnovabili, i veicoli elettrici e la produzione di microchip, ritenuta sempre più strategica a livello globale. L’UE è la seconda destinazione per i capitali thailandesi in uscita e rappresenta il 14% degli investimenti diretti esteri dalla Thailandia. Pesi massimi della comunità imprenditoriale thailandese, come il promotore immobiliare Central Group, hanno investito capitali in Europa. Il blocco è il quarto mercato di esportazione della Thailandia, che riceve prodotti alimentari, materie prime e componenti elettronici da aziende come CP Group e Delta Electronics. L’UE, invece, rappresenta il 10% degli investimenti diretti esteri in Thailandia. Il Regno è al quarto posto tra i partner commerciali dell’UE nella regione. Gli scambi di merci tra i due paesi ammontano a 50 miliardi di euro (53 miliardi di dollari) nel 2022, mentre i servizi ammontano a 8 miliardi di euro nel 2020. Il surplus commerciale della Thailandia è di 150 miliardi di baht (4,3 miliardi di dollari). La Thailandia intende eliminare le tariffe sulle esportazioni verso i 27 Paesi, in particolare per quanto riguarda le automobili e le parti di automobili, l’elettronica, gli indumenti e i prodotti tessili, gli alimenti e la gomma. I produttori thailandesi beneficerebbero anche dei minori costi di importazione di macchinari, attrezzature e prodotti chimici dall’UE. Si tratterebbe del terzo accordo bilaterale di libero scambio dell’UE nel Sud-Est asiatico, dopo quelli già sottoscritti con Singapore nel 2019 e col Vietnam nel 2020. Due precedenti fortunati, che lasciano intravedere sullo sfondo la possibilità che il negoziato con la Thailandia serva da volano per arrivare in futuro a un accordo di libero scambio UE-ASEAN.

La Thailandia verso le elezioni

Entro maggio la Thailandia andrà a elezioni generali, le seconde dopo il colpo di stato del 2014. L’ex generale Prayut cerca un terzo mandato, ma si è separato dal principale partito legato ai militari e dovrà vedersela con i vecchi alleati e il terzo esponente della famiglia Shinawatra, oltre che con i giovani eredi delle proteste del 2020

Articolo di Francesco Mattogno

C’è una data che in Thailandia aspettano un po’ tutti, ma che a conti fatti è solo una formalità: il giorno in cui il primo ministro Prayut Chan-o-cha scioglierà il parlamento. Da quel momento inizierà ufficialmente la campagna elettorale e si andrà a elezioni generali entro 45 giorni. Si tratta di una formalità per due ragioni. La prima è che la campagna elettorale è già iniziata, come dimostrano i comizi per il paese dei candidati premier. La seconda è che il termine naturale della legislatura è previsto per il prossimo 23 marzo.

Che Prayut sciolga anticipatamente le camere o meno, i thailandesi saranno comunque chiamati alle urne entro maggio. Dietro la possibilità di accelerare il processo c’è un mero calcolo politico del primo ministro. Secondo la costituzione, emanata dalla giunta militare nel 2017, in caso di scioglimento anticipato del parlamento i partiti potranno candidare alle elezioni anche gli iscritti con soli 30 giorni di militanza, invece dei 90 giorni minimi che sarebbero normalmente richiesti. Una clausola molto utile proprio a Prayut, che avrebbe così più tempo per reclutare nuovi membri nel partito in cui lui stesso è entrato a gennaio, il Ruam Thai Sang Chart (o United Thai Nation, UTN).

Gli ultimi mesi di Prayut sono stati movimentati. L’ex generale dell’esercito, leader del colpo di stato del 2014, governa (quasi) ininterrottamente da 9 anni. Prima da premier della giunta militare, fino alle elezioni del 2019, e poi come primo ministro eletto dal Palang Pracharat Party (PPRP), il partito dei militari. L’unico periodo lontano dal potere è stato quello della sua sospensione dal 24 agosto al 30 settembre 2022. Ovvero i giorni in cui la Corte costituzionale thailandese ha dovuto decidere se l’ex generale avesse violato o meno limite di 8 anni di mandato consecutivi per un primo ministro. Il limite è previsto da una norma della costituzione del 2017 che però la corte ha stabilito non essere retroattiva, dando la possibilità a Prayut di restare premier teoricamente fino al 2025.

Di fatto, con le elezioni previste per il 2023, in caso di vittoria Prayut potrà servire come capo del governo al massimo per la metà di un naturale mandato di 4 anni. Per questo il PPRP era pronto a scaricarlo e a candidare al suo posto Prawit Wongsuwan: leader del partito, vice primo ministro e uno dei generali dietro il golpe del 2014. È stato Prawit a rivestire il ruolo di primo ministro ad interim durante la sospensione di Prayut e i rapporti tra i due, un tempo molto stretti, sembrano essersi incrinati.

Non volendo rinunciare alla nomina, Prayut è entrato nell’UTN, un altro partito filo-militare, diventandone il candidato premier e portando con sé diversi parlamentari del PPRP. Alle elezioni affronterà proprio Prawit che, a 77 anni,  sta cercando nel frattempo di ripulire la propria immagine di grigio e violento generale indossando abiti firmati, dispensando sorrisi e mostrandosi sui social. In un post su Facebook ha dichiarato di aver capito l’importanza di vivere in un sistema democratico, prendendo le distanze dal colpo di stato al quale ha contribuito. C’è però chi ritiene che la spaccatura tra i due generali – d’altronde smentita dai diretti interessati – sia un bluff, e che una coalizione post-elettorale tra i rispettivi partiti sia molto probabile.

Nonostante siano apparentemente divisi, il fatto che i militari possano unire le forze è legato a un vantaggio strutturale. Dal 2017 il parlamento thailandese è formato da una camera bassa composta da 500 deputati, eletti dal popolo, e da un senato di 250 membri nominati dai militari. Il primo ministro viene scelto a maggioranza dai parlamentari, compresi i 250 senatori filo-militari e filo-monarchici, tra quelli proposti dai partiti (ogni partito ne può candidare 3). Realisticamente, l’opposizione avrebbe quindi bisogno di 376 seggi dei 500 della camera per eleggere un proprio esponente a capo del governo.

La partecipazione del senato all’elezione del premier è però temporanea. La norma scadrà nel maggio 2024 e queste dovrebbero essere le ultime elezioni in cui verrà applicata. Nel frattempo, la strada per i partiti di opposizione sembra poter essere solo una: stravincere. Chi ha più chance di farlo è il Pheu Thai Party della famiglia Shinawatra. La candidata del partito è Paetongtarn Shinawatra, figlia dell’imprenditore miliardario Thaksin e nipote di Yingluck, eletti primi ministri con valanghe di voti rispettivamente nel 2001 e 2011. Sia suo padre che sua zia sono stati poi rimossi da colpi di stato (nel 2006 e 2014) con una serie di accuse a loro carico. Da allora vivono in esilio.

Per molti, dietro alle incriminazioni si nascondevano le paure dell’establishment monarchico-militare per la popolarità dei due premier populisti. Paetongtarn, che ha 36 anni ed è incinta di 7 mesi, oggi promette la fine della povertà e una nuova era di uguaglianza sociale, parlando di raddoppiare il salario minimo e di estendere l’assistenza sanitaria. I sondaggi la danno saldamente in testa, specialmente nel nord-est del paese (roccaforte di famiglia), ma Prayut e l’UTN sembrano in recupero.

Nonostante le “operazioni simpatia”, Prawit risulta invece molto più indietro. Ugualmente in crisi è lo storico Democratic Party, il più antico partito thailandese (monarchico-conservatore), la cui leadership in vista delle elezioni ancora non è chiara. I democratici fanno parte della coalizione di governo insieme al PPRP e al Bhumjaithai (BJT), che si trova però in una condizione opposta rispetto ai due alleati. Guidato dall’attuale ministro della Sanità e vice primo ministro, Anutin Charnvirakul, la popolarità del BJT è in crescita. Negli ultimi mesi ha raccolto decine di parlamentari provenienti da altri partiti, e si prevede che possa diventare una sorpresa alle elezioni grazie al supporto di cui gode nel nord della Thailandia.

C’è poi il Move Forward Party, la cui base di sostegno non è regionale, ma generazionale. Erede di fatto del Future Forward – partito sciolto nel 2020 con una sentenza della Corte costituzionale, poi trasformatosi nell’extraparlamentare Movimento progressista  -, il Move Forward raccoglie buona parte dei giovani appartenenti ai movimenti democratici delle proteste del 2020. Il suo leader, Pita Limjaroenrat (42 anni), si dice pronto a collaborare con il Pheu Thai in un eventuale governo di coalizione che estrometta i partiti filo-militari dal potere. L’obiettivo sarebbe poi quello di scrivere una nuova costituzione e tenere un referendum per approvarla entro centro giorni. Difficile capire se è anche quello che vuole il Pheu Thai, che finora non ha mai smentito ufficialmente la possibilità di allearsi invece con il PPRP di Prawit a urne chiuse. Una voce che ha preso piede nelle ultime settimane.

Nel 2019 la vittoria sulla carta del Pheu Thai (con il terzo posto del Future Forward) era stata rovesciata dai meccanismi parlamentari di nomina del primo ministro. Tra squalifiche di partiti e candidati, secondo Asian Network for Free Elections “tutte le fasi del processo elettorale [del 2019] sono state influenzate per garantire un risultato non troppo duro per l’establishment al potere”. Ci si chiede quanto le cose potranno cambiare nel 2023.

Il nuovo sistema elettorale, approvato nel 2021, ha aumentato i seggi da assegnare con il metodo maggioritario (da 350 a 400), lasciandone solo 100 al proporzionale. Una condizione che sfavorisce i piccoli partiti nella fase di redistribuzione dei voti. La commissione elettorale, oltre ad annunciare una collaborazione “anti-disinformazione” con TikTok, ha deciso che non pubblicherà il conteggio dei voti in tempo reale. Così i primi risultati ufficiali arriveranno la notte delle elezioni. “È un metodo incline a essere truccato”, ha dichiarato un ex commissario elettorale. Anche per questo il giorno delle elezioni si dovrebbero mobilitare 100 mila volontari per registrare i voti in maniera autonoma.

Intanto, le regolari sedute parlamentari sono sospese. Nell’ultimo dibattito alla camera l’opposizione ha contestato a Prayut di aver lasciato la Thailandia in uno “stato pietoso” a causa della sua pessima gestione dell’economia (cresciuta solo del 2,6% nel 2022). Il primo ministro è stato poi accusato di corruzione, clientelismo, e di aver usato la legge di lesa maestà e le misure anti-Covid per sopprimere le proteste democratiche del 2020-21. Pesano su di lui anche gli sbandamenti nello schieramento internazionale del paese, ambiguo nei suoi legami col governo della giunta militare in Myanmar e sulla condanna alla guerra della Russia in Ucraina, oltre che sempre più vicino alla Cina.

Considerazioni dalle quali Prayut si è difeso menzionando tutte le buone cose che avrebbe fatto la sua amministrazione, impegnandosi a citare dati e percentuali su progetti infrastrutturali, contagi Covid, welfare. “Devo garantire continuità, rimodellerò il paese in meglio entro due anni” aveva dichiarato a gennaio. Anche questo, al di là delle formalità, significa essere già in campagna elettorale.

Disabilità e modelli di business inclusivi per un contesto più favorevole

Articolo di Piroon Laismit

Ho condotto molti gruppi di visitatori alla nostra “fabbrica di cioccolato” gestita completamente da persone con disabilità.  Le espressioni di stupore e meraviglia sui volti dei miei ospiti mi scalda ogni volta il cuore. Basta entrare nel nostro centro di formazione per vedere, sulla sinistra, uno staff composto da non vedenti che confeziona meticolosamente barrette di cioccolato, con una grande precisione dovuta all’elevato senso del tatto e dello spazio di queste persone. Basta girarsi a destra per osservare dipendenti non udenti che mescolano e versano diverse miscele di cioccolato all’interno di stampi, che monitorano gli stampi mentre sono nel forno, e che poi li tirano fuori dal forno per svolgere ulteriori procedimenti. Ogni volta che li osservo, impegnati a lavorare e a spiegare agli ospiti le varie fasi di lavorazione del cioccolato, mi sento orgoglioso, non solo per i loro risultati, ma anche per come continuino a ispirare gli altri. Ogni sede di 60+ Plus Bakery and Café è stata istituita  con lo scopo di fornire uno spazio per apprendisti con disabilità e di plasmare un modello per caffè o ristoranti gestiti con successo da persone con disabilità. 

60+ Plus Bakery & Chocolate Café e i suoi prodotti

Fonte: Pagina Facebook di APCD 60+ Plus Bakery & Café 

Nel corso degli anni, ho assistito alla potenza e all’impatto di riunirsi insieme per creare nuove opportunità per la gente – opportunità che permettono a tutti di realizzare pienamente il proprio potenziale,  e di vivere in modo indipendente e con dignità. Noi dell’ Asia Pacific Development Centre on Disability (APCD) ci auspichiamo proprio questo quando progettiamo corsi di formazione e riflettiamo su opportunità di carriera per persone con disabilità, spesso persone non vedenti, non udenti o affette da autismo.  Attraverso i nostri 60+ Plus Bakery and Café gestiti interamente da questi ultimi, abbiamo dimostrato che sono pienamente capaci di contribuire all’industria alimentare. In particolare, il Caffè, insieme alla nostra “fabbrica di cioccolato” rappresentano un caso riuscito che mi piace sempre condividere con gli altri e in cui sono stato coinvolto in prima persona. 

60+ Plus Bakery and Café di Yamazaki è un progetto collaborativo tra il Ministero dello Sviluppo Sociale e della Sicurezza Umana in Thailandia, l’Ambasciata del Giappone, Thai-Yamazaki Co. Ltd, e l’APCD. È un progetto nato sotto il patronato reale di S.A.R. la principessa Maha Chakri Sirindhorn, istituito per commemorare  proprio il sessantesimo compleanno di Sua Maestà nel 2015.  Dopo pochissimo tempo, grazie al suo immenso successo, l’iniziativa del Caffè è stata ampliata con una sede alla Casa del Governo Thailandese e  con un ristorante gestito interamente da persone con disabilità.

Nel 2019, abbiamo avuto l’onore di produrre cioccolato per i leader del mondo durante la Presidenza dell’ASEAN della Thailandia e nel 2022, anno in cui la Thailandia è stata ospite ufficiale del vertice APEC. È stata un’ opportunità speciale per mostrare le capacità e il talento delle persone diversamente abili ai politici di tutto il mondo, ed è stato motivo di grande orgoglio per gli uomini e le donne che hanno lavorato dietro al progetto 60 Plus Cafè.  Attraverso ogni nuovo progetto o attività, quello che spero è  di continuare ad ispirare le persone ad andare oltre i propri limiti e a contribuire come possono alla società. 

 L’importanza di un futuro che sia favorevole e inclusivo per  le disabilità

Essendo un centro regionale di sviluppo sulle disabilità, ci impegniamo nel comunicare l’importanza e la necessità di lavorare per un futuro che sia favorevole e includa le disabilità. 

Negli anni settanta, si stimava che il 10% della popolazione mondiale fosse diversamente abile. Circa 40 anni dopo, nel 2011, il primo report congiunto sulla disabilità redatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dalla Banca Mondiale (BM) indicava che tale numero era pari al 15%, ovvero circa un miliardo di persone che vivevano con una qualche forma di disabilità. Alla fine del 2022, si parlava di 1,3 miliardi di persone. In Thailandia attualmente il 3,19% della popolazione, ovvero all’incirca 2,1 milioni di persone,  è affetto da disabilità. 

Da tali statistiche si può concludere sicuramente che la disabilità è un dato di fatto e una realtà. Che sia causata dall’aumento delle malattie croniche, o dall’invecchiamento della popolazione, o, purtroppo, da guerre e conflitti, la disabilità è qualcosa che non possiamo “sradicare”.  Inoltre, è possibile concludere che la percentuale di persone che vivono con forme di disabilità non è ridotta, anzi è un numero che dovrebbe spingerci a fare qualcosa. 

E fare qualcosa significa innanzitutto avere il giusto atteggiamento nei confronti delle persone con disabilità, e comprenderle. Dobbiamo continuare a trovare modi per mettere queste persone nelle condizioni di essere indipendenti e di dare un contributo alle loro comunità. Questo conta non soltanto per la popolazione disabile, ma per tutta la società, riducendo le disuguaglianze che ci impediscono di sprigionare tutto il nostro potenziale.

 Il Viaggio della Thailandia nella Creazione di un Ambiente Propizio: dallo Stato Sociale alla Cooperazione per lo Sviluppo

In Thailandia, la creazione di un ambiente favorevole  per persone con disabilità è iniziata molto prima del 2015 e della nascita del  60+ Plus Bakery and Café di Yamazaki. Infatti, è iniziato tutto decenni prima, nel 1954, quando è stata istituita la Fondazione per il Benessere dei Disabili sotto il patronato reale di S.A.R., madre della principessa (S.A.R. la principessa Princess Somdet Phra Srinagarindra Boromarajajonani). L’iniziativa è stata subito seguita dall’istituzione, nel 1961, di un centro e una scuola dedicati a bambini e ragazzi disabili,  la “Sri Sangwan School”. 

Nei decenni a seguire,  si è sviluppata una rete sempre più ampia di fondazioni e organizzazioni con lo scopo di supportare le disabilità,  passando a volte anche per le mani del patronato reale thailandese.  La Fondazione per Non Vedenti e la Fondazione per Non Udenti in Thailandia nascono nell’ambito del patronato reale di Sua Maestà la regina Sirikit rispettivamente nel 1959 e nel 1964, mentre la Fondazione Cristiana per Non Vedenti ha ricevuto il patrocinio di Sua Maestà il re Bhumibol nel 1978, mentre nel 1980 ha preso vita la Fondazione Thailandia-Caulfield per i Non Vedenti sotto il patronato di Sua Altezza Reale Maha Chakri Sirindhorn. 

A mio parere, l’aspetto così particolare e cruciale del patronato reale dietro queste fondazioni è che ha dato a queste organizzazioni la visibilità e il sostegno di cui avevano bisogno, migliorando l’accesso a finanziamenti critici e alla collaborazione con altre agenzie. Questo, a sua volta, ha migliorato l’accesso per le persone con disabilità a infrastrutture e servizi pubblici. È stata la scintilla che ha acceso il motore di un robusto macchinario che ha avviato un lavoro di vitale importanza in questo settore.

Fonte: pagina Facebook Princess Mother’s Medical Volunteers 

Appena le fondazioni hanno consolidato il loro sostegno alla popolazione disabile in Thailandia, alcune di queste hanno persino ampliato il raggio d’azione ad altri Paesi, specialmente a quelli in via di sviluppo in Africa e nel Sud Pacifico, fornendo un memorandum positivo alla cooperazione per lo sviluppo in Thailandia.  Merita particolare attenzione la Prostheses Foundation di Sua Maestà la principessa madre. Istituita ufficialmente nel 1992, la fondazione ha inizialmente collaborato con la Princess Mother’s Medical Volunteers (PMMV), le cui squadre mobili di medici e infermieri sono  operative dal 1996 con l’obiettivo di raggiungere i malati e le persone con disabilità nelle aree più remote. Fin dal principio, l’obiettivo primario della fondazione è stato quello di utilizzare materiali di provenienza locale per la produzione di protesi per gli arti inferiori, specialmente per ridurre i costi, basandosi sul principio di autosufficienza.  Nel corso degli anni e attraverso il sostegno e lo status conferiti dal patronato reale, la fondazione ha potuto collaborare con il mondo accademico e con il settore privato nella produzione, nella progettazione, nella distribuzione e nell’applicazione pratica dei dispositivi artificiali.  

 Verso uno Sviluppo Sostenibile attraverso la Formazione e la Condivisione di Conoscenze

Nel 2007,  la Prostheses Foundation ha avviato nuovi progetti in collaborazione con gli ospedali per offrire un servizio completo ai portatori di protesi, includendo anche le riparazioni, il rimontaggio di parti di ricambio e la formazione sulla produzione di protesi. E proprio a questo punto che la condivisione di idee assume una dimensione internazionale, grazie all’estensione della formazione a Paesi come Vietnam,  Papua Nuova Guinea e Indonesia. Alcuni anni dopo, l’Agenzia di Cooperazione Internazionale della Thailandia (TICA) ha dato inizio ad una cooperazione con Burundi e Senegal. In quegli anni, la Prostheses Foundation aveva già realizzato protesi per arti inferiori per più di 3000 persone, ed era diventata una delle fondazioni più prolifiche nel Sud-est asiatico. 

Fonte: TICA, Ministero degli Affari Esteri

Nel Settembre del 2013, ho avuto l’opportunità di partecipare alla cerimonia di donazione per arti artificiali al  R.J. Grast Memorial Hall a Dacca, in Bangladesh, e di vedere con i miei occhi l’effetto incredibile che tutto questo ha ottenuto. La donazione è avvenuta per volere del Primo Ministro del Bangladesh, e il Governo Reale Thailandese, rappresentato dalla TICA, in collaborazione con la Prostheses Foundation di S.A.R. la principessa madre, ha donato cento arti artificiali alle vittime del crollo del Rana Plaza a Dacca, che ospitava cinque fabbriche tessili. Il suo crollo,nell’ aprile del 2013, ha provocato almeno 1.132 vittime e 2.500 feriti. La nostra donazione di arti artificiali dalla Thailandia ha donato a questi operai bangladesi una nuova vita e tanta speranza. 

Cooperazione Thailandia-Senegal sui servizi per protesi

Fonte: sito web del Ministero degli Affari Esteri

In Africa l’ Ambasciata Reale Thailandese a Dakar, in collaborazione con la TICA, ha esteso l’expertise della Prostheses Foundation al Burundi e al Senegal attraverso scambi periodici, così come attraverso l’offerta di formazione sulla produzione e sulla gestione di servizi inerenti alle protesi. Tale collaborazione è servita anche a rafforzare relazioni bilaterali, in cui la Thailandia,ad esempio, ha contribuito alla costruzione di centri per protesi in un ospedale militare a Dakar. Alcuni funzionari hanno anche fatto visita in Thailandia per motivi di studio e formazione.

Nel 2016, la Prostheses Foundation ha trovato nuovi grandi collaboratori. Questa volta si parla di aziende leader nei settori della scienza dei materiali e del design. Dow Thailand Group, SCG Chemicals e Rubber Soul Company  hanno aggiunto nuovo valore alle protesi fornendo uretano speciale, polipropilene, elastomeri e un design ergonomico per un migliore comfort e una migliore durata.

Nel tempo, la Fondazione ha fatto molta strada: ha iniziato ottenendo il patronato reale per assistere i disabili nelle campagne remote della Thailandia ed è arrivata a offrire un supporto completo all’apprendimento alle comunità e ai villaggi di altri Paesi.

Istituzionalizzare l’inclusione della disabilità

Gli sforzi per migliorare il benessere delle persone con disabilità richiedono attenzione e impegno costanti. Per sostenere progetti di questo tipo c’è bisogno di un’infrastruttura consolidata di agenzie pubbliche e fondazioni, e di una grande collaborazione con il settore privato. E questa collaborazione, come abbiamo visto in questo approfondimento, non deve necessariamente limitarsi all’ambito nazionale. Radicate nella filosofia dell’autosufficienza e nel principio dello sviluppo sostenibile, le varie fondazioni in Thailandia, che hanno come missione il potenziamento delle persone con disabilità,  attualmente operano con una visione che punta all’autosufficienza, all’apprendimento olistico e alla collaborazione con il settore privato per la creazione di imprese inclusive per le persone con disabilità, oltre che alla cooperazione per lo sviluppo con altri Paesi.

Dobbiamo riconoscere che la disabilità, dopo tutto, non è inabilità.  Piuttosto, le persone con disabilità sono diversamente abili, con i loro  punti di forza unici, che possono essere potenziati attraverso politiche di inclusione, di cui potrebbe giovare tutta la società. 

Lasciatemi concludere con una delle mie citazioni preferite, a cui ricorro sempre, pronunciata dal defunto Re Bhumibol il Grande nel suo discorso alla Foundation for the Welfare of the Disabled sotto il patronato reale di S.A.R. la principessa madre il 22 marzo 1984: “Aiutare le persone con disabilità è un compito molto importante… perché non hanno voluto essere disabili, ma avrebbero preferito essere in grado di aiutarsi da soli… Quindi, è nostro compito, nostra responsabilità, garantire che le nostre politiche consentano loro di aiutarsi da soli, in modo che possano contribuire alla società”.

* * * * *

Piroon Laismit è il direttore esecutivo dell’Asia-Pacific Centre on Disability (APCD) e vanta una vasta esperienza nel campo dell’empowerment delle persone con disabilità attraverso programmi di capacity building. Prima di entrare a far parte dell’APCD, Laismit ha diretto i progetti di cooperazione allo sviluppo della Thailandia come direttore generale dell’Agenzia di cooperazione internazionale della Thailandia (TICA), Ministero degli Affari Esteri, ed è stato anche ambasciatore della Thailandia presso lo Stato del Qatar.

Thailandia al voto, ma la sfida resterà endemica

In vista delle elezioni del 2023, i poteri “tradizionali” di esercito e monarchia danno cenni di frammentazione interna. Cala l’intensità delle proteste antigovernative, ma i manifestanti si compattano su alcune epocali battaglie comuni

La Thailandia contemporanea spesso appare cristallizzata in una perenne lotta tra un establishment arroccato su posizioni conservatrici e impegnato a difendere il proprio controllo sulla vita politica e sociale da una parte, e periodiche spinte progressiste esterne che gli gravitano intorno, nel tentativo di penetrarlo o quantomeno scalfirlo dall’altra. Tutto ciò che esula dal binomio imprescindibile Palazzo-Forze Armate sembra destinato a non restare. In preparazione alle prossime elezioni, fissate preventivamente per il 7 maggio 2023, i recenti sviluppi mostrano che in realtà i pilastri dei “poteri forti” sono tutt’altro che monolitici.

In questo contesto, figure imponenti come quella del primo ministro Prayuth Chan-o-Cha possono apparire irremovibili, ma in realtà sottotraccia qualcosa si muove. Ad agosto, il generale che ha preso il potere con il colpo di stato del 2014 è stato sospeso dal suo incarico per cinque settimane, su petizione dell’opposizione, nell’attesa che si deliberasse sul presunto superamento del limite del suo mandato di otto anni. La sentenza della Corte costituzionale thailandese del 30 di settembre ha poi riabilitato Prayuth, aprendo alla possibilità per il generale di correre per un secondo mandato (seppur parziale, fino al 2025) alle elezioni del prossimo anno. 

Una diatriba abbastanza sterile, in quanto non metterebbe in discussione le vere fondamenta dell’architettura di potere che in Thailandia si regge su tre pilastri: Nazione, Religione, Monarchia. Infatti, il giorno della delibera della Corte, le manifestazioni da parte dei movimenti pro-democrazia non hanno raggiunto i numeri e l’intensità degli scontri antigovernativi del 2020. Nella percezione locale, si tratta dei soliti “giochi di palazzo”. 

La divisione del partito di maggioranza

“Quello che però la vicenda ci racconta è lo spaccamento interno al Palang Pracharath (PPRP), il principale partito di governo”, sottolinea Francesco Radicioni, corrispondente di Radio Radicale dall’Asia orientale. Lo stesso Prayuth sembrerebbe non essere in cima alle preferenze del partito, che, secondo alcuni analisti, sarebbe piuttosto orientato verso il generale Prawit Wongsuwon. L’attuale vice primo ministro, che ha ricoperto l’incarico di primo ministro ad interim durante la sospensione di Prayuth ed è considerato il vero architetto del golpe del 2014, sembrerebbe essere l’uomo su cui il PPRP punterà come prossimo candidato primo ministro. 

Confermano le profonde divisioni interne le dimissioni da membro del consiglio di amministrazione del PPRP del ministro del Lavoro Suchart Chomklin annunciate alla fine di novembre, insieme alla notizia che altri quaranta parlamentari sarebbero intenzionati a lasciare il partito per seguire Prayuth nel nuovo partito Ruam Thai Sang Chart (Nazione Thailandese Unita). Il numero due Prawit ha presto chiarito che PPRP e RTSCP sono in sostanza “lo stesso partito” sottolineando il legame di “fratellanza” che l’ha legato al leader negli scorsi 40-50 anni. In ogni caso, con un senato eletto dalla giunta militare e una legge elettorale che sfavorisce i partiti più piccoli, la diatriba tra i due anziani generali rappresenta l’ennesima conferma che la promessa di svecchiare la classe politica resterà verosimilmente disattesa anche in occasione di questa tornata elettorale.

Il ritorno dei Shinawatra

Anche sul fronte dell’opposizione, alcuni vecchi nomi ritornano, primo fra tutti quello della famiglia Shinawatra, nella persona di Paetongtarn, figlia dell’ex leader estromesso con il golpe del 2006 e attualmente in esilio, nonché nipote di Yingluck Shinawatra, primo ministro destituito nel 2016 per mano della giunta guidata Prayuth.

Nonostante il partito d’opposizione Pheu Thai non abbia fatto menzione ad una sua eventuale candidatura come primo ministro per le prossime elezioni, Thitinan Pongsudhirak, professore e direttore dell’Istituto di Sicurezza e Studi Internazionali dell’Università Chulalongkorn, sostiene che si possa considerare a tutti gli effetti il leader simbolico del partito. La famiglia Shinawatra, coinvolta negli scorsi anni in diversi scandali di corruzione e abuso di potere, può ancora contare su alcune roccaforti, principalmente nelle zone rurali del nord del paese, e attira attorno a sé quel che rimane del movimento delle Camicie Rosse, protagoniste di violenti scontri contro le forze di sicurezza tra il 2006 e il 2014 e vittime di una sanguinosa repressione da parte dell’esercito di Prayuth.

L’unica vera ventata di novità arriva dalla piazza. Al netto delle differenze generazionali e di estrazione sociale, i “veterani” della protesta pro-democrazia in t-shirt rossa e i nuovi manifestanti, perlopiù membri della generazione Z urbanizzata, critica dei tratti più conservatori del sistema e sensibile ai temi delle disuguaglianze economiche, civili e di genere, convergono su alcune battaglie comuni. 

Durante le ultime proteste a margine del vertice APEC ospitato a Bangkok dal 14 al 19 novembre, i manifestanti non si sono limitati a chiedere la cancellazione del vertice economico e ad intonare attacchi personali alla figura Prayuth, la cui popolarità già da tempo declinante è stata ulteriormente affossata da un’inefficiente gestione dell’emergenza Covid e da un’economia prossima a scivolare in recessione. Il generale è visto più che altro come simbolo del dominio dell’élite militare, fedele alleata della famiglia reale, nella politica, nonché come l’uomo che ha avvicinato il paese alla Cina di Xi Jinping.

Le proteste di fine novembre, seppur sottotono rispetto al passato, hanno infatti rivendicato trasformazioni più profonde ed epocali, come l’abrogazione delle severissime leggi sulla lesa maestà, una nuova costituzione che metta fine all’intromissione dei militari nella vita politica e, soprattutto, una riforma dell’onnipotente monarchia. Come suggerisce Radicioni, nel frammentato e sempre cangiante panorama della politica thailandese, l’unico filo rosso costante resta l’endemico scontro tra l’establishment bicefalo rappresentato dalla tradizionale alleanza monarchia-esercito e le spinte progressiste che riflettono le aspirazioni modernizzatrici e democratiche di crescenti segmenti della popolazione. Pur con tutte le limitazioni, la tornata elettorale del 2023 potrebbe rappresentare un’occasione privilegiata per osservare più da vicino lo stato degli equilibri di potere tra queste due forze contrastanti che sembrano destinate a segnare il futuro del paese. 

“Discutere della monarchia ha preso piede”, ha spiegato Arnon Nampa, avvocato, attivista thailandese per i diritti umani e figura di spicco nelle proteste del 2020-2021. “Forse non assisteremo a un cambiamento radicale come una rivoluzione… ma una cosa è certa: la società thailandese non farà marcia indietro”.

Una Giornata per essere Umili come il Suolo

Articolo del Dr. Apichart Jongskul 

Nel dicembre del 2013 le Nazioni Unite hanno istituito la Giornata Mondiale del Suolo. 

Coloro che hanno poca familiarità con il concetto di importanza del suolo, potrebbero chiedersi perché i Paesi del mondo siano impegnati in una giornata per riconoscere e celebrare una risorsa che sembra non scarseggiare al momento. 

Infatti, la questione riguarda più la qualità che la quantità. 

La velocità attuale di degradazione e di impoverimento del suolo potrebbe renderlo il nuovo oro nero. Sebbene la formazione del suolo avvenga in natura, il processo è così lento che il suolo potrebbe convertirsi in una risorsa non rinnovabile. Basta considerare che un centimetro di suolo impiega mille anni per formarsi, ma basta una forte pioggia a distruggerlo.  Dunque, non dovrebbe sorprendere il fatto che le Nazioni Unite abbiano lanciato l’allarme di una catastrofe imminente.  È probabile che entro il 2050 il 95% del prezioso suolo della Terra sia a rischio. In quella data, l’impatto della degradazione del suolo potrebbe avere già causato una perdita mondiale di 23.000 miliardi di dollari in termini di cibo, ecosistemi, servizi e profitti. Parliamo di cifre sbalorditive. 

Erosione del suolo nella Tanzania dei Masai 

Fonte: Università del Plymouth/Carey Marks sito web delle Nazioni Unite

Tuttavia, molti hanno ancora l’errata percezione che ci sia a disposizione una quantità infinita di terreno arabile, e soltanto pochi comprendono quanto esso sia prezioso. È vero che il terreno che calpestiamo fornisce il 95% del nostro cibo, ma l’importanza del suolo va ben oltre l’agricoltura. 

Il suolo è l’habitat di più di un quarto della biodiversità del pianeta. Ogni grammo di suolo contiene milioni di cellule di microbi e funghi, che lo rendono uno dei più complessi ecosistemi presenti in natura. Inoltre, il terreno ospita tantissimi altri organismi come gli insetti, che depongono e fanno schiudere le loro uova proprio al suo interno. 

  Fonte: Infografica della Banca Mondiale dal sito web del Forum Economico Mondiale

Un suolo sano è anche necessario per prevenire la carenza di acqua. La maggior parte dell’acqua del mondo – circa il 97% – si trova nel sottosuolo. Quest’acqua è il risultato dello scioglimento di neve e ghiaccio, e della pioggia che penetra nel terreno attraverso un processo in cui il suolo filtra le polveri, gli agenti chimici e altri contaminanti. Oggi, le falde acquifere permettono di fornire circa il 50% di acqua potabile destinata al consumo umano. Inoltre, l’acqua di falda rappresenta il 40% dell’acqua utilizzata per irrigare i terreni, e il 50% dell’acqua utilizzata per la popolazione urbana. 

Per di più, il suolo può contribuire alla difesa del pianeta dai cambiamenti climatici. Secondo una stima di qualche anno fa realizzata dall’Earth Institute della Columbia University, il suolo rimuove circa il 25% di emissioni da combustibili fossili nel mondo. 

Una migliore gestione del territorio e buone pratiche agricole possono accrescere la capacità dei terreni di trattenere il carbonio e aiutare a contrastare il riscaldamento globale. 

Senza dubbio, l’importanza che si dà al mantenimento e alla gestione della qualità del nostro suolo non è mai troppa. Il cibo, l’acqua potabile pulita, la biodiversità, e la vita stessa sulla Terra dipendono da esso. 

La Thailandia è un Paese con tanti tipi di suolo differenti, alcuni dei quali sono favorevoli all’agricoltura, mentre altri sono problematici in termini di qualità, stato fisico e composizione chimica, e conducono a un basso rendimento, perdite di raccolti e profitti non redditizi.                     

Centro Studi per lo Sviluppo di Pikun Thong, nella provincia di Narathawit, Thailandia;

istituito da Sua Maestà il Re Bhumibol Adulyadej il Grande con l’obiettivo di fornire un modello nazionale agli agricoltori per migliorare la qualità del suolo.

Fonte: sito web Thailand Tourism Directory

Sua Maestà il Re Bhumibol Adulyadej Il Grande, che ha dedicato il suo regno al miglioramento degli standard di vita dei thailandesi, e in particolare degli agricoltori, ha stabilito lo sviluppo agricolo e lo studio del suolo come delle reali priorità. Infatti, ha indirizzato le iniziative Reali verso la rivitalizzazione del suolo attraverso metodi naturali. Infine, grazie ad ampie ricerche e sperimentazioni nelle sedi Reali, sono state trovate soluzioni pratiche ed economicamente vantaggiose a diversi problemi relativi al suolo, come, ad esempio, i terreni sabbiosi, la laterite, i terreni erodibili, i suoli salini e acidi. Parliamo di soluzioni pensate per essere facilmente realizzate dagli agricoltori. 

 Erba del vetiver 

 Fonte: Dipartimento di Sviluppo del Territorio,

 sito web del Ministero dell’Agricoltura e delle Cooperative              

Una di queste pratiche consiste nell’utilizzare l’erba del vetiver, la quale si comporta come un giardino verticale, e impedisce l’erosione del suolo e ne mantiene l’idratazione. 

Nel 2009, Sua Maestà ha tenuto un discorso Reale nel quale ha spiegato il valore dei suoi studi sull’erba del vetiver durati 17 anni, in cui ha identificato i suoi molteplici benefici: 

“Alcune piante erbacee possono essere utili soltanto in alcuni luoghi. L’erba del vetiver, invece, si presenta molto utile in diverse zone rurali, non solo in aree pianeggianti ma anche in quelle montane. Il vetiver può crescere sia in strati del suolo profondi che in quelli superficiali. Le radici del vetiver possono penetrare fino a cinque o sei metri di profondità, caratteristica mai riscontrata nelle piante erbacee prima d’ora. In aggiunta, le radici del vetiver crescono soltanto verticalmente fino a cinque metri, ma senza espandersi orizzontalmente; dunque, non andrebbero a intaccare i raccolti vicini. Alcuni tipi di vetiver possono estendere le loro radici molto in profondità – per circa cinque o sei metri. Alcune radici raggiungono i sei metri di profondità. Altre piante erbacee, possono estendere le loro radici in profondità, ma al massimo per tre metri. Il lungo sistema radicale del vetiver copre la superficie del terreno e previene l’erosione del suolo. Il rivestimento di vetiver rende il suolo robusto e utilizzabile per qualsiasi cosa. Ad esempio, i terreni lungo l’argine della strada saranno protetti e non scivoleranno lungo i pendii delle colline. Si può osservare ciò sulla strada per Doi Tung. Inoltre, sarà possibile piantare alberi lungo i bordi della strada. Per di più, tali terreni hanno smesso di erodere, cosa che aveva danneggiato il terreno coltivabile in passato.” (fonte: “Soul of the Thai People: The Great Philosopher in Soils, Sua Maestà il Re Bhumibol Adulyadej, Dipartimento di Sviluppo del Territorio, Ministero dell’Agricoltura e delle Cooperative, 2017).

Nel 1993, la Banca Mondiale ha conferito a Sua Maestà una scultura in bronzo a lui dedicata rappresentante una pianta di vetiver, insieme ad un premio di riconoscimento per “il traguardo tecnico e di sviluppo raggiunto nella promozione della vetiver technology a livello internazionale”. Nel 1996, grazie al suo ruolo di leader nella ricerca scientifica sul vetiver, la Thailandia è stata scelta per ospitare la prima Conferenza Internazionale sul Vetiver (ICV) in collaborazione con la Banca Mondiale e la FAO.  Successivamente, è stato istituito il Pacific Rim Vetiver Network, con la Thailandia a capo, affiancata dai 22 Paesi membri dell’Anello del Pacifico, con l’obiettivo di fare informazione sul Sistema del Vetiver. Ad oggi, i Paesi membri hanno realizzato più di 70.000 pubblicazioni, consultabili sul sito web gestito dall’Ufficio del Royal Development Projects Board.

Royal Development Projects Board

La FAO ha commemorato la Giornata Mondiale del Suolo per la prima volta il 5 dicembre 2012, giorno dell’ottantacinquesimo compleanno di Sua Maestà il Re Bhumibol Adulyadej il Grande della Thailandia. Precedentemente, in quello stesso anno, a Sua Maestà era già stato conferito il primo premio Humanitarian Soil Scientist per la sua dedizione nella gestione del suolo come risorsa.  

Il premio era stato conferito a Sua Maestà il 16 aprile 2012 da Stephen Northcliff, presidente dell’Unione Internazionale delle Scienze del Suolo (IUSS). Dal 2002, soltanto dieci anni dopo, la IUSS ha ottenuto una giornata internazionale del suolo. 

Da quel momento in poi la Thailandia ha dimostrato concretamente la sua leadership nell’ambito della conservazione del suolo, anche attraverso il suo supporto alla FAO, la cui volontà è stata quella di accrescere la consapevolezza su questa tematica importante a livello globale, attraverso l’istituzione ufficiale della Giornata Mondiale del Suolo nel quadro della Global Soil Partnership. Nel giugno del 2013, durante la Conferenza della FAO, la Giornata Mondiale del Suolo è stata promossa all’unanimità, e sei mesi dopo, l’Ambasciata Generale delle Nazioni Unite ha stabilito il 5 dicembre 2014 come la prima, ufficiale, Giornata Mondiale del Suolo, che da allora si celebra ogni anno. 

Dal momento in cui è stata presentata, nel 2014, la Giornata Mondiale del Suolo è diventata una delle campagne di comunicazione della FAO più influenti, con centinaia di eventi in tutto il mondo e un impatto mediatico enorme. Lo slancio ottenuto è stato spettacolare, da una modesta fase iniziale di 42 eventi nel 2014 si è passati a ben 781 giornate in 125 Paesi nel 2021. Durante il periodo dedicato al tema è emerso l’hashtag #WorldSoilDay, che ha raggiunto 330 milioni di utenti ed è stato in tendenza il 5 dicembre. 

Fonte: sito web dell’Organizzazione del Cibo e dell’Agricoltura delle Nazioni Unite 

In relazione alla Giornata Mondiale del Suolo, la Thailandia sponsorizza ogni anno il Premio King Bhumibol World Soil Day per conferire un riconoscimento a individui o istituzioni che organizzano giornate dedicate al suolo di forte impatto. I destinatari di questi premi provengono da diverse parti del mondo, come Bangladesh, Costa Rica, India e Nigeria. 

Tuttavia, nonostante i notevoli sforzi di numerose organizzazioni, di scienziati, ambientalisti e di tutti coloro che cercano di accrescere la consapevolezza sull’importanza di un suolo sano, non siamo ancora fuori pericolo. Pratiche di agricoltura intensive, l’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi, la deforestazione, l’attività industriale e la rapida urbanizzazione, continuano ad aggravare la perdita di suolo in quasi tutti i Paesi del mondo. 

Forse per fare dei passi avanti, dobbiamo mettere a punto il messaggio. È importante cambiare la mentalità delle persone e ciò può avvenire soltanto facendo informazione.

Ma comprendere il problema potrebbe non essere abbastanza per cambiare il modo di agire delle persone. Dovremmo pensare a come cambiare i loro cuori, il mondo in cui percepiscono il tema del suolo. 

Lo stesso Leopold, considerato da molti il padre dell’ecologia della fauna selvatica, ha affermato che “Abusiamo del suolo perché guardiamo ad esso come un bene che ci appartiene. Se iniziassimo a vedere la terra come una comunità a cui noi apparteniamo inizieremmo a trattarla con amore e rispetto.”

Sotto questo aspetto, credo che il 5 dicembre, il giorno della nascita dell’ormai defunto Re, abbia qualcosa di inestimabile da offrire. 

Quando il re era nato, Sua Maestà Re Prajadhipok aveva dato al nascituro il nome di “Bhumibol Adulyadej”, e aveva spiegato che le due parole significavano “Forza della Terra, Incomparabile e Ineguagliabile Potere”. Si racconta che a quel tempo la madre, la Principessa, aveva detto a Sua Maestà il re Bhumibol Adulyadej: “Di fatto, il tuo nome significa Forza della Terra perché voglio che tu stia sulla superficie del suolo.” Il re ha poi spiegato che sua madre probabilmente intendesse dire che augurava a Sua Maestà di essere umile e di lavorare per i suoi sudditi thailandesi. 

Fedele all’augurio di sua madre, Sua Maestà il Re Bhumibol Aduladej il Grande è diventato un esempio di umiltà. Durante le visite reali in campagna, il re spesso si inginocchiava o si sedeva a terra per ascoltare i problemi della sua gente, per ore e ore. Sono certo che mai si sia sentito infastidito da un po’ di terra sui suoi vestiti. 

Quest’anno, si sono tenute molte attività significative nell’ambito della Giornata Mondiale del Suolo, sia in Thailandia che in altri Paesi. Il 5 dicembre, il Ministero degli Interni, per la Giornata Mondiale del Suolo 2022, ha organizzato un evento in ogni provincia della Thailandia, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza collettiva sull’importanza del suolo nella salvaguardia dell’ambiente e nello sviluppo sostenibile, e per onorare il lavoro del Re Bhumibol Adulyadej Il Grande sulla gestione del suolo.  Il 15 dicembre, la Missione Permanente in Thailandia delle Nazioni Unite e la Missione Permanente in Namibia delle Nazioni Unite, in collaborazione con la FAO e la Convenzione delle Nazioni Unite per Combattere la Desertificazione, hanno organizzato una giornata del suolo anche a New York, per sensibilizzare le persone sull’importanza di mantenere degli ecosistemi sani attraverso un suolo sano, e riconoscere che gli agricoltori sono dei veri e propri “eroi del suolo”.

Di certo, ognuno di noi può giocare un ruolo significativo in questo ambito, e io credo che tutto abbia inizio col prendersi del tempo per capire e apprezzare l’importanza di suoli sani nelle nostre vite. In fin dei conti, spero vivamente che le persone prendano ispirazione dall’essenziale lavoro già svolto e che continuino a fare progressi al riguardo, in modo da poter moltiplicare gli sforzi globalmente e proteggere il nostro suolo per le future generazioni. 

                                                             * * * * *

Il Dr. Apichart Jongskul si è occupato di gestione del suolo e sviluppo del territorio per decenni e aveva precedentemente svolto l’incarico di Direttore Generale del Dipartimento dello Sviluppo Territoriale all’interno del Ministero dell’Agricoltura e delle Cooperative. Nel 2015, è diventato un referente della Fondazione Chaipattana – una fondazione istituita da Sua Maestà il Re Bhumibol Adulyadej il Grande che contribuisce allo sviluppo nazionale- e dal 2018 ricopre la posizione di Vicesegretario Aggiunto della fondazione. 

Chi impara va lontano…

Articolo di Cherdkiat Atthakor 

Come si fa ad aiutare gli ultimi in modo significativo? Che cosa si può dare loro per consentirgli di cambiare la traiettoria delle loro vite, per avere un impatto sull’ambiente che li circonda e per far progredire le loro società e i loro Paesi? Si dà loro accesso a un’istruzione di qualità.  

Più e più volte, questo si è dimostrato l’unico elemento di svolta, e anche il più efficace, per moltissime persone che sono nate senza disporre dei mezzi necessari a fare strada nella vita. L’istruzione continua ad essere, di fatto, un vettore sociale quando si tratta di superare sistemi di privilegio e disuguaglianza. Essa apre le porte a coloro che lottano ai margini della nostra società. 

Sua Altezza Reale la Principessa Maha Chakri Sirindhorn ha aperto proprio quelle porte a numerosi bambini indigenti in Thailandia, impegnandosi insieme agli enti interessati per rinnovare l’intero sistema educativo del Paese. 

Il suo unico desiderio era quello di rendere l’istruzione accessibile a tutti, in particolar modo ai bambini più svantaggiati. In Thailandia questo ha significato l’accesso a un’istruzione di qualità per bambini provenienti da aree remote e rurali dello Stato.  Inoltre, ha significato raggiungere coloro che vivono in zone montane in cui l’accesso all’istruzione era quasi impossibile, e anche coloro che vivono in aree confinanti con i Paesi vicini. 

Scuola di polizia di frontiera Lions Mahachak 9, Distretto di  Mae Taeng, nella provincia di  Chiangmai, nel nord della Thailandia, nell’ambito dell’Ufficio di Royal Development Projects Board  (ORDPB) 

Fonte: sito web dell’Ufficio di Royal Development Projects Board (ORDPB). 

Fin da giovane, Sua Altezza Reale ha creduto fermamente nel potere della conoscenza. Lei stessa si è dedicata allo studio e ha messo in pratica le sue conoscenze per migliorare la vita delle persone in Thailandia. La principessa ha promosso l’idea di ‘”istruzione per tutti” attraverso la collaborazione tra gli organi interessati, sia nel governo che nel settore privato, con l’obiettivo finale di creare una rete di condivisione delle conoscenze, di supporto tecnico e di mobilitazione delle risorse, non solo in Thailandia, ma in tutto il mondo.

Abbracciando la sua visione, le istituzioni governative e accademiche hanno iniziato a seguire il suo esempio nel perseguire l’eccellenza accademica e una vita migliore per le future generazioni del Paese. Nel 1979, tale visione si è concretizzata con la Fondazione Principessa Maha Chakri Sirindhorn, che ha iniziato a fornire un sostegno concreto agli studenti bisognosi delle scuole, degli istituti professionali e delle università. Poi, nel 1983, Sua Altezza Reale ha ampliato i suoi sforzi avviando un progetto che avrebbe fornito un migliore accesso a un’istruzione di qualità a bambini che vivono in zone rurali del Paese.

Grazie alle attività svolte nell’ambito di tale progetto, gli insegnanti, in particolare quelli della polizia di frontiera, sono stati formati secondo metodi di insegnamento specifici e in condizioni particolari, con l’obiettivo di ottenere risultati di apprendimento concreti per questi bambini. Inoltre, il progetto ha riservato una particolare attenzione e formazione in termini di miglioramento dell’istruzione per bambini apolidi e appartenenti a minoranze.

Nel corso del suo lavoro, con l’aumentare dei bambini aiutati, Sua Altezza Reale ha iniziato a riconoscere e a dare importanza ad altri fattori che ugualmente influenzano lo sviluppo dei bambini. Tra questi: la garanzia di una buona alimentazione e la lotta alla carenza di iodio, attraverso progetti per il pranzo, l’accesso alla tecnologia per le scuole delle aree rurali e il miglioramento della qualità degli insegnanti attraverso premi e borse di studio.

Nel 1990, la principessa ha avviato il progetto di Deficiency Disorder Control. Grazie alla collaborazione con l’UNICEF e con le aziende produttrici di sale in Thailandia, il tasso di carenza di iodio nei bambini delle scuole elementari si è mantenuto costantemente al di sotto del 5%. 

Nel 1995, Sua Altezza Reale ha avviato il programma IT per le scuole rurali, facente parte del suo progetto IT globale per l’istruzione, per affrontare le disuguaglianze fornendo l’accesso ai computer e alle attrezzature informatiche alle scuole associate. Grazie a questo programma, gli insegnanti e gli studenti delle aree rurali e remote della Thailandia hanno potuto sperimentare e sviluppare le proprie competenze nell’uso della tecnologia.

 Apprendimento online

Fonte: Sito web di “The Information Technology Foundation” nell’ambito dell’iniziativa di Sua Altezza Reale la Principessa Maha Chakri Sirindhorn. 

La dedizione e i contributi di Sua Altezza Reale nel campo dell’istruzione nel corso degli anni hanno ispirato il Consiglio degli insegnanti della Thailandia, all’interno del Ministero dell’Istruzione, a istituire il Premio Principessa Maha Chakri in suo onore, nel 2015. Il premio viene assegnato una volta ogni due anni a 11 insegnanti di spicco degli Stati membri dell’ASEAN e di Timor Est, per onorare gli insegnanti impegnati, promuovere la professione di insegnante e rafforzare le relazioni internazionali nel campo dell’istruzione.

 Fonte: sito web di Princess Maha Chakri Award  

Il lavoro di Sua Altezza Reale è stato riconosciuto anche dalla comunità internazionale e da diverse organizzazioni internazionali. Una di queste è l’UNICEF, che le ha conferito il premio Life-Time Achievement Award per il suo ruolo significativo e per il suo costante impegno per migliorare le vite dei bambini in Thailandia, con una particolare attenzione a quelli provenienti da aree remote e svantaggiate del Paese. 

Nel 1991, la Principessa Maha Chakri Sirindhorn è stata insignita del prestigioso Premio Ramon Magsaysay per il Servizio Pubblico. Istituito nel 1957, il Premio Ramon Magsaysay era ed è ancora considerato la più alta onorificenza in Asia, comparabile al Premio Nobel.

In occasione della cerimonia di consegna del Premio Magsaysay, Sua Altezza Reale ha condiviso con il pubblico uno scorcio sull’ispirazione che l’ha portata a compiere il suo lavoro:

“È un dovere, ma è anche la più alta aspirazione di un thailandese, partecipare a qualsiasi opera volta allo sviluppo e alla prosperità del nostro amato Paese, la Thailandia, e aiutare il nostro vicino meno fortunato ad avere una vita migliore”.  

Indubbiamente, il benessere e la qualità della vita degli individui non possono essere migliorati da una sola persona. Ci vuole uno sforzo collettivo e costante, e ci vuole tempo. Infatti, è necessario che tutti noi facciamo la nostra parte per contribuire al benessere della società, per il futuro dei nostri figli e delle generazioni a venire. Nel mondo in cui viviamo oggi, nessuno è indenne dalla recessione economica globale, dalla povertà, dalla criminalità, dalla disoccupazione e da altri mali della società. Un’istruzione di qualità è ciò che meglio prepara le persone ad affrontare un ambiente in continua evoluzione e le mette in grado di gestire le circostanze frenetiche, dinamiche e imprevedibili del nostro mondo.

Per quanto mi riguarda, credo fermamente nel potere della conoscenza e nel fatto che tutti se imparano possano andare lontano, questo vale soprattutto per coloro che sono più indietro, ai quali dobbiamo i nostri migliori sforzi per crescere.  

* * * * *

Cherdkiat Atthakor è Vicesegretario Permanente per gli Affari Esteri e sovrintendente all’Istituto Devawongse Varopakarn per gli Affari Esteri che si occupa della formazione dei diplomatici thailandesi durante la loro carriera. Ha un’ampia esperienza negli affari esteri: in precedenza è stato portavoce del Ministero degli Esteri, ambasciatore della Thailandia in Kenya, nonché vicedirettore generale del Dipartimento degli Affari dell’Asia Orientale, del Dipartimento degli Affari dell’ASEAN e del Dipartimento delle Organizzazioni Internazionali.

La giornata del Principe Mahidol e dell’Educazione all’Umanità

 “Il vero successo non sta nell’apprendimento, ma nella sua applicazione a beneficio dell’umanità” (Sua Altezza Reale il Principe Mahidol di Songkla).

Articolo di Tanee Sangrat

Il 24 settembre è un giorno importante in Thailandia. Conosciuta come “La giornata del Principe Mahidol” segna la data del decesso di sua Altezza Reale il Principe Mahidol di Songkla nel 1929. 

 Il principe Mahidol è ricordato per il suo contributo al progresso dell’istruzione superiore, in particolar modo nel campo delle scienze base, salute pubblica e ricerca medica. In particolare, vi sono due iniziative degne di nota che sono state accreditate al principe Mahidol che hanno avuto un grande impatto sullo sviluppo del software e dell’hardware del progresso medico del Paese. 

In primo luogo, il principe Mahidol stanziò i suoi fondi personali per borse di studio destinate a studenti thailandesi talentuosi per studiare le scienze di base e altri campi delle scienze applicate nel Regno Unito, nell’Europa continentale e negli Stati Uniti. Questi studenti avrebbero poi fatto ritorno a Siam come i primi gruppi di personale docente ben qualificato a “fare carriera” attraverso l’insegnamento.

In secondo luogo, il principe Mahidol acquistò attrezzature moderne per insegnare le scienze di base e per la costruzione di laboratori e classi. Inoltre, egli ha ricoperto anche il ruolo di presidente del Comitato per l’istituzione della Scuola di Medicina di Siriraj, ad oggi la Facoltà di Medicina, l’ospedale di Siriraj e l’Università Mahidol, che è una delle migliori nel paese. 

Queste e altre azioni significative hanno avuto un impatto a lungo termine sullo sviluppo della medicina e dei servizi di sanità pubblica, a tal punto che il principe Mahidol è stato insignito del titolo “Padre della medicina e della sanità pubblica della Tailandia”.

Nel 1950, a ventun anni dalla sua scomparsa, gli alunni della Facoltà di Medicina, l’ospedale di Siriraj, che hanno ricevuto la borsa di studio per compiere gli studi all’estero, uniti agli altri che hanno ricevuto altre forme di aiuto dal principe, nonché membri del pubblico, si riunirono per erigere un monumento all’ospedale di Siriraj in suo onore. L’anno successivo, la Facoltà di Medicina, l’ospedale di Siriraj hanno dichiarato che il 24 settembre sarebbe riconosciuto come “la giornata del Principe Mahidol” e che importanti iniziative sarebbero state organizzate per commemorare sua Altezza Reale. Il tutto è iniziato con un discorso commemorativo annuale e, nel 1960, si è ampliato con l’inclusione di oggetti in segno di stima per le persone che hanno fatto donazioni per le cure mediche dei poveri presso l’ospedale Siriraj. Questi oggetti si presentavano sotto forma di bandiere triangolari di stoffa bianca con l’immagine del monumento del Principe Mahidol e il messaggio “In commemorazione del Giorno del Principe Mahidol – 24 settembre, Siriraj Hospital” in caratteri verdi. Oggigiorno questi oggetti presentano diversi colori ed esiste una Fondazione dello Siriraj che accetta le donazioni per attrezzature mediche moderne e per le cure mediche per i poveri presso l’ospedale, nonché lo sviluppo di risorse umane per la Facoltà di Medicina.

L’eredità del Principe Mahidol sull’educazione per l’umanità è stata ulteriormente istituzionalizzata dalla Facoltà di Medicina, ospedale Siriraj, con l’intento di istituire Fondazione Premio Principe Mahidol,  per commemorare il centenario di Sua Altezza Reale, il 1° gennaio 1992. La Fondazione è responsabile di portare avanti il suo lascito, attraverso l’organizzazione della Cerimonia del Premio Prince Mahidol, Conferenza del Premio Prince Mahidol e Borsa di studio del Programma Premio Prince Mahidol per i giovani.

Due Premi Principe Mahidol vengono conferiti annualmente a persone o istituzioni che hanno contribuito in modo esemplare al progresso dei servizi medici e di salute pubblica per l’umanità in tutto il mondo. Ogni premio consiste di una medaglia, un certificato e una somma in denaro di US$ 100,000. Qualsiasi autorità medica o sanitaria nazionale, o individuo, o gruppo di individui che agiscono in veste non governativa, possono  presentare le candidature per il premio al Segretario Generale della Fondazione del Premio Principe Mahidol prima del 31 maggio di ogni anno.

Lo scorso anno, il premio nel campo della medicina è stato conferito al professore associato Katalin Karikó, Ph.D., dall’Ungheria e il professore Drew Weissman, M.D., Ph.D. dagli Stati Uniti, per la ricerca congiunta sulla tecnologia mRNA, che ha portato allo sviluppo del vaccino contro il COVID-19, e il professore Pieter Cullis, dottore di ricerca dal Canada, per la sua ricerca pionieristica sulle nanoparticelle lipidiche, che è stata utilizzata per lo sviluppo del vaccino mRNA cosicché potessero penetrare nelle cellule umane. Anutin Charnvirakul, Vice Primo Ministro e Ministro della Sanità Pubblica della Thailandia, ha incontrato i Premiati Prince Mahidol nel gennaio 2022, per congratularsi e lodare il loro impegno nell’assistere centinaia e migliaia di pazienti in tutto il mondo. Ha riconosciuto che i loro traguardi sono un contributo estremamente importante per l’umanità e si è detto onorato che la Thailandia possa svolgere un ruolo di sostegno alla loro ricerca.

La Conferenza del Premio Principe Mahidol (PMAC), è simile a un evento annuale tenuto a Bangkok, che ospita leader ed esperti per discutere delle sfide globali. Il tema della PMAC a gennaio 2022 era “Il mondo che vogliamo: azioni per una società più sostenibile, equa e sana”. PMAC 2022 è incentrato su sei mega trend, che includono l’evoluzione della popolazione, i cambiamenti demografici, l’urbanizzazione, il cambiamento climatico, il cambiamento di uso del territorio e le tecnologie di trasformazione. I partecipanti hanno esplorato le relazioni tra questi problemi e come affrontarli attraverso l’elaborazione di politiche e l’azione collettiva. Si è evidenziato come la crescita della popolazione mondiale avrà un impatto sulle risorse naturali e sulla salute umana.  L’invecchiamento della società comporta un numero crescente di persone affette da malattie non infettive, come ictus o il morbo di Alzheimer, richiedendo un numero maggiore di ricercatori per queste malattie. L’urbanizzazione e l’aumento del numero delle megalopoli ha un grande impatto sull’inquinamento e sulle malattie urbane correlate,  a cui si aggiunge il cambiamento climatico. Tuttavia, il rapido sviluppo di tecnologie trasformative hanno il potere di aiutarci a superare queste sfide globali, facendo progredire le procedure mediche e prevedendo i disastri naturali. Al termine della giornata, i partecipanti hanno ribadito la necessità di unire le forze per creare il mondo che vogliamo, ma allo stesso tempo assicurando che gli avanzamenti tecnologici e le innovazioni salvavita siano equamente distribuite in tutto il mondo. 

Infine, così come il principe Mahidol ha contribuito con fondi per borse di studio per l’istruzione, la Fondazione Premio Principe Mahidol porta avanti la sua eredità attraverso il Programma Giovani Borsa di Studio Principe Mahidol. Lo scorso anno, cinque borse di studio sono state conferite agli studenti della Facoltà di Medicina nei principali ospedali statali, tre dell’ospedale di Siriraj e due dall’ospedale di Ramathibodi, con la certezza che avrebbero restituito il gesto alla società attraverso il loro servizio.

Phurin Areesawangkit della Facoltà di Medicina dell’Ospedale Siriraj è stato uno dei destinatari. dei destinatari.In un’intervista al programma della radio Tailandese “MFA Update”, Phurin ha spiegato che la borsa di studio offre ai giovani interessati alla ricerca medica, sistemi sanitari e politiche sanitarie pubblici, con la possibilità di studiare nelle istituzioni all’avanguardia, in qualsiasi Paese, per un anno. Phurin fu motivato a richiedere la borsa di studio dall’opportunità di imparare da esperti di livello mondiale e di rafforzare le connessioni tra le istituzioni accademiche in Thailandia e quelle all’estero. Ambiva a portare avanti la ricerca per la cura del cancro con la speranza di fornire cure più efficaci per i pazienti oncologici in Thailandia. Egli è un esempio dell’eredità potente e duratura lasciata dal Principe Mahidol, portando avanti la fiaccola della ricerca di Sua Maestà dell’apprendimento a beneficio dell’umanità e dell’istruzione per l’umanità. 

* * * * 

Tanee Sangrat è direttore generale del Dipartimento dell’Informazione e portavoce del Ministero degli Affari Esteri della Thailandia. È anche presidente del sottocomitato per le relazioni pubbliche della Fondazione del Premio Principe Mahidol e ha lavorato a stretto contatto con la Fondazione in questa veste. Durante il suo periodo di lavoro presso il Dipartimento dell’Informazione, ha dato importanza alla diplomazia pubblica e al coinvolgimento dei giovani nelle relazioni internazionali attraverso varie attività.  È stato console generale a Los Angeles, ambasciatore della Thailandia in Vietnam e attualmente ambasciatore della Thailandia in Vietnam.

Building Resilience through Food Security

Articolo by Dr. Wiwat Salyakamthorn*

“[T]he strengthening of our economic foundation [should begin] by assuring that the majority of our population has enough to live on… Once reasonable progress has been achieved, we should then embark on the next steps…”

His Majesty King Bhumibol Adulyadej the Great


Thailand is world-renowned for her flavorful culinary delights with dishes like Pad Thai and Tom Yum Kung born out of a unique gastronomic history, maintained by the ingenuity of Thais to evolve their dishes in celebration of their culture. But all of this is only possible because of one simple fact – Thailand enjoys an abundance and diversity of agricultural produce.

 

Sufficiency Economy Philosophy

Source: Thailand International Cooperation Agency (TICA)

 

From the steep stepped farmlands of the North to the rain-soaked terrain of the South, agricultural best practices well-suited to each of the country’s topographical feature provide a steady stream of fresh produce that has been woven into the rich tapestry of Thai cuisine. What might be a lesser-known fact is that the country owes much of her agricultural success to the lifelong dedication of His Majesty King Bhumibol Adulyadej the Great, in fostering resiliency through advancing food security for the Thai people. King Maha Vajiralongkorn Phra Vajiraklaochaoyuhua has taken the concept further, by ensuring that Thais nationwide continue to enjoy food security through scalable best practices in agriculture.

His Majesty King Bhumibol Adulyadej the Great initiated more than 4,000 development projects for the betterment of the Thai people’s livelihoods, all of which were based firmly in his philosophy of Sufficiency Economy, which advances fundamental principles of Thai culture deeply rooted in Buddhist precepts. The philosophy espouses development in all aspects based on moderation, prudence and self-immunity. It emphasizes living within one’s means and with limited resources, thereby decreasing dependence on externalities and susceptibility to market volatility while increasing one’s control over the means of production and output.

 

The New Theory Agriculture

Source: Thailand International Cooperation Agency (TICA)

 

Development by steps according to the new theory Source: Thailand International Cooperation Agency (TICA)

 

At the time of the Philosophy’s conception, Thailand was still an agrarian country but one poised for significant economic development. His Majesty the late King had the foresight and vision that such development could not and should not leave anyone behind. This compassion was then engendered the New Theory, under which the essential principles of the philosophy of sufficiency economy are applied to agriculture. Given the historical context, food security at the individual and the household levels would come to underpin more stable economic growth by lessening the risk of external shocks at the grassroots level. By reaching the furthest first, the New Theory is one of the most concrete examples of the application of the philosophy of Sufficiency Economy as it seeks to foster balanced and sustainable living through the management of land and water conservation, especially for those whose livelihoods were particularly susceptible to impacts of economic crises and natural disasters. This, in turn, allows farmers and small-scale land owners to holistically manage their lands while living harmoniously with nature and within society as they can rely on locally sourced produce for sustenance, even in the face of economic hardship.

 

The New Theory Farming Practice

Source: Thailand International Cooperation Agency (TICA)

 

Staying true to His Majesty’s Oath of Accession to “continue, preserve and build upon the royal legacy”, the Khok Nong Na Model expands on the New Theory to maximize both land use and water retention, both on the surface and underground, for agricultural production. The concept essentially calls for the building of a small weir on a plot of land that acts as a reservoir to prevent flooding during rainy season but also retains and acts as a source of water during dry season, both of which have been exacerbated by the adverse effects of climate change.

 

The key principle of the Khok Nong Na Model is to store sufficient water focused in three main areas: mound, marsh, and rice field.

Source: Surin Provincial Agriculture and Cooperatives Office website

 

“Khok Nong Na” is an amalgamation of three Thai words that encapsulate key elements of the eponymous concept. First, a small ridge (Khok) is built of soil obtained through swamp digging or other substrate rich in nutrients suitable for growing fruit plants and trees, capable of withstanding local conditions, to generate food and household income. The next important element is a weir (Nong) that runs the length of the plot of land with sufficient depth to store water for agricultural use all year round while providing moisture through the breadth of the land. The last key element is the rice paddy (Na) on which organic rice farming should be practiced with the aim of restoring essential nutrients to the soil so that yields are pesticide-free and safe for human consumption. The overall objective of the Khok Nong Na Model is to ensure food and financial security from the smallest units within society by becoming self-dependent while minimizing susceptibility to externalities. This will in turn translate into food system resilience for the country.

The success of the model is now being scaled up throughout the country by various agencies including the Foreign Ministry’s Thailand International Cooperation Agency and the Community Development Department. Pilot projects and vocational programmes designed to acquaint those keen to explore the application of the Khok Nong Na Model of their own volition, have been implemented nationwide. The Community Lab Model aims to offer a better quality of life through the upskilling and reskilling of recent graduates, whose prospective jobs COVID-19 has taken away, in 330 districts with over 3,300 participants. Similarly, the Household Lab Model has been converting plots of land belonging to almost 6,000 model farmers in more than 300

districts countrywide into Khok Nong Na model lands. Building upon his father’s legacy, His Majesty King Maha Vajiralongkorn Phra Vajiraklaochaoyuhua has guided the Thai people to put into practical application the Khok Nong Na model of agricultural practices to ensure that food system resilience remains one of Thailand’s crowning achievements in the years to come.

Overview of “Khok Nong Na Model” Source: Narathiwat Science Center for education

* * * * *

 

Dr. Wiwat Salyakamthorn became well known from decades of training farmers on the application of Sufficiency Economy Philosophy to the agricultural sector to promote sustainable productivity and livelihoods.   He has experience working at the Office of the Royal Development Projects Board and in experimenting with the development concept on his own family’s farm in Chon Buri, with great success. He is also a former Minister of Agriculture and Cooperatives and the Founder of the Agri-Nature Foundation which runs community workshops at his farm. In addition, he holds other prominent positions, including President of the World Soil Association, and President of the Institute of Sufficiency Economy.

“Noi aiutiamo la Croce Rossa Thailandese, la Croce Rossa Thailandese aiuta noi”

 Uno sguardo al modo in cui la Famiglia Reale ha alimentato la missione umanitaria della Società della Croce Rossa Thailandese

Articolo a cura di Tej Bunnag

Segretario generale della Società della Croce Rossa Thailandese

“#BeHumanKind: Credere nel potere della gentilezza” è stato il tema di quest’anno, quando abbiamo celebrato la Giornata della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa l’8 maggio 2022.  Riflettendo sulla gentilezza, vogliamo anche ricordare come la Thailandia sia diventata membro del Movimento internazionale della Croce Rossa.

                   Sin dalla sua fondazione nel 1893, la Società della Croce Rossa Thailandese ha perseguito una missione umanitaria per fornire assistenza medica e sociale a chi ne ha bisogno. La Società è nata in seguito al conflitto tra Siam e Francia sulla riva sinistra del fiume Mekong, che ha provocato numerosi feriti e vittime. All’epoca non esisteva alcuna organizzazione in grado di fornire assistenza e soccorso alle vittime. Thanphuying Plian Phasakaravongse, una dama di corte, esortò le donne thailandesi a raccogliere fondi e oggetti, come medicinali e attrezzature mediche, da inviare per aiutare i soldati feriti. Lady Plian pensava che ci sarebbe dovuta essere un’organizzazione che si occupasse di loro e dei civili colpiti, come faceva la Croce Rossa, e propose l’idea alla regina Savang Vadhana, che la sottopose a Sua Maestà il Re Chulalongkorn. Il Re approvò e lodò gli sforzi di soccorso come “una buona iniziativa adatta come modello nazionale”. Il 26 aprile 1893 concesse il permesso di istituire il “Consiglio Rosso del Siam”, il predecessore della Società della Croce Rossa Thailandese. Sua Maestà donò anche fondi personali di 80.000 baht per contribuire a lanciare la prima raccolta di fondi per il “Consiglio Rosso del Siam”, insieme a una dichiarazione ufficiale in cui dichiarava che “la mia vita e le mie proprietà sono unite al Siam”. A questa dichiarazione seguì il permesso reale di utilizzare un palazzo per la costruzione di un ospedale del Consiglio della Croce Rossa nel giugno 1893.

                  Una volta terminato il conflitto tra Siam e Francia, Sua Maestà il Re Chulalongkorn chiese a uno dei suoi figli, il Principe Nakornchaisri Suradech, di sviluppare e istituzionalizzare il Consiglio della Croce Rossa del Siam e dell’ospedale come organizzazione permanente per portare avanti la sua missione umanitaria. Sua Maestà purtroppo morì prima che il progetto fosse completato. Il suo erede, il re Vajiravudh, insieme ai suoi fratelli, portò a termine il progetto facendo donazioni al fondo del Consiglio della Croce Rossa esistente per costruire un ospedale nella proprietà privata del re sulla Rama IV Road. Il principe Nakornchaisri Suradech supervisionò la costruzione dell’ospedale. Il King Chulalongkorn Memorial Hospital, Thai Red Cross Society, come è conosciuto oggi, continua a essere uno dei migliori ospedali del Paese, con strutture mediche all’avanguardia al servizio del pubblico.

Ufficio della Società della Croce Rossa del Siam (1914-1932)
Fonte: Sito web della Società della Croce Rossa Thailandese

               Quando si chiede cosa viene in mente quando si sente parlare della Società della Croce Rossa Thailandese oggi, la maggior parte delle persone pensa che si tratti di un’organizzazione umanitaria caritatevole. Partendo dall’assistenza medica ai soldati e ai civili feriti in tempo di guerra, la Società della Croce Rossa Thailandese si è poi allargata a molte altre missioni, soprattutto da quando Sua Maestà la Regina Sirikit, la Regina Madre, ha assunto la presidenza della Società nel 1956.

               Sua Maestà la Regina Sirikit è devota alla missione umanitaria della Società della Croce Rossa Thailandese. Nel maggio 1979, quando decine di migliaia di rifugiati cambogiani si rifugiarono nella provincia thailandese di Trat, si precipitò a Trat per vedere la situazione in prima persona. Poi, in qualità di Presidente della Società della Croce Rossa Thailandese e contro la politica del governo dell’epoca, istituì il Centro della Croce Rossa Thailandese di Khao Lan per fornire riparo, cibo e cure mediche ai rifugiati, che divenne il loro rifugio per molti anni, fino al ritorno della pace in Cambogia nel 1991.

Centro della Croce Rossa Thailandese di Khao Lan sull’autostrada Trat-Khlong Yai al Km. 48, in precedenza struttura per l’assistenza ai rifugiati cambogiani dal 1978 al 1986.
Fonte: Sito web del viaggio in Thailandia

                   Oltre all’assistenza umanitaria per i rifugiati e gli sfollati, la Società della Croce Rossa Thailandese fornisce anche altri servizi per rafforzare l’assistenza sanitaria pubblica in Thailandia. Il governo ha assegnato alla Società la responsabilità del Centro nazionale del sangue. I funzionari e i volontari della Croce Rossa thailandese si occupano anche di portare aiuti alle vittime dei disastri naturali, ogni volta che questi si verificano.

                  Durante la pandemia da COVID-19, la Società della Croce Rossa Thailandese ha svolto un ruolo attivo nella campagna di vaccinazione nazionale. Nell’aderire alla campagna nazionale di vaccinazione, la Società ha costantemente incoraggiato tutti a vaccinarsi prima possibile, sia i cittadini thailandesi che gli stranieri, compresi i lavoratori migranti e altri gruppi di persone vulnerabili in Thailandia, in linea con la politica del governo di “non lasciare indietro nessuno”. A partire da maggio 2022, la Società della Croce Rossa Thailandese ha somministrato gratuitamente 1.816.316 dosi di vaccino contro il COVID-19, che coprono i lavoratori migranti e gli sfollati al confine occidentale del Paese, sottolineando la lunga tradizione umanitaria della Thailandia.

La Società della Croce Rossa Tailandese e i suoi partner di rete forniscono la vaccinazione contro il COVID-19 proattiva per gli sfollati presso il rifugio temporaneo di Ban Mae La, nel sottodistretto di Mae La, distretto di Tha Song Yang, provincia di Tak
Fonte: Sito web della Società della Croce Rossa Thailandese

Oltre alla campagna di vaccinazione, i funzionari e i volontari della Croce Rossa thailandese aprono cucine comunitarie in varie parti del Paese. L’obiettivo è quello di alleviare i disagi della popolazione a causa della pandemia, allestendo cucine temporanee in aree pubbliche in varie province, in uno sforzo continuo per distribuire aiuti al maggior numero possibile di persone.

                  “…La missione della Società della Croce Rossa Thailandese non è solo quella di assistere le persone della società che dovrebbero ricevere assistenza, ma è legata all’assistenza alle persone che sono in difficoltà in generale, in cui il lavoro è veramente intrapreso per l’umanitarismo. Consideriamo un dovere per tutti gli esseri umani aiutare i propri simili e coloro che lavorano alla Società della Croce Rossa Thailandese comprendono molto bene questa missione…”.

                   Parole pronunciate da Sua Altezza Reale la Principessa Maha Chakri Sirindhorn, che dal 1977 ricopre il ruolo di Vicepresidente esecutivo della Società della Croce Rossa Thailandese e ha portato avanti l’eredità umanitaria della Società, in particolare il senso del dovere e della compassione verso il prossimo, integrando il servizio alla comunità nella vita quotidiana.

                 La Società della Croce Rossa Thailandese, sotto il Patrocinio Reale di Sua Maestà il Re, ha celebrato il suo 129° anniversario il 26 aprile 2022, e continua a espandere e rafforzare le sue operazioni umanitarie e a coltivare lo spirito di servizio alla comunità con la fede nel potere della gentilezza nella società thailandese.

*   *   *   *   *

Tej Bunnag è il Segretario Generale della Società della Croce Rossa Thailandese ed ex Ministro degli Affari Esteri della Thailandia. Ex diplomatico di carriera, è stato Segretario permanente per gli Affari esteri e Ambasciatore della Thailandia a Pechino, Ginevra, Parigi e Washington D.C. È stato borsista del Governo e ha studiato storia all’Università di Cambridge e di Oxford nel Regno Unito.

 

Songkran ai tempi della pandemia

Dopo due anni di pandemia, la Thailandia prova a ritornare alla normalità per la sua festa più celebre, anche se le restrizioni continuano a frenare la ripresa.

Il Songkran è la più grande e famosa delle numerose feste tradizionali della Thailandia. Questo periodo di festa è diffuso anche in altri Paesi del Sudest Asiatico e celebra l’inizio del nuovo anno nel calendario buddista ed Induista. In particolare, il Songkran thailandese, che peraltro capita nel mese più caldo dell’anno, è conosciuto oltre che per i grandi combattimenti con le pistole d’acqua, popolarissime tra i turisti, anche per  le cerimonie di purificazione. La tradizione vuole infatti che, oltre alle numerose processioni, i fedeli rendano omaggio agli anziani o ai propri cari lavando loro le mani con dell’acqua. Inoltre, si usa pulire al meglio le proprie case e le statue del Buddha nei templi in modo tale da celebrare la rinascita e la purificazione. Ogni anno i festeggiamenti iniziano il 13 aprile e normalmente durano tre giorni, permettendo alle famiglie di riunirsi nel proprio villaggio per le celebrazioni. Per questo motivo, quindi, ogni anno si assiste ad un esodo di lavoratori che dalla capitale si spostano nelle province di origine.

La tradizione, interrotta a causa del lockdown, quest’anno si è potuta nuovamente rinnovare, con la popolazione che si è messa in viaggio  per visitare i propri familiari e celebrare i consueti rituali. A causa della pandemia da COVID-19, infatti, negli ultimi due anni era  stato vietato ogni altro tipo di festeggiamento popolare per evitare la diffusione del virus.  Anche quest’anno, tuttavia,  le celebrazioni sono state fortemente limitate. Infatti, nonostante il numero di contagi nella settimana di Songkran fosse minore ai 20,000 casi giornalieri e quindi ben inferiori alle cifre a cui siamo abituati in Italia (con una popolazione leggermente maggiore), il governo continua a imporre regole molto severe al fine di contenere la pandemia. 

Per la delusione di molti turisti, tutti gli spruzzi con le pistole d’acqua od ogni tipo di giochi acquatici sono stati vietati nelle aree pubbliche delle più grandi città, Bangkok inclusa, per il terzo anno consecutivo. Anche le discoteche e i locali notturni sono rimasti chiusi e la somministrazione di alcol in occasione delle celebrazioni è stata vietata. Nei luoghi più turistici della capitale, come la popolarissima Khao San Road, si poteva assistere da una parte a negozianti che provavano a vendere invano pistole d’acqua, e dall’ altra all’esercito Thai intento ad annunciare con altoparlanti il divieto di utilizzarle.  

La festa di Songkran avrebbe anche rappresentato un importante momento per rilanciare l’economia, visto l’aumento dei consumi in vista delle celebrazioni. Ma quest’anno, a causa dell’aumento del tasso d’inflazione nel contesto di una fragile ripresa economica e il mantenimento delle restrizioni per limitare il contagio, i consumi sono rimasti ben inferiori rispetto ai livelli pre-pandemici. Per di più, per un Paese che vive di turismo (settore che, secondo la Banca di Thailandia, nel 2019 ha rappresentato circa l’11% del PIL e impiegato circa il 20% della forza lavoro) le macchinose politiche di ingresso hanno scoraggiato molti turisti stranieri, frenando ulteriormente la ripresa. 

Infatti, nonostante molti paesi vicini abbiano alleggerito i requisiti per entrare, la Thailandia ha mantenuto delle onerose regole che richiedevano, anche ai turisti vaccinati, costosi COVID test all’arrivo e quarantene in alberghi selezionati. Per questo motivo, alcune proiezioni riguardo le prenotazioni in strutture turistiche per il 2022 mostrano che la Thailandia ha recuperato solo il 25% dei turisti pre-pandemia, rimanendo indietro rispetto alla stessa cifra di 72% e 65% per Singapore e le Filippine rispettivamente. 

Dal primo maggio, in ogni caso, sarà sufficiente un test fai da te e una copertura assicurativa minima per entrare nel Paese, con la speranza che un rinnovato afflusso di turisti possa ridare l’agognato sostegno all’economia travolta dal Covid.

“Dal cielo, sulle montagne e negli oceani”

Come la gestione idrica della Thailandia nel settore agricolo può sostenere gli obiettivi globali

Articoli di Sarun Charoensuwan

Vice segretario permanente per gli Affari Esteri – Thailandia

Nel settembre del 2015, i 193 Stati membri delle Nazioni Unite hanno adottato un piano per garantire un futuro migliore per tutti, tracciando un percorso con l’intento di porre fine alla povertà estrema, contrastare le disuguaglianze, e proteggere il nostro pianeta attraverso i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS), in cui si sono impegnati a non lasciare indietro nessuno.

Tuttavia, ci sono ancora molte sfide da affrontare prima che il mondo possa raggiungere tali obiettivi. La Food and Agriculture Organization (FAO) ritiene che, entro il 2050, il mondo dovrà produrre il 60% in più di cibo per poter sfamare una popolazione pari a 9,3 miliardi, e non sarà un compito facile se il cambiamento climatico continuerà a rendere più difficile l’accesso a risorse naturali di qualità. Per tale ragione, gestire le risorse idriche in maniera efficiente, specialmente nell’agricoltura, sarà di fondamentale importanza.

In Thailandia 1/3 della popolazione lavora nel settore agricolo, che dipende principalmente dalla quantità annuale di pioggia. Le precipitazioni annue rivestono un ruolo chiave nella vita dei contadini thailandesi, e ciò si riflette nelle numerose cerimonie dedicate all’acqua nel Paese. Un chiaro esempio è il festival “Boon Bung Fai”, in cui gli abitanti della regione nordorientale lanciano nel cielo dei razzi artigianali per compiacere il dio della pioggia, chiedendogli piogge abbondanti per tutto l’anno. 

Il tradizionale Boon Bung Fai (Festival dei razzi)

Fonte: http://www.watpamahachai.net/

È stata proprio questa problematica ad attirare l’attenzione di Sua Maestà il Re Bhumibol Adulyadej Il Grande poco dopo la sua ascesa al trono nel 1946. La determinazione di Sua Maestà nell’affrontare questa problematica ha reso la gestione idrica nel settore agricolo parte integrante della politica di sviluppo della Tailandia ben prima dell’adozione degli OSS, come si evince dal discorso del re a Chitralada Villa del 17 marzo 1986: “…È fondamentale che ci sia acqua per il consumo e acqua per l’agricoltura perché lì c’è vita. Con l’acqua, gli esseri umani possono sopravvivere. Senz’acqua, gli esseri umani non possono sopravvivere. Senza elettricità, gli esseri umani possono sopravvivere. Con l’elettricità ma senz’acqua, gli esseri umani non possono sopravvivere…”.

Molti thailandesi si ricordano del periodo in cui, quasi ogni giorno, i notiziari parlavano delle visite del re alle aree remote della Tailandia colpite da siccità o inondazioni, nel tentativo di trovare soluzioni appropriate. Il dott. Sumet Tantivejkul, Segretario generale della Fondazione Chaipattana, ha riassunto il programma di gestione idrica del re Bhumibol con la frase: “Dal cielo, sulle montagne e negli oceani”.

“Dal cielo”: re Bhumibol ha istituito un “progetto reale di pioggia artificiale” per incrementare la fornitura d’acqua sia per l’agricoltura che per la produzione di energia elettrica. Il progetto è stato avviato nel 1955 quando Sua Maestà ha visitato i territori inariditi delle province nord orientali e si è accorto che, nonostante il cielo fosse nuvoloso, non pioveva. Ispirato da quest’osservazione, Sua Maestà ha sviluppato e perfezionato delle tecniche per realizzare la pioggia artificiale. Nei 50 anni successivi, le operazioni relative alla pioggia artificiale hanno prodotto una quantità d’acqua sufficiente per provvedere ai raccolti senza disagi e per alimentare adeguatamente le dighe idroelettriche.

Modificazione del clima mediante la “tecnologia reale di pioggia artificiale” 

Fonte: Google Patents

“Sulle montagne” si riferiva ai bacini idrici e ai sistemi di irrigazione costruiti durante il regno di Bhumibol per assicurare la disponibilità d’acqua per l’agricoltura e l’uso quotidiano durante tutto l’arco dell’anno. Il loro scopo era anche di contenere gli effetti delle inondazioni riversando l’acqua in eccesso “negli oceani” nei tempi giusti. La diga di Pasak Jolasid, la più grande diga a terrapieno di tutta la Thailandia, è una delle iniziative più conosciute di Sua Maestà per gestire i problemi legati a siccità e inondazioni nell’area del fiume Pasak, uno dei maggiori affluenti del fiume Chao Phraya, che attraversa circa 352.000 ettari di terre coltivabili compresa la Regione metropolitana di Bangkok e i territori adiacenti. È stata progettata per raccogliere e conservare l’acqua in eccesso dal corso superiore del fiume durante la stagione delle piogge, nonché per ridurre il rischio di inondazioni nel corso inferiore.

Diga di Pasak Jolasid

Fonte: sito web Office of the Royal Development Projects Board (Ufficio dei progetti di sviluppo della Corona)

Diga di Pasak Jolasid

Fonte: sito web Public Relations Department (Dipartimento per le pubbliche relazioni)

Oltre a regolare il flusso idrico, diversi progetti della Corona hanno utilizzato con successo le moderne tecniche di irrigazione assieme al rimboschimento e al risanamento del suolo. Un chiaro esempio è l’Hub Kapong Royal Project Learning Centre (centro di apprendimento Hub Kapong) a Cha-am, nella provincia di Petchaburi. Il progetto è iniziato nel 1964, quando il re ha visto con i propri occhi le avversità di contadini e abitanti del luogo che non possedevano né terra né capitale. Sua Maestà ha poi deciso di rimboschire 1932 ettari di aree forestali in stato di degrado.  

Hub Kapong Royal Project Learning Centre

Fonte: sito web Thailand Sustainable Development Foundation (Fondazione per lo sviluppo sostenibile della Tailandia)

Il progetto vanta la straordinaria cooperazione del governo di Israele, esperto mondiale nelle tecnologie agricole come l’irrigazione a goccia e la coltivazione in serra, grazie a cui sono state rese arabili diverse aree dei deserti israeliani. Con il passare del tempo, il suolo degradato a Hub Kapong è stato gradualmente risanato e oggi i contadini del luogo hanno la possibilità di coltivare diverse varietà di frutta e verdura fra cui asparagi, pomodori e meloni, cosa assolutamente impensabile 50 anni fa. Il progetto ha inoltre fornito agli abitanti nuove infrastrutture, conoscenze nella gestione comunitaria e formazione nelle attività delle cooperative, dunque migliorando sensibilmente la qualità della vita.

Hub Kapong ha compiuto enormi progressi e continua a sviluppare nuove pratiche di agricoltura sostenibile. Ha adottato il modello “Nuova Teoria” del re Bhumibol, in base a cui la terra viene divisa in quattro parti: 30% per la conservazione delle acque irrigue, 30% per la coltivazione di riso, 30% per la coltivazione di vari tipi di piante e il restante 10% per le zone residenziali e gli allevamenti. Questa ripartizione permette alle famiglie di diventare autosufficienti e riduce i rischi derivanti dalle monocolture destinate esclusivamente alla vendita. Oggi, il modello “Nuova Teoria” si è evoluto nel modello “Khok Nong Na”, promosso dal Sua Maestà il Re Maha Vajiralongkorn, che unisce il sapere dei contadini locali al modello “Nuova Teoria”, in modo che le soluzioni stabilite possano soddisfare le necessità e le condizioni di ciascun luogo.

Il principio chiave del modello Khok Nong Na è conservare acqua in quantità sufficiente concentrandola in tre aree principali: collina, palude e risaia.

Fonte: sito web Surin Provincial Agriculture and Cooperatives Office (Ufficio per l’agricoltura e le cooperative della provincia di Surin)

Come Hub Kapong, varie iniziative di re Bhumibol relative alla gestione idrica sono state condotte inizialmente come uno studio pilota in una piccola area per poi espandersi in altri siti, allo scopo di esaminare la loro efficacia in vari ambienti. Ad oggi, i contadini dell’intera Tailandia hanno applicato le conoscenze acquisite tramite questi progetti ottenendo risultati impressionanti, dimostrando quindi che l’eredità di re Bhumibol è stata raccolta e sviluppata ulteriormente da Sua Maestà il Re Maha Vajiralongkorn. I risultati di tali iniziative e progetti sono certamente in grado di offrire una risposta a chi ha bisogno di pioggia ed essere una guida verso il raggiungimento degli OSS.

* * * * *

Sarun Charoensuwan è un diplomatico di lungo corso con vasta esperienza in relazioni bilaterali e multilaterali. Ha ricoperto la carica di Segretario generale di tre dipartimenti regionali presso il Ministero degli Affari Esteri, compresi il Dipartimento degli Affari Europei, degli Affari per l’Asia Orientale, e degli Affari per l’America e il Pacifico Meridionale. È stato ambasciatore tailandese in Francia dal 2018 all’inizio del 2022 prima di rientrare nel proprio Paese. È stato nominato vice Segretario generale permanente per gli Affari Esteri ed è responsabile delle relazioni bilaterali della Tailandia. 

Il più grande impianto idro-solare? In Thailandia

L’ambizioso obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 di 47 mila tonnellate all’anno rientra nel piano per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050

La Thailandia vanta la realizzazione della “più grande fattoria idro-solare galleggiante del mondo” in un bacino idrico della provincia nord-orientale del Paese. L’impegno di Bangkok per rinunciare all’uso di energie fossili e intraprendere la via della neutralità carbonica parte dalla costruzione di 15 impianti di questo tipo entro il 2037. I pannelli della diga di Sirindhorn, nella provincia di Ubon Ratchathani, dispongono di più di 144 mila celle solari che coprono un’area corrispondente a 70 campi da calcio. Si tratterebbe di un sistema ibrido che di giorno converte la luce solare in elettricità, e di notte genera energia idroelettrica, per circa 45 MW di elettricità. Secondo il ministero dell’Energia, la Thailandia è ancora fortemente dipendente da combustibili fossili come il gas naturale, che rappresenta il 55% dell’energia utilizzata, mentre le fonti rinnovabili vengono impiegate solo per l’11% del totale. L’enfasi posta dal governo sul progetto di Sirindhorn è anche funzionale all’attrazione di turismo nella provincia. Una “passerella naturale” lunga 415 metri a forma di raggio di sole è stata installata per dare una vista panoramica del bacino e delle celle solari galleggianti. “Quando ho saputo che questa diga ha la più grande fattoria idro-solare del mondo, ho capito che valeva la pena vederla con i miei occhi”, ha detto all’AFP il turista Duangrat Meesit. Questi impianti per l’energia pulita comportano però una serie di costi sociali e ambientali. Le comunità che vivono lungo le sponde del bacino si sono lamentate del fatto che il sistema di pannelli abbia ridotto il numero di pesci disponibili, e abbia impattato direttamente sul loro reddito. “Dobbiamo anche percorrere distanze più lunghe quando siamo fuori a pescare”, ha dichiarato un residente locale, “possiamo guidare le nostre barche solo nelle aree designate dalle autorità”. I responsabili del progetto insistono nel sostenere che i pannelli non influenzeranno le fonti di sostentamento dei villaggi locali. L’ambizioso obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 di 47 mila tonnellate all’anno rientra nel piano per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. Ma il successo di questi progetti richiederà un rinnovamento strutturale nel settore della produzione energetica, oltre a un’attenzione particolare a tutte quelle esternalità negative che avranno un impatto sulla vita delle comunità regionali.